Estratto da www.corriere.it
alicia keys
Come tante teorie, complottistiche o meno, anche l'effetto Mandela torna ciclicamente di tendenza. Durante l'ultimo Super Bowl se ne è parlato perché l'esibizione di Alicia Keys nell'Half Time, in qualche momento imprecisa, è stata subito modificata e pubblicata online senza imperfezioni, come ha spiegato The Verge.
Così da causare in milioni di persone, che hanno assistito in diretta alla performance, un ricordo in qualche modo distorto. Ha stonato davvero la cantante? O tanti se lo sono solo immaginato? Questo è il cosiddetto Effetto Mandela: il nostro cervello a volte è convinto di aver visto, sentito o letto qualcosa che invece (forse) non è mai successo.
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Piccoli dettagli, Non ci sono evidenze scientifiche che spieghino il fenomeno, ma da diversi anni il tema è discusso, online e non, tra forum appositi su Reddit e post che circolano sui social.
La prima volta che si è parlato di effetto Mandela è stato nel 2009. Fiona Broome, studiosa del paranormale, durante un incontro parla della morte di Nelson Mandela negli anni '80, ricorda il discorso della vedova e la trasmissione in diretta delle esequie. Anche alcuni dei partecipanti ammettono di avere la stessa memoria dell'avvenimento. Peccato che nel 2009 Mandela fosse ancora vivo, morirà infatti nel 2013.
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Come si è verificato questo fenomeno? Come si spiega sul sito di divulgazione scientifica Geopop, è una sorta di telefono senza fili per cui il nostro cervello immagazzina dei dettagli errati di un'esperienza per poi trasformarli in ricordi reali. Le cause possono essere psicologiche, ma anche dettate da un «risparmio energetico» del nostro corpo, oppure per un motivo biologico legato a dei traumi o lesioni subìti dal cervello.
Da 15 anni circolano, soprattutto online gli esempi di effetto Mandela. Per esempio, alzi la mano chi è sicuro di ricordare la famosa frase «Specchio, specchio delle mie brame...» tratta da Biancaneve, film d'animazione Disney. Errore, perché in realtà la frase è «Specchio, servo delle mie brame...». […]
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