DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Giacomo Salvini per il Fatto Quotidiano - Estratti
“Resto? Certo”. La ministra del Turismo Daniela Santanchè non avverte pericoli. È sicura di sé. Non lascia.
Anche in caso di rinvio a giudizio a gennaio? “Assolutamente, io sono stabile al governo”. Ha appena finito di parlare dal palco di Atreju: affitti brevi e bed&breakfast (“nessun furore ideologico”) e Giubileo (“Si poteva partire prima ma Roma è pronta”) i temi del dibattito. Sono i dossier più importanti che Santanchè ha sul suo tavolo da qui ai prossimi mesi e ne parla con sicurezza. Come dire: non sono una ministra a tempo e non sono pronta a lasciare il governo.
Lo conferma poco dopo parlando con il Fatto Quotidiano. È inseguita dalle telecamere, Santanchè. Vestita tutta di verde: giacca scura, camicia chiara. Poi dai selfie dei militanti, dagli amministratori locali di Fratelli d’Italia che la cercano per stringerle la mano.
Ma sulla pedana della festa del Circo Massimo che la porta dal tendone principale a Radio Atreju, Santanchè si ferma a rispondere a qualche domanda. Provano a portarla via ma lei no, è convinta: “Io rispondo sempre a tutti…”. Quindi ministra si sente stabile al governo? “Certo, non mi vede? – risponde Santanchè – mi hanno detto che, vestita così, sembro un albero di Natale. Un riferimento che mi piace...”. E perché? “Perché ho le radici ben stabili dentro al governo come ministra del Turismo. E si ricordi un’altra cosa: gli abeti hanno radici profonde che arrivano in fondo...”.
La metafora è servita: resto, non me ne vado, non dovete trovare il successore. Ma anche se la rinviano a giudizio a gennaio? “Se mai dovesse succedere, assolutamente”, risponde Santanchè al Fatto allargando le braccia.Una posizione pubblica dietro cui si cela una strategia precisa che la ministra del Turismo ha già fatto sapere alla premier Giorgia Meloni: se dovesse essere rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano sul caso Visibilia, resterà al suo posto e non si dimetterà.
Il reato, è la tesi della ministra di Fratelli d’Italia, infatti non viene considerato grave per chi fa impresa e soprattutto non è facile da dimostrare. Ergo: le probabilità di condanna sono molto basse. Diverso è il discorso per l’indagine in cui Santanchè è imputata per truffa ai danni dell’Inps con l’accusa di aver chiesto 126 mila euro di cassa integrazione Covid per 13 dipendenti che invece stavano lavorando regolarmente. In questo caso, il ragionamento di Santanchè e dei dirigenti di Fratelli d’Italia è semplice: la competenza non è della Procura di Milano ma di quella di Roma, a partire dal fatto che l’Inps si trova nella Capitale.
L’indagine, dunque, deve ripartire da capo e deve essere spostata a Roma, è la tesi degli avvocati della ministra. La decisione sulla competenza arriverà a gennaio da parte della Cassazione, ma i vertici di Fratelli d’Italia e del governo sono convinti che alla fine tutto sarà spostato a Roma. A quel punto l’ipotetico rinvio a giudizio potrebbe essere rimandato di mesi, addirittura a fine 2025. Insomma, si vedrà. Sarà anche per questo che la ministra del Turismo Santanchè si sente così sicura e stabile nel governo Meloni.
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