1 - MIGRANTI: SALVINI, MALTA NON PUÒ SEMPRE DIRE DI NO
malta
(ANSA) - "Il buon Dio ha messo Malta più vicina della Sicilia e non può sempre rispondere di no a qualsiasi richiesta di intervento" per l'attracco di navi che salvano migranti nel Mediterraneo. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in una conferenza stampa in prefettura, a Como, dove ha incontrato due autisti di autobus che hanno subito un'aggressione per la quale sono stati arrestati quattro cittadini stranieri. "Non ho intenzione di passare l'estate in emergenza altrimenti avremo modo di porre problemi all'attenzione dell'Italia e l'Europa", ha aggiunto.
NAVI ONG MIGRANTI
2 - SALVINI, NATO CI DIFENDA DA MIGRANTI E TERRORISTI
(ANSA) - "Io sono per la Nato. A cui chiediamo un'alleanza difensiva. Siamo sotto attacco. Ricordo anche tutti gli allarmi di infiltrazioni di terrorismo negli ingressi, l'Italia è attaccata da sud non da est. Chiedo che ci difenda". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, durante una conferenza stampa in prefettura a Como. "Questo ho chiesto a Conte di chiedere anche al G7", ha aggiunto.
3 - MIGRANTI: SALVINI, REGOLAMENTO ONG NON È EFFICACE
(ANSA) - "Purtroppo non è con quel regolamento che si può intervenire in maniera efficace": così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a chi gli chiedeva se intenda modificare il regolamento sulle Ong che operano nel Mediterraneo. "Stiamo lavorando sul fronte di queste Ong, alcune delle quali fanno volontariato, altre fanno affari", ha aggiunto. Secondo Salvini, "c'è un preciso disegno al limite delle acque territoriali della Libia per fungere da taxi".
ONG E MIGRANTI
4 - SALVINI-DI MAIO, MINISTRI DI LOTTA SOCIAL, PIAZZE E POCO DICASTERO
Fabio Martini per “la Stampa”
Nella loro prima settimana di governo hanno molto parlato, spesso comiziato, talora arringato via Facebook. I due «capi» del governo - Luigi Di Maio e Matteo Salvini - dal giorno del giuramento hanno trascorso sette giorni indimenticabili, pieni di passioni, applausi, esternazioni, gratificazioni. In compenso nelle sedi dei ministeri di loro competenza li hanno visti poco. Una spumeggiante attività «extra moenia» che finora non ha consentito ai due vicepremier di assolvere neppure la più utile delle ritualità: il passaggio delle consegne con i propri predecessori. Una scelta deliberata.
Lo hanno capito bene Carlo Calenda e Marco Minniti. Il primo, con quel gusto della provocazione spettacolare che gli è proprio, due giorni fa ha postato un video con questo incipit: «Caro Luigi, non siamo riusciti a fare questo passaggio di consegne. Ho visto che prediligi lo strumento informativo. Proviamo a farlo in questo modo...».
ONG MIGRANTI2
E per 30 minuti ha dispensato consigli, reperibili su YouTube. Marco Minniti, col proverbiale understatement, si è limitato a rispondere in tv a una domanda di Lilli Gruber: «Ho chiamato Salvini appena è stato nominato ministro per complimentarmi con lui. L' ho chiamato dalla batteria del Viminale perché non mi permetto di chiamarlo direttamente. E aspetto ancora una sua risposta».
A prima vista un defilarsi che sconfina nella malagrazia, in realtà due tasselli, che assieme a tanti altri, raccontano la nuova stagione e lo stile dei due principali protagonisti. Una settimana più di esternazioni che di governo, segnata da alcuni passaggi eloquenti. La sera del 31 maggio Di Maio e Salvini chiudono l' accordo e l' indomani, assieme ai ministri designati, sono tutti attesi al Quirinale per un solenne giuramento, reso storico dal carattere di forte novità dei governanti.
matteo salvini armando siri
Prima di entrare al Quirinale Luigi Di Maio scrive un post su Facebook: «È ora di far ripartire il Paese. E lo faremo». E una volta completato il giuramento si affretta a twittare la foto: «Ecco il governo del cambiamento».
Una connessione ininterrotta col proprio «popolo», incurante per ora dell' overdose nella quale cadde Matteo Renzi. Non appena il neoministro di Welfare e Sviluppo entra fisicamente nel ministero di via Veneto, si collega in diretta su Facebook: «Lo dico alle altre forze politiche, lo dico ai sindaci d' Italia: al di là degli schieramenti, mettiamoci al lavoro. Adesso è il momento di fare fatti, l' Italia ha aspettato 30 anni».
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Ma per il vicepremier resta potente il richiamo della piazza. La sera del 2 giugno Di Maio è il trionfatore dell' emozionante raduno nazionale dei Cinque Stelle che festeggiano l' agognata vittoria alle elezioni, ma l' indomani il vice premier-ministro torna di lotta: è a Brindisi, per sostenere il candidato pentastellato e rieccolo anche a Catania, a Messina e persino a Marina di Ragusa.
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Questa dei comizi è una passione anche per Salvini: due giorni fa, pur di arrivare in tempo a Brindisi, a Montecitorio ha abbandonato i banchi del governo dove stava parlando il presidente del Consiglio. Naturalmente entrambi i ministri hanno trascorso del tempo operativo nei rispettivi dicasteri, in particolare Di Maio che ha ricevuto delegazioni e ha incontrato i dipendenti. E ieri ha parlato (con grandi consensi) davanti alla Confcommercio.
Ma oggi il vicepremier di lotta e di governo torna in piazza: alle 17 a Barletta e alle 21 a Brindisi.