Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”
umberto bossi e matteo salvini
Alla fine paga per tutti solo Paolo Grimoldi. L’ex segretario della Lega Lombarda, animatore del Comitato nord, cioè la minoranza legata a Umberto Bossi, è virtualmente espulso dalle “Lega per Salvini premier”. Con lui il consigliere regionale veneto della lista Zaia, Gabriele Michieletto, che ha promosso una lista locale venetista diversa dal Carroccio.
Nessun provvedimento invece per Umberto Bossi, il fondatore che a urne aperte per le Europee aveva fatto sapere — tramite proprio Grimoldi — di votare per l’ex leghista Marco Reguzzoni, quindi per Forza Italia. Una specie di eresia, ma perdonata. È questo l’esito del Consiglio federale del partito che si è tenuto ieri, non in via Bellerio a Milano ma a Montecitorio.
Paolo Grimoldi
«Si cerca di eliminare i leghisti storici rappresentativi. Solo così forse Salvini potrebbe rimanere segretario. Una reazione scomposta alla débâcle elettorale delle europee e delle amministrative », replica Grimoldi.
La scelta di Matteo Salvini è comunque chiara: non toccare il fondatore, anche per la contrarietà diffusa nel partito a ogni provvedimento verso il Senatur, il quale rimane ancora oggi un’istituzione simbolica per il Carroccio.
[…] Il “Capitano” sacrifica però Grimoldi («per le troppe polemiche strumentali»), il cui attivismo creava invece un po’ più di fastidi pratici. «Non è vero che la richiesta di espulsione arriva dai territori — replica Grimoldi, che comunque non ha ancora ricevuto comunicazioni di sorta — Il congresso in Lombardia per esempio non viene fatto svolgere da nove anni e il direttivo regionale non ha formalizzato alcuna richiesta, neppure si è mai riunito».
luca zaia attilio fontana
Nel corso del vertice di partito Salvini, oltre a mettere insieme un po’ di numeri tra Europee e amministrative, ha rivendicato la propria strategia elettorale tutta spostata a destra e che è valsa il 9 per cento dei consensi. Prima su tutti, la scelta di puntare sul generale sospeso dall’esercito Roberto Vannacci. Una candidatura che non era stata apprezzata dai quadri locali specie al Nord.
ROBERTO VANNACCI MATTEO SALVINI
«Numerosi interventi hanno sottolineato il suo prezioso apporto», recita la nota diramata dalla Lega. Si sono chiesti anche lumi su una sua possibile iscrizione formale al partito, ma non ci sarebbero novità in merito. Anche Giancarlo Giorgetti, che pure aveva dichiarato di non dare la propria preferenza a Vannacci per privilegiare esponenti del territorio, pare essersi ricreduto.
Volto moderato ed europeista della Lega, vicesegretario nonché ministro dell’Economia, ora a conti fatta avrebbe esaltato le doti del militare fan della Decima Mas, capace di risultare in sintonia con lo spirito leghista.
matteo salvini umberto bossi
Salvini insomma può cantare vittoria, dopo dieci anni rimane ancora saldo alla guida del partito, nonostante le varie svolte e un diffuso malcontento interno mai canalizzato verso una proposta alternativa. Le assenze di Attilio Fontana e Luca Zaia, seppur giustificate, non sono passate inosservate. […]
Gabriele Michieletto Paolo Grimoldi matteo salvini e umberto bossi