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    “SE DIECI ANNI FA DICEVI MOSCA, NON PENSAVI ALLA CAPITALE DELLA RUSSIA MA A MAURIZIO” – IL RICORDO DI SANDRO SABATINI (SPORT MEDIASET) NEL DECENNALE DELLA SCOMPARSA: "AVEVA IRONIA E AUTOIRONIA. NE FACEVA AMPIO USO. NE ABUSAVA. HA INSEGNATO TV SENZA ATTEGGIARSI A MAESTRO. IL SUO RICORDO NON DIVENTI UNA SCIA DI SCHIAMAZZI, BATTUTINE  “PENDOLINI”. A DISPETTO DEI RICORDI OCCASIONALI AFFIDATI A YOUTUBE, SI PUÒ DIRE CHE..." - VIDEO


     
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    Sandro Sabatini su Facebook

    maurizio mosca maurizio mosca

     

    Se dicevi #Mosca, dieci anni fa, per prima cosa non veniva in mente né la capitale della Russia né un personaggio della Casa di Carta. Dieci anni fa moriva Maurizio, Mosca. Giornalista bravissimo, opinionista fortissimo, personaggio grandissimo. Superlativo, come gli aggettivi, nei suoi eccessi. Perché in tv era ironico e divisivo, intuitivo e scaltro, bomber e fantasista. Completo. Ma pure “esageratissimo”. E quest’ultimo superlativo è una sgrammaticatura voluta, per mettere in guardia dai racconti che se ne fanno dopo un decennio.

    maurizio mosca maurizio mosca

     

    Giornali e tv, radio e social: chi oggi lo ricorderà, non potrà evitare di appiccicargli il link di qualche video cliccatissimo sul web. C’è la trasmissione in cui un tizio approfitta delle telefonate in diretta e lo insulta; Mosca prima manda la pubblicità, poi annuncia che il tizio <<è già stato arrestato>>. Oppure un battibecco con Zenga in cui rivela un litigio di spogliatoio, con l’ex portiere dell’Inter che si collega e smentisce. Non può mancare una “bomba” di calciomercato. E non stupisce la vivacità di un sondaggio per spaziare disinvolto da <<chi è più forte tra Totti e Del Piero>> a <<meglio panettone o pandoro?>>.

    sandro sabatini giorgia rossi sandro sabatini giorgia rossi

     

    O infine l’inimitabile, e infatti mai più imitato, gioco del pendolino: pronostici volutamente balordi. Fatti anche per prendere in giro quelli che i pronostici li facevano seri. E li sbagliavano, come lui.

     

    Aveva, in dosi quasi uguali, ironia e autoironia. Ne faceva ampio uso. Forse troppo. Ne abusava. Così i tifosi gli erano affezionati, ma non lo prendevano sul serio. E sbagliavano. Perché Mosca inventava il giornalismo televisivo mentre era in diretta. D’istinto. Affidandosi al talento (ovviamente purissimo, altro superlativo). Ecco le voci dei tifosi, le telefonate in diretta: intuizione sua. Il bisticcio polemico con il personaggio intervistato: ne era maestro. Le notizie di calciomercato tutto l’anno e non solo nei mesi estivi: un precursore. Le domande spiazzanti per alimentare la discussione: il suo pane. Le previsioni azzardate alla vigilia e poi l’esasperazione dei voti in pagella: c’è ancora la sua firma, e sono passati dieci anni dalla sua morte.

     

    Ha insegnato televisione senza atteggiarsi a maestro, e senza neanche rendersene conto. Ha espresso giornalismo molto più solido dell’apparenza. Dietro ogni sua notizia “bomba” c’erano decine di telefonate autentiche, confidenziali, puntigliose e dettagliate con tutti i più grandi personaggi dello sport italiano. Ha scherzato tanto, ma non ha mai preso in giro nessuno.

    sandro sabatini eleonora boi sandro sabatini eleonora boi

     

    Quindi, il suo ricordo non diventi una scia di schiamazzi. Né una colonna sonora di battutine o un’eco di “pendolini”. A dispetto dei ricordi occasionali affidati a YouTube, a dieci anni dalla scomparsa si può dire – si deve dire – che era molto ascoltato. Rispettato e ammirato. Se ai tifosi del calcio dicevi Mosca, pensavi davvero a Maurizio. Fino a dieci anni fa, sicuro. E almeno oggi, si spera.

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