Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”
salvini a pontida 2018
Se sabato il braccio di ferro è stato con il presidente della Camera Roberto Fico, nel giorno di Pontida tocca al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli duellare con Matteo Salvini. Dal palco del tradizionale raduno della Lega, il ministro dell' Interno premette che «io rispetto le opinioni di tutti». Ma poi aggiunge: «Se i porti si chiudono o si aprono lo decide il ministro dell' Interno».
Se non si tratta di un chiarimento è certamente un avviso a chi come Fico ancora sabato si era espresso a favore dei porti e delle Ong. Ma soprattutto Salvini sembra rivolgersi a Toninelli, che subito fa filtrare dal suo ministero un ragionamento che segue questa direttrice: «Si conferma l' ottima intesa con Salvini sul merito del tema migranti.
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Tuttavia, in relazione alle sue parole da Pontida circa le competenze sui porti si fa notare che le prerogative sono congiunte tra Mit e MinInterno, visto che ai Trasporti fanno capo Capitanerie e Guardia Costiera». Come dire, caro Salvini non sei il solo a decidere sui porti.
Di scontro si tratta. Anche perché questa volta si valica il tradizionale perimetro dell' anima sinistra del movimento rappresentata dall' inquilino di Montecitorio. Ma ruota attorno a Toninelli, uno degli uomini più vicini a Luigi Di Maio. Annota un grillino: «Salvini sta un po' esagerando: è sempre in campagna elettorale. Non ha capito che siamo al governo?».
SALVINI A PONTIDA 2018
Così in un contesto non certo facile per i pentastellati ci prova il vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli a ricucire l' asse Salvini-Toninelli. «A me importa che i due ministri che sono interlocutori abbiano le idee chiare. Fico invece pensi alla presidenza della Camera e a farla funzionare bene e a lavorare di più».
Da par suo il segretario del Carroccio tira dritto. Dal pratone di Pontida dichiara infatti di non voler litigare con i compagni di governo. Anzi. «I Cinque Stelle - afferma - sono persone oneste, coerenti e con la voglia di cambiare questo paese». Preferisce non curarsi dei malumori dei pentastellati confermando la sua linea: chiusura dei porti e no alle Ong ribattezzate «aiuto-scafisti».
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Salvini considera la politica sui migranti fin qui attuata un suo grande successo. «I porti italiani sono chiusi al traffico di essere umani e agli aiutanti dei trafficanti. Lo Stato fa lo Stato» precisa il ministro dell' Interno. Guai però ad indicare l' Italia come responsabile dei morti a pochi chilometri dalla Libia. «La colpa - si sgola - è di chi illude queste persone e si arricchisce trasformandole con gommoni sgonfi, con i motori guasti e le gesta in mare pensando che qualcuno li salverà».
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