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    CHE DUELLO SULLE NOMINE - SALVINI HA DATO L’OK ALLA CONFERMA AL VERTICE DI FINCANTIERI DELL’AD GIUSEPPE BONO E DEL PRESIDENTE GIAMPIERO MASSOLO MA I 5STELLE HANNO FRENATO: “LA PARTITA NON E’ CHIUSA. SERVE UN RIEQUILIBRIO NELLA SCELTA DEL CDA DI FINCANTIERI, CHIEDIAMO GARANZIE CHE AL MOMENTO NON ABBIAMO” - STALLO SULL’INPS: IN BALLO CI SONO LE DELEGHE PER IL SUBCOMMISSARIO IN QUOTA LEGA MAURO NORI…


     
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    Alberto Gentili per “il Messaggero”

     

    Giuseppe Bono Giuseppe Bono

    La fumata bianca sembrava a un passo. La conferma al vertice di Fincantieri dell'amministratore delegato Giuseppe Bono e del presidente Giampiero Massolo appariva cosa fatta. Poi, però, i 5Stelle hanno bruscamente frenato: «La partita non è chiusa, la tensione è alta». Schema più o meno identico per l' Inps, dove il ticket Pasquale Tridico-Francesco Verbaro è stato sostituito in corsa dall' accoppiata Tridico-Mauro Nori. Anche qui però c'è un problema: lo scontro sulle deleghe per il subcommissario in quota Lega che non intende accettare un ruolo di secondo piano .

    MASSOLO MASSOLO

     

    Ma andiamo con ordine. Dopo settimane di tormenti e di stallo, il governo giallo-verde in giornata sembrava aver superato l' impasse su Fincantieri, puntando sulla «continuità» legata «agli ottimi risultati di gestione». A dare il via libera era stato il vicepremier Matteo Salvini a Monfalcone, in occasione della consegna della nuova nave Costa Venezia: «Squadra che vince non si cambia. Fincantieri è una squadra che vince, Fincantieri è una squadra che non si cambia. Non ho bisogno di aggiungere altro, mi sembra chiaro ed evidente». Poi, all' ora di pranzo, il premier Giuseppe Conte aveva certificato: «Sulle nomine siamo a buon punto, a un ottimo punto. Anche su Fincantieri».

     

    pasquale tridico 1 pasquale tridico 1

    Non solo, pure in ambienti 5Stelle si dava per fatta la conferma di Bono e Massolo. E questo perché Luigi Di Maio, inizialmente determinato a spingere per la «discontinuità», aveva ceduto al pressing dell' amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti (cui spetta effettuare le nomine) Fabrizio Palermo, determinato a confermare i vertici di Fincantieri: una realtà che conosce bene, avendo lavorato per anni a fianco di Bono.

     

    Però, all' ora di cena, dal Movimento grillino («dove sulle nomine si muovono per bande», per usare le parole di un esponente leghista) hanno fatto sapere: «La partita non è chiusa, serve un riequilibrio nella scelta del cda di Fincantieri, chiediamo garanzie che al momento non abbiamo». Come dire: vogliamo posti in consiglio per dare il via libera a Bono e Massolo. Immediata la replica del Carroccio: «Fincantieri assume, cresce, innova, compra aziende straniere. È folle rimetterne in discussione la gestione, squadre che vince non si cambia».

     

     

    Insomma, il solito braccio di ferro. Ma è molto probabile che mercoledì prossimo, offerti ai 5Stelle i posti in consiglio che chiedono, il cda di Cassa depositi e prestiti confermi Bono e Massolo. E con ogni probabilità verranno riconfermati anche i vertici in scadenza delle altre due partecipate, Snam e Italgas: il ceo Marco Alverà e l' amministratore delegato Paolo Gallo.

     

    LA PARTITA INPS

    Più o meno analogo il copione che va in scena per l' Inps. Anche qui la soluzione sembrava a portata di mano, dopo che la Lega aveva provveduto a sostituire Francesco Verbaro con l'ex direttore generale dell' Istituto di previdenza, Mauro Nori. E dopo che Di Maio aveva confermato, per il ruolo di commissario, il padre del reddito di cittadinanza Pasquale Tridico. Ma Nori, che conosce bene l'Inps e Salvini aveva tentato di mettere al posto di Tridico, chiede deleghe di peso.

     

    luigi di maio pasquale tridico luigi di maio pasquale tridico

    E Di Maio resiste: l'Inps è essenziale per l'erogazione del reddito di cittadinanza - la vera partita salvavita per i 5Stelle in vista delle elezioni europee - e il vicepremier grillino pretende per Tridico «pieni poteri». La conclusione è un mezzo stallo. Non sui nomi, ma sulle competenze del subcommissario in quota Lega: il braccio di ferro impedisce al ministro dell' Economia, Giovanni Tria, di controfirmare il decreto interministeriale di nomina. Tra l' altro a breve c' è anche da decidere se confermare o meno Alessio Decio alla guida di Sace.

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