mercato piazza san cosimato
La fila già di prima mattina per il rifornimento di frutta e verdura. Poi la coda si ingrossa, diventa fitta fino ad assumere i connotati di assembramento nonostante i divieti imposti per evitare la diffusione del coronavirus. Così alcuni residenti di Trastevere chiamano il municipio I perché lì, a piazza San Cosimato, il mercato rionale ha riaperto i battenti e c’è la calca. Quindi scatta il blitz dei vigili urbani, attivati dal Campidoglio per ripristinare l’ordine. La scena risale a lunedì scorso ma già qualche giorno prima c’era stato un caso simile, distanze di sicurezza azzerate, al mercato Trionfale.
Questo perché da quelli in via Niccolini e piazza San Giovanni di Dio, a Monteverde Vecchio, al mercato Vespri Siciliani, nei pressi di piazza Bologna, fino a Ostia e, come detto, Trionfale e San Cosimato, seppure seguendo precise prescrizioni, i banchi di frutta e verdura tornano ad occupare le piazze andando oltre il divieto fissato dal Dpcm dell’11 marzo, quello che di fatto ha blindato in casa gli italiani e chiuso le attività di vendita al dettaglio, generi alimentari a parte ma mercati all’aperto compresi. Il provvedimento è necessario, però manda in sofferenza l’intero settore del commercio: oggi, infatti, la Regione Lazio presenta un pacchetto di misure anti-crisi che, probabilmente, toccherà il tema degli affitti dei negozi.
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I problemi a Roma sui mercati rionali, però, sono pure tema sociale: i municipi temono la desertificazione e spingono per riaprirli, mentre il Campidoglio tende a tenere tutto chiuso il più possibile.
Così, a seguito di una nota urgente diramata dalla Polizia locale di Roma Capitale lo scorso 13 marzo, ovvero due giorni di riflessione dopo il Dpcm, scatta il compromesso che porta le piazze a veder balenare una nuova possibilità per far tornare a battere il cuore commerciale dei quartieri: «Sarà sottoposta a valutazione la possibilità per gli operatori di presentare un progetto volto ad assicurare lo svolgimento dell’attività mercatale nel rispetto delle condizioni di sicurezza previste dalla normativa». In pratica, gli operatori elaborano un progetto «che includa una recinzione ed un presidio adeguato a contingentare gli accessi e a mantenere la distanza di sicurezza» e, se viene approvato dal municipio competente, incassano il nullaosta per tornare in piazza a vendere frutta e verdura. Tutto fila finché le prescrizioni non saltano, come lunedì scorso a piazza San Cosimato e come talvolta succede nelle altre zone della città, tanto che ormai i vigili sono costretti a fare le sentinelle. «Il primo controllo deve essere municipale: alcuni municipi come il VII e il X controllano tutti i mercati, ma altri, tipo il municipio I, li vedo disattenti e a volte dobbiamo essere noi a intervenire», dice il presidente della commissione capitolina Commercio, Andrea Coia.
NICOLA ZINGARETTI