Carlo Moretti per "la Repubblica" - Estratti
ghali
Visto alla prova generale, il Festival è soprattutto un palco che non ti aspetti. Molto più colorato e tecnologico di quelli realizzati per le scorse edizioni. Nessuna foto vista finora poteva esprimere tutto il potenziale delle scenografie disegnate per la 74esima edizione da Gaetano Castelli e da sua figlia Chiara. Un palco così può accoglierti ma anche inghiottirti, con quei due giganteschi meccanismi che si aprono come una bocca di luci tra le due scale laterali.
Lo sanno bene Ghali e Dargen D’Amico, richiamati all’ordine dall’assistente di palco, in modo da evitare incidenti: «All’inizio del pezzo il meccanismo si abbassa, rischia di colpirti in testa, devi fare almeno un passo avanti», ha detto a Ghali che cercava di scaricare la tensione ballando e muovendosi all’indietro.
La tensione è scivolata via e il rapper milanese ha cantato in modo impeccabile Casa mia .
Quando è arrivato il suo turno, anche Dargen D’Amico ha scoperto le insidie nascoste tra le meraviglie del palco: «Il tuo Sanremo… finisce qui», ha ironizzato il rapper rispondendo al direttore di palco con le pause giuste imparate facendo il giudice a X Factor. Sarà forse per sfuggire alla presa delle mandibole se a un certo punto Dargen è sceso in platea facendo il giro in mezzo al pubblico: il pezzo Onda alta ha così confermato tutte le sue potenzialità.
DARGEN D'AMICO
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I Ricchi e Poveri impegnati nel primo pezzo elettrodance della loro carriera saranno accompagnati da quattro ballerini: la canzone è divertente e loro la cantano al meglio. Ritmi da ballare anche per Angelina Mango, che si muove sul palco a passo di cumbia: il testo di La noia resta largamente impenetrabile ma è sufficiente la musica a metterla in una luce giusta.
Bella la resa nelle prove generali di Emma e di Irama, mentre Mr. Rain aggiunge altra tecnologia al palco già tecnologico di suo: prima che inizi l’omonima canzone, i tecnici montano per lui in tempi record due altalene. Renga e Nek cantano da maestri il loro amore in Pazzo di te, mentre Annalisa sfodera il suo tormentone, Sinceramente , con quel ritornello in cui scandisce “quando, quando, quando, quando”, una ripetizione che rischia di oscurare la famosa sequenza lanciata nel mondo da Tony Renis dal Sanremo del 1962.
loredana berte
Bene Geolier, bene i Negramaro ma su tutti spicca l’esibizione di Loredana Berté, che canta rivolgendo le parole a se stessa prima che al mondo. Una confessione della sua forza ma anche di tutte le sue debolezze: “Col cuore che ho spremuto come un dentifricio e nella testa fuochi d’artificio. Non ho bisogno di chi mi perdona, io, faccio da sola, e sono pazza di me perché mi sono odiata abbastanza. Prima ti dicono che sei pazza, poi ti fanno santa”. Aspettando che anche il Festival la porti finalmente in gloria.