TRUMP SALVINI
Carissimo Augias, si fa un gran parlare di democrazia come la miglior forma di governo possibile. Però, è grazie alla democrazia che ci ritroviamo un Salvini al comando, per non parlare dei vari Hitler, Mussolini e Trump. Con popoli ignoranti la democrazia è formalismo. Si può parlare di vera democrazia solo con popoli acculturati, coscienti e veramente liberi di scegliere. E si possono avere persone libere solo con la libertà dai bisogni materiali, la possibilità d'istruirsi, la possibilità di curarsi.
Davide Carbone - Monterotondo (Roma)
Risposta di Corrado Augias
La lettera del signor Carbone è una di molte sullo stesso tema. Del resto, non c'è dubbio che il modello democratico com'era nato alla fine del Settecento sia ormai in crisi. Il sistema delle comunicazioni è stato rivoluzionato; circolano in fretta notizie di cui spesso non è possibile stabilire l'attendibilità. Notizie false hanno determinato l'esito di votazioni in grandi Paesi di antica cultura democratica come Inghilterra e Usa. Contemporaneamente è venuto meno, non solo in Italia, il sistema dei partiti che tessevano una specie di rete pedagogica per orientare il voto.
corrado augias
Si può obiettare che anche l'azione dei partiti altro non era che propaganda. Vero. Quella propaganda però metteva al centro un programma. Rispetto però alle panzane in circolazione oggi era quasi alta politica. Per ragioni in parte giustificate dalla crisi, in parte come semplice portato dei tempi, s'è diffusa un'atmosfera di rancore, odio, risentimento e disprezzo nei confronti delle competenze. Ho stampate in mente le parole di una componente del governo che al professor Pier Carlo Padoan che pacatamente ragionava sulla base di dati e cifre, obiettava: «Va bene, lei ha studiato; e allora?».
matteo salvini come donald trump 1
Una frase che viola i canoni base della comunicazione, di quasi impossibile replica. Bobby Duffy nel saggio Einaudi I rischi della percezione, scrive che quando una persona, statistiche alla mano, è messa di fronte a una sua percezione sbagliata, rimane quasi sempre ferma nella convinzione (sbagliata) piuttosto che ammettere l'errore. I sociologi hanno studiato il fenomeno, si chiama "Effetto Dunning-Kruger", può riassumersi così: «Le competenze necessarie a giudicare un dato argomento equivalgono a quelle necessarie per conoscerlo. Meno si sa, meno si è consapevoli di non sapere. Risultato: è l'incompetenza che induce a credere di essere competenti».
corrado augias
L'assurda obiezione di quella sottosegretaria al prof Padoan viene da qui. Mi ha scritto il signor Giancarlo Maculotti da Cerveno (Bs): «Non è possibile che il voto di un ignorante che non si interessa di nulla, che non sa nemmeno chi sia il presidente della Repubblica, che non conosce un solo articolo della Costituzione, che vive di calcio e non legge mai un giornale, che confonde il governo con il Parlamento, abbia lo stesso valore del voto di un cittadino mediamente consapevole.
Il voto di uno disinformato non è neutrale: incide negativamente sulle elezioni. Crea problemi immensi allo Stato. Può mandarlo in rovina». È tutto vero, tuttavia esistono principi intangibili, rischi che la democrazia deve saper correre per non tradire se stessa. Una «democrazia illiberale», al contrario di quanto afferma Viktor Orbán, non è più una democrazia.