Ottavio Cappellani per "Libero Quotidiano"
veronica panarello 9
È una storia di famiglia e di famiglie, questa di Veronica e del povero Loris, una storia di famiglia con tutte le accezioni che la parola “famiglia” può prendere in un paese del profondo Sud, sperso in mezzo a una campagna assolata da fare perdere il senno, o buia da evocare tutti i terrori: «Buio che era mammà, buio che era!» dirà la sorella di Veronica, riferendo alla madre il sopralluogo compiuto insieme alle forze dell’ordine nelle zone accanto al “mulino nero”, come lo chiamano gli abitanti del luogo.
Famiglie che, proprio come le loro omonime e mafiose, si creano per bisogno, terrore, costrizione, o, più semplicemente, perché non c’è dove altro andare, dove altro andare “a sbattere la testa”, come si dice da queste parti.
veronica panarello 7
La famiglia, in Sicilia, è da sempre il luogo dove attingere, a cui rivolgersi in assenza di uno Stato sempre troppo lontano, sempre troppo “cittadino”, mai “paesano” e meno che mai “campagnolo”: quella campagna in cui la noia e la natura aizzano il desiderio sessuale, dove Veronica scopre la madre parlare al telefono con un presunto amante, mentre il padre dorme di là, come dormono tutti i padri nel pomeriggio, volutamente chiudendo occhi e orecchie, e dove Veronica fa la “spia”, la “sbirra”, denunciando al padre il tradimento e ricevendone in cambio uno schiaffo che brucia tanto da farle inscenare un tentativo di suicidio, a pochi metri dal canalone dove anni dopo sarà ritrovato il piccolo Loris.
Sono storie di famiglie, storie in cui la fuga può essere soltanto l’ennesima famiglia. Storie di famiglie che si intrecciano, si alleano, e si tradiscono, dove i tradimenti si consumano all’interno di quei nuclei che accogliendoti ti imprigionano in nuove costrizioni che sono sempre le stesse.
santa croce di camerina loris stival
Nel momento in cui la storia tra David Stival e Veronica Panarello stava nascendo insieme alla vita di Loris, apprendiamo dall’ordinanza di fermo, ecco l’ennesimo tradimento di famiglia: Veronica avrebbe avuto una relazione con il fidanzato della cognata, sorella di David, sempre se l’ammissione della relazione extraconiugale fatta da Veronica alla madre sia vera, e non l’ennesimo atto di fantasia.
Sono storie di famiglie dietro i cui balconi serrati si consumano vendette covate per anni, ripicche, rabbie isteriche che possono apparire semplici dispetti e che invece palesano un odio represso per anni, come quando Veronica invita la sorella Antonella, in attesa di un bambino, per donarle il passeggino di Loris, salvo poi aggredire lei e il compagno colpevoli di avere un’automobile vecchia e di non possedere "un cellulare come quello che possedeva Veronica". Sono storie di famiglie, proprio come quelle mafiose, in cui tutto appare, tranne quello che dovrebbe essere l’amore, e dove il mutuo soccorso è solo una scusa per una nuova sopraffazione. Sono anche storie di famiglia conosciute dal paese.
LO SLIP TROVATO A SANTA CROCE DI CAMERINA E COMPATIBILE CON QUELLO DI LORIS STIVAL
È vero, come si è detto, che il paese si è chiuso in un mutismo dignitoso, e nessuno ha gridato all’«uomo nero», anche se a Santa Croce di Camerina c’è una delle più grandi comunità maghrebine, ma l’impressione resta: che si sappia, da sempre, come funzionano le cose “in famiglia” da queste parti. Famiglia e amici di famiglia, sui quali il paese parla, come quel Fausto Mandarà, genero del cacciatore Orazio Fidone che ha ritrovato il cadavere del bambino, chiamato in causa con un post su Facebook da Antonella Stival, zia del padre di Loris, e che lavora al Donnafugata Resort, proprio dove si è recata Veronica Panarello dopo quegli inspiegabili giri a bordo della sua Polo nera.
Antonella, sorella di Veronica, non lesina, con gli inquirenti, ipotesi e parole (parole che svelano, bisogna dirlo, anche da parte sua, un livore atavico nel confronti della sorella sospettata di infanticidio): «Non posso escludere che sia stata lei» dice durante un interrogatorio, e ancora, riferendosi alla sorella, «È fuori di testa», «Fa le sceneggiate, come quando finse uno svenimento di fronte alle maestre che erano venute a farle visita», «Le avevano appena detto che le era morto il figlio e lei pensava a cacciare via me e mia madre, o a chiedere a mia madre chi fosse il suo vero padre».
loris ucciso a 8 anni 9
Ed è sempre la sorella di Veronica che suggerisce agli inquirenti l’esistenza di un secondo cellulare, che conterrebbe foto di Loris: "Il lunedì sera Veronica ha detto di aver nascosto talmente bene il suo cellulare che conteneva le foto e i video di Loris; Veronica ha detto che avrebbe dato quel cellulare solamente alla persona che sarebbe stata in grado di farle 10 dischetti con i video di Loris. Io - continua Antonella Panarello - non ho visto qual era il cellulare in quanto Veronica lo aveva già ben nascosto".
andrea loris stival
Anche su questa seconda utenza è stata sentita ieri Veronica, durante l’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo, conclusosi intorno alle diciannove e un quarto, le cui risultanze dovranno essere rese note entro stasera. E una storia di famiglia e di famiglie, questa. Di famiglia e di famiglie dove si resta impantanati come nelle sabbie mobili di una palude, quella stessa palude sulla quale, secondo le parole di Rabelais, sorge Santa Croce di Camerina.