Marco Imarisio per il Corriere della Sera
VALLE AOSTA 1
Com' è diventata verde la mia Vallaye. Fino a qualche tempo fa le sedute del Consiglio regionale si aprivano con l' esecuzione del canto corale scritto in lingua patois dal canonico Jean Domaine. Poi il toccante inno alla terra valdostana è diventato il tema del segnale di attesa dei telefoni dell' Amministrazione. Adesso, chissà. Almeno a livello cromatico «La mia verde vallata» torna ad avere una certa attualità.
SALVINI POPULISTA
L' unica cosa certa è che la Lega ha vinto queste elezioni così particolari, un proporzionale in purezza dove si eleggevano i 35 consiglieri ma non il presidente. Nel 2013 il Carroccio si presentò in incognito, mascherato con due candidati che non furono eletti all' interno della lista autonomista Stella Alpina. Ieri ha invece confermato il risultato ottenuto alle Politiche dello scorso 4 marzo, bissando un 17,1% che si traduce in 7 consiglieri.
L' ultima volta che aveva ottenuto un proprio rappresentate nel Parlamento regionale correva l' anno 1993. Certo, l' Union Valdôtaine paladina dell' autonomia si conferma la prima formazione in assoluto con il 19,2% dei voti, che comunque valgono lo stesso 7 consiglieri, e l' ex imperatore della politica locale Augusto Rollandin risulta ancora il candidato più votato. Ma hanno entrambi pagato un pesante dazio agli scandali e alle inchieste giudiziarie degli ultimi mesi che li vedono coinvolti, dimezzando i consensi del 50% nel caso del partito, passando da 10.872 preferenze a poco più di 3.000 nel caso dell' uomo che lo impersona da quasi 40 anni.
VALLE AOSTA
Nel suo piccolissimo, come ha detto Matteo Salvini, la Valle d' Aosta dice qualcosa al resto d' Italia. La Lega è l' unica partecipante che guadagna voti in queste elezioni regionali. «E non solo» aggiunge con una punta di malizia Nicoletta Spelgatti, avvocato e capolista. «Non era mai successo che le nostre elezioni locali, sempre segnate dal tema della difesa dell' autonomia, confermassero il dato nazionale di un partito. Non di tutti però. Di uno solo, il nostro».
Augusto Rollandin
Nella legislatura appena conclusa gli unici partiti a vocazione nazionale presenti in Consiglio erano il Pd con tre consiglieri e M5S con due. Per i democratici è l' ennesimo disastro. Passano dall' 8,9% del 2013 al 5,4%, per tacere del 21,7% delle recenti Politiche. E così restano sotto la soglia di sbarramento, fuori dall' assemblea. Dal 1946 a oggi il Pci e i suoi eredi avevano sempre avuto loro rappresentanti in Consiglio regionale.
M5S ottiene 4 seggi equivalenti al suo 10,4% e cresce di 3,8 punti percentuali rispetto alle Regionali del 2013, ma fa un deciso passo indietro rispetto al 4 marzo, quando arrivò primo con il 24,1% e vinse l' unico collegio uninominale. La prima visita ad Aosta di Silvio Berlusconi dopo vent' anni di assenza non ha lasciato alcun segno. Anche il centrodestra non leghista formato da Forza Italia e Fratelli d' Italia resta fuori, con un eloquente 2,9%.
Luciano Mossa
Nel comitato elettorale della Lega non si respira aria di gran festa. A grandi poteri corrispondono analoghe responsabilità. «Noi siamo davvero autonomisti» dice Spelgatti. «E quindi non possiamo accettare minimamente ciò che è stato fatto dai partiti autonomisti fino adesso. Con altre forze ci sono differenze ideologiche».
casino saint vincent
Il governo regionale è un rompicapo. Lega e M5S insieme si fermano a quota 11 consiglieri. Per la maggioranza necessaria a trovare un presidente che viene eletto direttamente dall' assemblea, caso unico in Italia, ne servono almeno altri 7. L' unico bacino disponibile è quello autonomista declinato in molte sigle e altrettanti scandali. Salvini in persona ha decretato l' ostracismo alla Union Valdôtaine definita «impresentabile». Luciano Mossa, capolista pentastellato, sostiene che giammai unirà le forze «con liste che hanno indagati o condannati». La matematica non dovrebbe essere un' opinione neppure ad Aosta, dove nell' ultima legislatura ci sono state sei maggioranze e quattro presidenti diversi.
CASINO SAINT VINCENT2
Ma si può sempre fare meglio. Con il passaggio in Regione di un suo consigliere comunale di Aosta, la Lega apre la strada del municipio al primo dei non eletti nel capoluogo. Un membro di CasaPound, che mai finora aveva avuto un suo rappresentante cittadino o regionale a queste latitudini. Nel suo piccolissimo, un altro record.