Marcello Foa
Michela Tamburrino per la Stampa
Nessun passo indietro su Marcello Foa presidente della Rai. Matteo Salvini, che si trascina un Luigi Di Maio lievemente riottoso, non ne vuole sapere di cedere. Alcuna deregulation è prevista dopo la bocciatura in vigilanza Rai e l' ipotesi ventilata dai pentastellati di far accettare a Foa una presidenza di rete, forse meno di facciata ma sicuramente più di sostanza, è stata presto scartata.
Gli sherpa dei partiti alleati già sondano la possibile intesa da sigillarsi in un vertice ristretto che vedrà Berlusconi e Salvini a confronto. Il primo è disponibile a cedere sul nome del presidente Rai dopo il pressing serrato del leader leghista ma in cambio chiede che si vada uniti alle prossime elezioni regionali autunnali.
SALVINI BERLUSCONI
Il Cavaliere mette sul piatto della bilancia anche il lavoro faticoso che andrebbe a fare sui componenti azzurri che sono tanti e che non vogliono cedere proprio sulla Rai (che significa perdere la faccia in modo eclatante). Sono in molti a non volere la ricomposizione e le divisioni pesano. Tra questi due teste di serie come Gianni Letta e Antonio Tajani contrari a lasciare campo libero a Matteo Salvini che appare sempre più vincente su tutto. Per dare forza alla posizione oltranzista si adducono ragioni anche di legittimità di una scelta, sul nome di Foa, prima bocciata e poi approvata in Vigilanza.
Anche se l' ipotesi dell' approvazione impugnata è destituita di fondamento.
leonardo foa salvini
Il presidente designato e consigliere anziano Rai in questi giorni è al lavoro e annuncia che un prossimo Cda potrebbe essere convocato per metà settembre. Dice di leggere quanto lo riguarda con curiosità divertita. La sua posizione non cambia perché non cambia la posizione di chi lì lo vuole lì. Salvini si professa ottimista circa l' ipotesi di portare dalla sua parte il Cavaliere per più di un motivo.
Più volte il leader leghista ha ripetuto che quando in piena estate lui stesso portò all' attenzione di Berlusconi il nome di Foa, questi si disse assolutamente non contrario. Salvo poi mettersi di traverso adducendo motivi di «metodo».
Un colpo di teatro che irritò moltissimo l' alleato il quale parlò di coltellata alle spalle e di tradimento. Ma non è neanche questo a tranquillizzare Salvini: Berlusconi si gioca una partita molto più pesante di una poltrona a viale Mazzini saltata per minuetti di potere. In ballo c' è la sicurezza di Mediaset che la Lega potrebbe garantirgli a differenza degli M5S che non vedono l' ora di attaccare quanto ha di più caro: le tv.
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