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    MAL COMUNE - SALVINI E MELONI METTONO IL VETO SU MARCHINI A ROMA, MA SILVIO INSISTE: SE ''ARFIO'' CORRE CONTRO GIORGIA, RISCHIANO ENTRAMBI DI NON ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO - A MILANO 'NIET' SU PASSERA, SALLUSTI IN POLE - RENZI ANNUNCERÀ IL CANDIDATO ROMANO A FINE MESE, GENTILONI PER ORA È L'UNICO NOME


     
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    salvini (d), con silvio berlusconi e giorgia meloni sul palco allestito in piazza maggiore a bologna 77 salvini (d), con silvio berlusconi e giorgia meloni sul palco allestito in piazza maggiore a bologna 77

    1. BERLUSCONI SPINGE SU MARCHINI PER ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO, RENZI SI MANTIENE SU GENTILONI, SALA TENTENNA

    DAGONOTA: Nell'incontro con Salvini e Meloni, Berlusconi ha proposto tre candidati per Milano: Del Debbio, Sallusti e Passera. Il leader leghista, che può mettere il veto sulla città, ha dato parere favorevole ai primi due, mentre si è opposto categoricamente al terzo. Così come si è schierato apertamente contro gli altri imprenditori in ballo, Della Valle e Marchini.

    BERLUSCONI E SALVINI BERLUSCONI E SALVINI

     

    Ma su Roma è la Meloni ad avere più peso, e data la sua indecisione a schierarsi, Silvio spinge su ''Arfio'': ''E' l'unico che potrebbe arrivare al ballottaggio con i grillini. Così ce la possiamo giocare''. Se nella capitale, oltre a M5S e Pd, ci fossero due candidati nel centrodestra (Marchini e Meloni), si ruberebbero voti a vicenda, rischiando entrambi di non arrivare al secondo turno, regalando una chance ai democratici, che al momento sono schiacciati dalle macerie di Marino.

     

    SIAMO LA COPPIA PIU BELLA DEL MONDO BERLUSCONI E MELONI SIAMO LA COPPIA PIU BELLA DEL MONDO BERLUSCONI E MELONI

    Renzi su Roma scioglierà la riserva a fine mese, e si fa sempre più avanti l'ipotesi di far dimettere Gentiloni da ministro degli Esteri per lanciarlo nella missione (quasi) suicida di non perdere Roma, dopo che alle primarie del 2013 arrivò terzo (14%) dopo il Marziano (51%) e Sassoli (28%).

     

    La situazione non è più facile a Milano. Sala non è sicuro di farcela: i moderati non gli perdonano il ''tradimento'' della Moratti, la donna che gli affidò il Comune di Milano nel 2009. Mentre a sinistra, i voti di Pisapia non sono affatto trasferibili ''automaticamente'' all'ex commissario di Expo.

     

     

    2. IL CENTRODESTRA SCARICA MARCHINI. MELONI CORRE A ROMA

    Carmelo Lopapa per “la Repubblica

    alfio marchini ie eleonora tabacchiera alfio marchini ie eleonora tabacchiera

     

    Le primarie che il centrodestra non ha mai amato sono state sepolte una volta per tutte. Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni si vedono per un’ora buona a Palazzo Grazioli e decidono che i nomi dei candidati sindaci di Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli li sceglieranno loro tre. A porte chiuse, altro che consultazioni. «Per la Capitale avrei pensato a un imprenditore, fuori dai partiti tradizionali, Alfio Marchini secondo me ha una marcia in più», ha subito tentato la fuga il Cavaliere, fingendo di ignorare il veto da tempo opposto dalla Meloni.

    Giuseppe Sala ad expo Giuseppe Sala ad expo

     

    Ed è a quel punto che la leader di Fratelli d’Italia si è impuntata. «Voi siete milanesi ma io Roma la conosco. Come faccio a portare in giro per le periferie questo che gioca a golf e a polo e frequenta i circoli bene? Ma vi è chiaro che è amico di Rutelli, che la sua famiglia da sempre è di sinistra, che finanziava l’Unità e oggi la fondazione di D’Alema? Io ve lo ripeto: non lo sosterrò mai. Avete un nome alternativo? ».

     

    RENZI SALA RENZI SALA

    Salvini la affianca: «Io la penso come Giorgia, se lei si sfila e se dobbiamo decidere tutti insieme, allora dobbiamo cambiare strada». Se la Meloni accettasse, lui non avrebbe difficoltà a sostenerla, incalza. Ecco, appunto, ma lei accetta? La ex ministra della Gioventù nicchia, prende ancora tempo: «Io preferirei evitare, se si trovasse un altro nome sarebbe meglio, detto questo...»

     

    Detto questo, prima di accettare pretende garanzie. Soprattutto da Forza Italia, partito nel quale pezzi importanti a Roma, da Tajani a Giro, sono già schierati con Marchini. Con l’imprenditore - che per altro continua la campagna come nulla fosse, in piccoli ma affollati teatri cittadini di quartiere - si schiererebbero anche Raffaele Fitto e Luciano Ciocchetti. A Roma in favore di Giorgia Meloni si sta muovendo già una fetta dell’imprenditoria e delle categorie vicina alla destra. La sua campagna potrebbe aprirsi il 7 febbraio: è passata la sua proposta per dar vita a una nuova grande manifestazione di piazza (San Giovanni o del Popolo) dopo Bologna.

    RENZI GENTILONI RENZI GENTILONI

     

    A Milano invece il nome del direttore del Giornale Alessandro Sallusti, a dispetto delle sue resistenze, è l’unico rimasto in circolo. Per il resto, tutto in alto mare. A Torino la Lega ha lanciato il nome del notaio Alberto Morano, in contrapposizione al forzista Osvaldo Napoli. Più una mossa per strappare la candidatura sulla quale Salvini punta davvero, quella di Lucia Borgonzoni. Sulle città importan- ti ad ogni modo decideranno loro tre insieme, scrivono a fine incontro nella nota congiunta.

    berlusconi e sallusti berlusconi e sallusti

     

    Su quelle minori gli sherpa dei tre partiti.

    Ma i gruppi di Forza Italia sono in piena fibrillazione. L’uscita di Diego Della Valle (ieri sera in tv) e le voci di rivoluzione interna al partito stanno spingendo fuori parlamentari ormai delusi e impauriti. L’ultima scossa, l’indiscrezione diffusa dal giornale online Lettera43 sulla nomina imminente di tre coordinatori nazionali scelti da Berlusconi: Vincenzo Gibiino al Sud, Salvatore Cicu al centro e Andrea Mandelli al Nord.

     

    TRIBUNA A SAN SIRO ALESSANDRO SALLUSTI IN MEZZO A DANIELA SANTANCHE SILVIO BERLUSCONI E MARIA ROSARIA ROSSI TRIBUNA A SAN SIRO ALESSANDRO SALLUSTI IN MEZZO A DANIELA SANTANCHE SILVIO BERLUSCONI E MARIA ROSARIA ROSSI

    Notizia subito stoppata con una nota ufficiale per evitare nuove fughe verso Verdini e Alfano. Quel che è vero è che al posto del coordinatore siciliano Gibiino il Cavaliere accarezza la “pazza” idea di tornare al Gianfranco Micciché del 61-0. Ad oggi fuori dai giochi, l’ex deputato ieri si aggirava tra Camera e Senato con amici parlamentari.

     

     

     

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