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    LUCA SAMMARTINO TEMEVA DI ESSERE INTERCETTATO E CHIESE AIUTO A DUE CARABINIERI PER SCOVARE LE MICROSPIE NEL SUO UFFICIO – IL VICEGOVERNATORE DELLA REGIONE SICILIANA, INDAGATO PER CORRUZIONE, AVREBBE PAGATO (INVANO) 400 EURO PER UNA “BONIFICA” DALLE CIMICI - NELLA SEGRETERIA DI SAMMARTINO NON FU TROVATO NULLA. MA LA “MICROSPIA” C’ERA ED ERA STATA ATTIVATA DAI CARABINIERI CON UN APPOSITO SISTEMA “ANTI-BONIFICA” – IL LINGUAGGIO IN CODICE USATO DA SAMMARTINO: PARLAVA DI "REFERTI" MA SI RIFERIVA A...


     
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    Lara Sirignano per il “Corriere della Sera” - Estratti

    LUCA SAMMARTINO LUCA SAMMARTINO

     

    Con l’ex luogotenente dei carabinieri Antonino Cunsolo, usava un linguaggio in codice. La caccia alle «cimici» piazzate dagli investigatori, che tanto lo preoccupavano, nel suo gergo era «il referto».

     

    «Che dovevamo fare noi la settimana scorsa?» chiedeva al militare in congedo il deputato siciliano Luca Sammartino, mr. preferenze all’Ars, indagato per corruzione in una inchiesta della dda di Catania che ha svelato un accordo elettorale tra politici e mafiosi . Cunsolo, che aveva lavorato alla polizia giudiziaria in Procura, era il suo referente per le «bonifiche».

     

    luca sammartino luca sammartino

    «Noi l’abbiamo fatto, ti ho mandato il messaggio su Whatsapp e mi hai pure risposto», replicava il militare all’ex vice del governatore siciliano Renato Schifani. «Un bel messaggio: grazie al referto che hai ritirato», commentava a quel punto Sammartino. Conversazioni criptiche per nascondere la missione che il parlamentare, che dopo la notifica della sospensione dalle funzioni pubbliche decisa dal gip ha rimesso gli incarichi di governo, aveva affidato al carabiniere.

     

    uno degli incontri monitorati dalla procura nell'inchiesta che coinvolge luca sammartino uno degli incontri monitorati dalla procura nell'inchiesta che coinvolge luca sammartino

    Sammartino, già coinvolto in due indagini per corruzione elettorale, viveva nell’angoscia di essere sotto controllo e oltre alle microspie cercava notizie riservate. Sempre tramite l’ex luogotenente avrebbe offerto denaro all’appuntato dell’Arma Antonio Battiato, come Cunsolo indagato per corruzione, per scoprire se a suo carico pendevano indagini. «E poi quel famoso miracolo. Noi possiamo saperlo o no?», chiedeva Sammartino.

     

    «Quello di quel procedimento…Sto aspettando perché mi devo vedere in questi giorni», lo rassicurava l’ex luogotenente alludendo a un incontro prossimo con Battiato, che ieri è comparso davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia. Un faccia a faccia finito con l’ammissione dei fatti ma con la netta smentita di aver preso soldi. «Ho commesso una leggerezza per fare un favore a un amico, un collega in pensione», perché «insisteva e mi sembrava male», ma «non ho mai preso denaro» e ho fatto «tutto fuori dal servizio», ha detto.

    uno degli incontri monitorati dalla procura nell'inchiesta che coinvolge luca sammartino uno degli incontri monitorati dalla procura nell'inchiesta che coinvolge luca sammartino

     

    L’attività di intelligence dei presunti complici del deputato diede esiti negativi: nella segreteria di Sammartino non fu trovato nulla. Ma la «microspia» c’era ed era stata attivata dai carabinieri con un apposito sistema «anti-bonifica».

     

    Secondo la ricostruzione della Procura, per il «lavoro» il parlamentare avrebbe consegnato in due tranche 400 euro a Cunsolo che avrebbe poi girato il denaro a Battiato. E davanti al gip ieri è comparso anche Santi Rando, il sindaco di Tremestieri arrestato con l’accusa di aver preso i voti del clan Santapaola.

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