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    MOLLATO DALLA MELONI, ACCERCHIATO DA ZAIA E MARONI, SCAVALCATO DA PARISI, A SALVINI NON RESTA CHE FARE IL BAUSCIA AL PAPEETE DI MILANO MARITTIMA - MENTRE LUI SI STRUSCIAVA SULLE CUBISTE ALLA FACCIA DELLA POVERA ISOARDI, E SI SPARAVA SELFIE CON ALLEGRI UBRIACONI DA SPIAGGIA, I DUE GOVERNATORI LEGHISTI TRAMAVANO (CON BOSSI) DI TOGLIERGLI LO SCETTRO DELLA LEGA


     
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    Dagonota

     

     

    La calda estate dell’altro Matteo. Salvini si sente accerchiato: dall’interno e dall’esterno. Così svaccanza a Milano Marittima.

     

    Secondo “Il Fatto”, i due governatori della Lega (Zaia in Veneto e Maroni in Lombardia) vorrebbero fargli la festa. Per il momento, lo lavorano ai fianchi. E lui, secondo una sperimentata tattica democristiana, evita il momento del confronto: la catarsi del congresso.

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    L’”altro” Matteo sa bene che rischia l’isolamento, soprattutto dopo le voci che anche la puerpera Giorgia Meloni è pronta a mollarlo. La sberla presa a Roma le ha fatto capire che la Garbatella è distinta e distante dalle valli orobiche. E che un’alleanza nel nome di Marine Le Pen non la porta da nessuna parte. Eppoi, è stanca di litigare con i suoi (ex) elettori. Preferisce discutere con il partner sul nome del nascituro.

     

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    Così, minato sul fronte interno dall’asse Maroni-Zaia (in nome di Bossi) e sul fronte esterno dalle scelte (sui pannolini) dalla Meloni, all’”altro” Matteo non resta che saggiare la possibilità di tornare nell’ovile di zio Silvio.

     

    Parisi lo ha detto chiaro e tondo: non ci pensa affatto a mettersi con un lepenista della prima ora. Così Salvini prova a scavalcarlo ed a cercare punti di contatto diretti con il Cav.

     

    Il Cavallo di Troia sarà la Festa della Lega in programma oggi ad Arcore. Così Salvini ha trovato il coraggio di telefonare a Silvio. Non lo aveva chiamato nemmeno quando era al San Raffaele: per non disturbare, spiegano dalla Lega. Secondo “La Stampa”, il Banana si sarebbe mostrato comprensivo: va bene Matteo, vieni a trovarmi, avrebbe detto.

     

    Ed avrebbe aggiunto – sempre secondo il quotidiano di Torino – abbiamo tante cose da dirci.

     

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    Come ramoscello d’ulivo, l’”altro” Matteo si presenterà con un’idea cara al Cavaliere: l’introduzione di un’aliquota fiscale unica (flat tax). Ottima in campagna elettorale, meno a Palazzo Chigi. Ma tanto quell’obbiettivo è ancora distante (?). Ed il tempo per ricucire fra Lega e Forza Italia c’è. In fin dei conti, l’obbiettivo è comune: sloggiare il ducetto di Rignano. Sui tempi e sui modi, però, ancora bisogna lavorare…

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