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    “MI SCOPRI’ CECCHETTO A UNA FESTA A CASA DE MITA” - SANDY MARTON MEMORIES: “DOPO 'PEOPLE FROM IBIZA' SONO DIVENTATO UN MOSTRO DI SEX APPEAL. AVEVO AVUTO UNA GRAN DONNA CHE ME L’AVEVA FATTO CAPIRE: ALBA PARIETTI. CON LEI CI FU SOLO UN FLIRT” – “AL FESTIVALBAR ARRIVAI NUDO IN CAMERINO: LA FOLLA DI FAN MI AVEVA SPOGLIATO” - "HO SPESO TUTTO IN VIAGGI E FESTE E DROGHE, TUTTE, TRANNE L’EROINA. HO SCRITTO POCHE CANZONI? PREFERIVO STARE A IBIZA A FARE IL FIGO - “LE DONNE? MI SONO INNAMORATO DUE VOLTE MA SONO STATO LASCIATO. LE MIE EX NON HANNO VOLUTO CAPIRE CHE…” - VIDEO


     
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    Estratto dell'articolo di Candida Morvillo per corriere.it

     

    sandy marton sandy marton

    Claudio Cecchetto raccontava così, al Corriere , come scoprì Sandy Marton, il ragazzo che, negli anni ’80, spopolò cantando People from Ibiza: «Lo vidi in discoteca e pensai: questo piacerà alle donne perché è così bello che piace anche a me. Allora, lo chiamai alla consolle, dissi “vi presento un amico”. Sandy è uscito e ho sentito un “oooh”: io ero scomparso e c’era solo lui».

     

    Sandy, se lo ricorda quel momento?

    «Sicuro, rimasi scioccato. Ma non era una discoteca, era una festa di Antonio De Mita».

     

    Il deputato?

    «Quello di Napoli. Io neanche sapevo dov’ero, credo si festeggiasse il compleanno della figlia, ero arrivato da Milano con amici. Avevo 23 anni, i capelli biondi lunghi fino al sedere. Tutte le donne fecero ooh e si chiesero: chi è questo qua?».

     

    (...)

    Siamo nel 1985. People from Ibiza è dell’84.

    alba parietti alba parietti

    «Infatti, dopo, sono diventato un mostro di sex appeal».

     

    E come successe?

    «Avevo avuto una gran donna che me l’aveva fatto capire: Alba Parietti».

     

    Quanto siete stati fidanzati?

    «Non siamo stati fidanzati. Fu, come si dice? Un flirt».

     

    Come nasce la canzone che l’ha reso famoso?

    «Claudio vide che piacevo e disse: facciamogli fare qualcosa. Mi battezzò Mister Basic e mi fece cantare Ok Run, che andò più o meno bene. Al che, gli dissi: provo a scrivere io un pezzo. Mi chiudo in casa e, per tre mesi, mi vergogno di cantare. Poi, scrivo cinque o sei brani, ma lui: sono belli, però la gente non balla questa roba. Mi arrabbiai e pensai: ora ti faccio vedere io».

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    Torna a casa e scrive People from Ibiza?

    «La scrissi in un pomeriggio. Partii copiando una sequenza jazz del violinista Jean-Luc Ponty e un arrangiamento di Yuki Sakamoto, da Merry Christmas Mr Lawrence. Funzionava e chiesi a Claudio se potevo parlare di Ibiza. E lui: cos’è Ibiza?».

     

    Lei come e perché conosceva quell’isola?

    «Me ne aveva parlato un pizzaiolo. Andai a vederla e, invece di sette giorni, rimasi sei mesi. Quando finirono le 400 mila lire che avevo in tasca, vendetti il mio orologio di Cartier. Quando andai via, piangevo. Lì mi sentivo e mi sento a casa. In quegli anni, Ibiza era incredibile: Nina Hagen, la cantante punk, usciva portandosi un ragazzino al guinzaglio, era il suo fidanzato; Xavier Cugat, il compositore di colonne sonore, usciva con una Rolls Royce bianca e una chauffeur di colore vestita di nero. C’erano più personaggi che persone normali».

     

    Cosa succede quando esce il pezzo?

    «Che faccio il primo Festivalbar, poi accompagno un amico in piazza Duomo, vengo circondato da 500 ragazze e dobbiamo nasconderci in una farmacia. Alla terza sera di festival, arrivai nudo in camerino: la folla di fan mi aveva spogliato. Fu un successo mondiale. Conoscere Claudio fu un gran colpo di fortuna».

    claudio cecchetto gioca jouer claudio cecchetto gioca jouer

     

    Sbaglio a pensare che diventò ricchissimo?

    «No, ma ho speso tutto varie volte. In viaggi e feste. Ho fatto costantemente quel cavolo che mi pareva. Tipo: un giorno decido di vivere a Parigi. Arrivo, prendo una carta platino in banca, esco, vedo un concessionario Harley Davidson e compro le due moto più care. Ho fatto molti soldi anche fuori dalla musica».

     

    Era socio, a Ibiza, del ristorante Dos Lunas e poi?

    «Ci venivano Bjorn Borg e Loredana Bertè, George Michael, i principi di Monaco. E a Parigi e Madrid avevo una catena di ristoranti, La Vaca Argentina, che ho venduto a Nestlé. Ho rispeso tutto, ma vivo bene, ho case che affitto, faccio serate, prendo i diritti d’autore».

     

    Ha speso anche in droghe?

    «In tutte quelle che c’erano, tranne l’eroina. Adesso non più, ora, vivo in pace con me stesso».

     

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    Perché, a parte poche canzoni, non ha più scritto?

    «Perché preferivo stare a Ibiza a fare il figo».

     

    Come vive lì?

    «In una casa con la vista sulle saline e Formentera. La vista è tremendamente importante: quando ti svegli qui, non puoi deprimerti. Ogni giorno, cammino in spiaggia, faccio pugilato. Da 15 anni, non vado più in discoteca. Ho una vita da pensionato».

     

    L’amore l’ha trovato?

    «Mi sono innamorato due volte, per quattro e per nove anni, ma sono stato lasciato. Le mie ex non hanno voluto capire che, a volte, ho bisogno di stare da solo».

     

    Non le secca essere identificato con una sola canzone?

    «Scherza? Io sono felice di aver avuto quel successo e felice di averlo lasciato».

     

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