Titti Beneduce per https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it
SALVATORE ABBRUZZESE
Ha un debito di 60 euro per una dose di droga non pagata: un anno dopo ne pretendono 2500 e, poiché non li ha, lo obbligano a lasciare l’appartamento in cui vive con la madre. Accade a Scampia, zona «case dei Puffi». Per l’episodio, che risale al luglio dello scorso anno, i carabinieri hanno arrestato due persone con le accuse di estorsione e lesioni aggravate dal metodo mafioso: si tratta di Leopoldo Marino, di 39 anni, e Carmine Pandolfi, di 25. Entrambi hanno beneficiato fino a poco tempo fa del reddito di cittadinanza. La vittima di questo atto di inaudita prepotenza è Salvatore Abbruzzese, 28 anni, piuttosto noto per avere partecipato giovanissimo al film «Gomorra» nel 2007.
SALVATORE ABBRUZZESE
ERA AI DOMICILIARI PER SPACCIO
Interpretava il ruolo di Totò: durante la faida di Scampia, Totò è un ragazzino di 13 anni cresciuto nel mito del “sistema”, che viene “iniziato” accettando di farsi sparare in petto con un giubbotto antiproiettile. Costretto a scegliere, tradirà Maria (interpretata da Maria Nazionale), alla quale porta regolarmente la spesa, attirandola fuori casa e condannandola ad essere uccisa in un agguato.
SALVATORE ABBRUZZESE
Abbruzzese sostenne particine in altri film, ma non riuscì a sfondare e si mise a spacciare nel suo quartiere. Arrestato nel gennaio del 2021 mentre cedeva due dosi di droga ad altrettanti clienti, era appunto ai domiciliari nel luglio successivo, quando Marino e Pandolfi si presentarono a casa sua per minacciarlo e picchiarlo. Un atto particolarmente vile perché all’epoca Salvatore Abbruzzese era costretto su una sedia a rotelle in seguito a un incidente domestico nel corso del quale aveva riportato lo scoppio di entrambi i calcagni.
GINOCCHIATE AL VISO MENTRE ERA SULLA SEDIA A ROTELLE
Questo il suo racconto: «Spalancarono la porta di ingresso e mi chiesero subito alterati se avevo soldi da dargli. Alla mia risposta negativa iniziarono a picchiarmi. Non avevo possibilità di fuga o di ripararmi da tale violenza considerando che mi trovavo su una sedia a rotelle. Venivo ripetutamente colpito da entrambi; in più di un’occasione Pandolfi mi colpiva al viso con ginocchiate, l’altro soggetto mi colpiva con calci e pugni. Ricordo una ginocchiata che mi colpì in pieno viso all’altezza dell’arcata sopracciliare sinistra, ove iniziavo a perdere sangue.
SALVATORE ABBRUZZESE
L’unica cosa che riuscii a fare fu quella di ripararmi il capo con le braccia mentre loro continuavano a colpirmi. Il tutto durava almeno 10 minuti, sino a quando le urla dei cani destavano mia madre, che ha problemi di udito. Lei riuscì a chiuderli fuori». Il giorno dopo, tuttavia, Marino e Pandolfi tornarono alla carica: «Ci diedero solo qualche munito per recuperare i nostri effetti personali, tra cui i documenti e qualche indumento». Consegnarono due mazzi di chiavi e andarono via: «Trovammo rifugio sui ballatoi della Vela Rossa». L’ordinanza cautelare è stata emessa dal gip Linda D’Ancona su richiesta della Dda. Salvatore Abbruzzese ora vive in Lombardia.