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    LE REGIONI GODONO DI UNA PESSIMA SALUTE – LA SANITÀ ITALIANA È SEMPRE PIÙ ALLA DERIVA: 15 REGIONI HANNO I CONTI IN ROSSO (CON LO SPETTRO DEL COMMISSARIAMENTO) E 7 NON RIESCONO A GARANTIRE I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA. POI CI SONO I MEDICI IN FUGA VERSO LA PENSIONE E LO STRESS DI CHI RESTA CHE FA COMMETTERE 100 MILA ERRORI ALL'ANNO IN CORSIA – NEL 2024 POSSIBILI I PIANI DI RIENTRO CON ALTRI TAGLI DI PRESTAZIONI E BLOCCHI ALLE ASSUNZIONI


     
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    Estratto dell'articolo di Paolo Russo per “La Stampa”

     

    SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO - OSPEDALE SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO - OSPEDALE

    Con 15 Regioni dai conti in rosso, 7 che non riescono a garantire i livelli essenziali di assistenza, medici sempre più in fuga verso la pensione e lo stress di chi resta che fa commettere 100 mila errori all'anno in corsia, la sanità sembra andare sempre più alla deriva. L'inflazione, in quattro anni, nel 2024 si sarà mangiata 15 miliardi di finanziamenti. Così tre Regioni su quattro non riescono più nell'impresa di tenere i bilanci in pareggio, come documenta il recente rapporto sul Coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti.

     

    sanità- i conti delle regioni - la stampa sanità- i conti delle regioni - la stampa

    Che non tiene conto del miliardo e passa di rimborsi mai arrivato da parte delle industrie biomedicali, ma regolarmente iscritti in bilancio dalle Regioni. Nonostante questo le perdite estese: erano di 800 milioni nel 2020,

     

    Intanto con i bilanci 2022 riportati ancora in blu sono rimasti solo Lombardia, Veneto, Umbria, Marche, Campania e Calabria. Ma in molti casi si tratta di avanzi irrisori. Tutte le altre Regioni sono invece in rosso: quelle messe peggio sono le Province autonome di Trento e Bolzano, rispettivamente a -243 e -297 milioni, la Sicilia a -247 e il Lazio, che accusa una perdita di oltre 216 milioni.

     

    […] Per cui c'è il fondato timore che il 2024 diventi l'anno dei commissariamenti e dei relativi piani di rientro in sanità. Con tutto quel che segue in termini di tagli alle prestazioni e blocco delle assunzioni. Tra l'altro, come documentano sempre i magistrati contabili, le Regioni in piano di rientro sono quelle che vedono crescere più lentamente la spesa sanitaria per singolo cittadino, facendo aumentare così le diseguaglianze territoriali già marcate, visto che la spesa pro-capite va dai 2.

     

    orazio schillaci foto di bacco orazio schillaci foto di bacco

    Quando il piatto piange non c'è poi da stupirsi se si fa anche fatica a garantire i livelli essenziali di assistenza, i cosiddetti Lea. Secondo l'ultimo monitoraggio effettuato dal ministero della Salute nel 2021, sono 7 le Regioni che non sono riuscite a garantirli: Alto Adige, Molise, Campania, Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta e Calabria, con le ultime tre peggiori delle altre viste che la bocciatura riguarda tutte le aree assistenziali esaminate, a parte quella della prevenzione per la Sardegna, che va però male nell'assistenza ospedaliera e in quella distrettuale del territorio.

     

    […]  Dopo i milioni di prestazioni saltate durate l'emergenza Covid, il recupero riguardo i ricoveri ospedalieri si è fermato al 66%, con Nord e Centro però rispettivamente al 72 e al 78% mentre il Sud è inchiodato al 40%. Stesso discorso vale per visite e analisi, con un recupero che a livello nazionale è del 57%, ma che vede il Nord all'81%, il Centro al 79% e il Sud a uno striminzito 15%. E mentre nelle Regioni economicamente più forti chi non si è servito del servizio pubblico nella maggioranza dei casi si è diretto pagando verso il privato, nel Meridione - dove questa disponibilità di spesa non c'è - il grosso delle prestazioni saltate in Asl e ospedali si è tradotto in molti casi in rinuncia alle cure tout court.

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    L'aspetto che poi fa più rabbia è che nonostante il governo abbia stanziato 500 milioni per il taglio delle liste di attesa, 152 non sono stati spesi, in pratica un euro su tre. Ma anche in questo caso con grandi differenze territoriali, visto che al Nord è stato usato il 92% delle risorse, al Centro il 57% mentre al Sud solo il 41%.

     

    il buco alla sanita a causa delll'inflazione - dati la stampa il buco alla sanita a causa delll'inflazione - dati la stampa

    Con i soldi che mancano, le inefficienze che pesano, ad aggravare il tutto c'è la fuga dei medici, che lascia sempre più sguarnite le nostre strutture. I dati appena pubblicati dell'Enpam, l'ente previdenziale dei camici bianchi, sono sconfortanti. Dal 2014 al 2022 infatti i dottori che hanno lasciato per andare in pensione - o per raggiunti limiti di età o perché stanchi al punto da voler attaccare in anticipo il camice al chiodo - sono aumentati del 257%. Solo lo scorso anno la spesa per prestazioni previdenziali dei medici è salita del 14,4%. […]

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