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Mauro Evangelisti per "il Messaggero"
«Non aspettatevi che a gennaio avremo abbondanza dei nuovi farmaci anti Covid. Avremo pochissime pillole» spiega un medico a Roma. Al Ministero della Salute è già scattata l'operazione per l'acquisto dei due farmaci che sono, comunque, ancora in attesa di autorizzazione.
C'è però un problema che ricorda ciò che successe un anno fa quando partì la campagna di vaccinazione e c'era carenza di dosi. «Stiamo lavorando sui due canali: acquisto diretto e acquisto con l'Unione europea con il meccanismo Joint Procurement» dicono.
Ma a livello mondiale la corsa è cominciata e non sarà facile garantirsi forniture sufficienti in tempi rapidi. Prima di tutto, di quali farmaci si sta parlando? Il primo è il Molnupiravir. Spiegano all'Aifa (agenzia italiana del farmaco): «È un antivirale orale sviluppato da Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics.
Riduce la capacità del Sars-CoV-2 (il virus che provoca Covid 19) di moltiplicarsi nell'organismo, aumentando il numero di mutazioni del materiale genetico (RNA) del virus, in modo da renderlo incapace di replicarsi». Dalla sperimentazione è emerso che riduce il rischio di ospedalizzazione o morte del 50 per cento.
L'Ema sta esaminando i dati per rilasciare l'autorizzazione, ma è probabile che Aifa dia parere positivo all'utilizzo in forma emergenziale, decisione che sarà poi presa dal Ministero della Salute entro la fine di dicembre.
INTESE
Nel Regno Unito l'autorizzazione è già arrivata. L'altro anti virale è stato sviluppato da Pfizer e si chiama Paxlovid. Secondo la casa farmaceutica è in grado di diminuire il rischio di morte e ospedalizzazione fino all'89 per cento. Va somministrata entro tre giorni dall'insorgenza dei sintomi. L'azienda ha stipulato accordi di acquisto anticipato con più paesi.
Gli esperti avvertono per entrambi i farmaci: non possono essere sostitutivi del vaccino, non deve passare l'errata percezione che non è necessario immunizzarsi, perché una volta che si è sviluppata la malattia i rischi restano alti.
La corsa all'acquisto di questi farmaci, come detto, è cominciata e il Molnupiravir dei due è quello più vicino a un utilizzo diffuso (il 30 novembre si esprimerà anche Fda, l'agenzia americana). Una settimana fa è stata diffusa la notizia che il Giappone si è mosso per assicurarsi dosi sufficienti della pillola antivirale sviluppata dall'americana Merck (Msd fuori da Usa e Canada) e dalla connazionale Ridgeback Biotherapeutics: acquisterà 1,6 milioni di cicli del medicinale per circa 1,2 miliardi di dollari.
Il Regno Unito ha prenotato mezzo milioni di dosi, mentre gli Stati Uniti stanno investendo 2,2 miliardi di dollari per acquistare 3,1 milioni di cicli (ma ha una opzione per arrivare a 5).
La lista delle Nazioni che hanno acquistato il Molnupiravir è lunga, comprende anche Thailandia, Malesia, Vietnam, Australia, Indonesia, Filippine, Giappone, Nuova Zelanda e Australia. Come è evidente, non sarà semplice per l'Italia acquisire, in piena quarta ondata, quantitativi significativi nella prima parte del 2022. La casa farmaceutica ha concesso in licenza la produzione generica a un prezzo conveniente in un centinaio di paesi in via di sviluppo.
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