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E VOI SAPETE COSA SONO I ''FOBO''? - TRA LE PATOLOGIE DA BLACK FRIDAY C'È LA ''FEAR OF BETTER OPTIONS'', IL TERRORE DI SCEGLIERE L'UOVO OGGI E POI PENTIRSI DAVANTI ALLA GALLINA DOMANI. NELLO SHOPPING VUOL DIRE RESTARE PARALIZZATI DAVANTI AGLI ACQUISTI, CONVINTI CHE SIA IN ARRIVO UN MODELLO MIGLIORE O SCONTI PIÙ ALTI. MA VALE PER TUTTO, PURE IN AMORE: PERCHÉ METTERMI CON QUESTA TIPA SE DOMANI INCONTRERÒ LA DONNA DELLA MIA VITA?
Raffaella Silipo per ''la Stampa''
Metti che finalmente quest' anno decidi di portarti avanti con gli acquisti di Natale e sfruttare gli sconti del Black Friday. Metti che hai pensato di regalare uno smartphone al figliolo adolescente iperconnesso - non è educativo, vero, ma bisogna pur sopravvivere - e trovi moltissime offerte, con un ottimo rapporto qualità prezzo. La situazione ideale?
Fin troppo. Finisce che, paralizzato dalle possibilità, non sai scegliere e ti ridurrai il 24 dicembre ad arraffare l' ultimo modello rimasto, facendo naturalmente un pessimo affare.
Benvenuto nel mondo dei Fobo: la nuova sindrome della nostra epoca ansiosa e accumulatrice è la «Fear Of Better Options», paura che arrivino occasioni migliori. È questo il nome dato all' indecisione 4.0 da Patrick McGinnis, l' imprenditore che aveva già individuato un' altra patologia della modernità, la Fomo, «Fear Of Missing Out», paura di essere esclusi.
Dalla notte dei tempi, decidere significa prendere una strada a scapito di un' altra, chiudere una porta, che si tratti di un paio di scarpe o un fidanzato. Ma oggi Internet ha accelerato il processo e più sono le strade possibili, più ci sentiamo sopraffatti. Difficile impegnarsi con il compagno di classe, quando si pensa a tutti i principi azzurri che si nascondono nel web.
E va a finire che la più bella non se la piglia nessuno, come dicevano le nonne con saggezza contadina, cercando di instillare nei bambini la poco nobile ma molto utile arte dell' accontentarsi. Dando voce a una filosofia spiccia - e consolatoria nei confronti di chi ha poche opzioni o poca libertà - che la scelta sia sopravvalutata: meglio averne poca.
Già, perché la Fobo è una malattia dei fortunati, dei liberi, dei ricchi di chance: l' uomo è biologicamente programmato per volere il meglio ma è spesso costretto a prendere quel che c' è. La sua nemesi è l' incapacità di cogliere le occasioni e arenarsi nella paralisi. In quest' ottica, persino la Brexit è un caso di Fobo: non è che a Londra manchino le opzioni per uscire dall' impasse politico con l' Ue, è che a ogni voto rimanda sperando in una migliore.
E quanto a immobilismo decisionale, in Italia non prendiamo lezioni da nessuno.
Forse dovremmo iniziare a pensare al contrario: faites vos jeux, consapevoli di quanta fortuna ci sia nello scartare un' opzione. E quanta poesia: la strada che non abbiamo preso, la porta che non abbiamo aperto, resteranno sempre con noi, immutate nella loro bellezza, non consumate dall' urto con la realtà. Come uno smartphone rimasto sullo scaffale.
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