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    ORA È CHIARO PERCHÉ L’AD DI GOOGLE, SUNDAR PICHAI, SPARA A ZERO CONTRO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: “OPEN AI”, CHE HA CREATO “CHATGPT”, RISCHIA DI PAPPARGLI IL MERCATO! – L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, POTENZIALMENTE MOLTO PIÙ “COMPLETA” RISPETTO A UN MOTORE DI RICERCA TRADIZIONALE, POTREBBE METTERE IN OMBRA GOOGLE FACENDOGLI PERDERE I 162 MILIARDI ALL’ANNO CHE L’AZIENDA GUADAGNA DALLA RICERCA WEB - SAMSUNG GIÀ PENSA DI SOSTITUIRE GOOGLE CON BING, CHE HA GIÀ INTEGRATO PARZIALMENTE QUESTA NUOVA TECNOLOGIA - VIDEO!


     
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    Estratto dell’articolo di Pier Luigi Pisa per “la Repubblica”

     

    sundar pichai sundar pichai

    Nella corsa all’intelligenza artificiale Google, come Meta, ha sempre dichiarato di voler mantenere un approccio responsabile. Sundar Pichai, amministratore delegato di Alphabet — la holding che controlla, tra le altre aziende, proprio Big G — è preoccupato. I rischi e i dubbi legati all’IA gli tolgono il sonno.

     

    sundar pichai audizione al congresso 5 sundar pichai audizione al congresso 5

    «Non abbiamo ancora tutte le risposte — ha detto Pichai alla popolare trasmissione “60 Minutes” della Cbs — e questa tecnologia si muove velocemente». Dietro i modi pacati e le parole rassicuranti, in realtà, ribolle un’azienda che rischia di perdere terreno prezioso. Il core business di Google, quella ricerca sul web che vale 162 miliardi di dollari all’anno, è in pericolo.

     

    Open AI, una piccola startup di San Francisco, ha rivitalizzato Bing, il motore di ricerca di Microsoft, con la stessa intelligenza artificiale usata da ChatGpt. Ora il “nuovo Bing” è in grado di dialogare con gli utenti come un essere umano.

     

    TRUFFE TELEFONICHE USANDO INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRUFFE TELEFONICHE USANDO INTELLIGENZA ARTIFICIALE

    È una rivoluzione che fa gola a molti. Samsung avrebbe addirittura preso in considerazione l’idea di rimpiazzare Google con Bing sui suoi dispositivi mobili. Quando negli uffici di Mountain View è trapelata la notizia, si è scatenato “il panico”. Lo scrive il New York Times , che sostiene di aver visionato delle comunicazioni interne sulla possibile minaccia. Non è difficile da credere.

     

    La ricerca su smartphone e tablet prodotti dal colosso sudcoreano porta nelle casse di Google circa tre miliardi di dollari all’anno. E in fondo l’azienda fondata 25 anni fa da Sergey Brin e Larry Page ha rafforzato la sua posizione dominante, nel search , sfruttando proprio canali cruciali come quelli di Samsung e Apple. A quest’ultima Google paga tra i 12 e i 15 miliardi di dollari l’anno per comparire come motore di ricerca predefinito sui suoi dispositivi: sono più di 1,5 miliardi gli iPhone in tutto il mondo.

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    Il contratto con Apple scade quest’anno. E il rinnovo potrebbe non essere più una questione di denaro. Ma di tecnologia. La nuova intelligenza artificiale generativa, capace di produrre testi e immagini come farebbe un uomo, non ha prezzo. Lo ha detto lo stesso Pichai: «Questa IA potrebbe avere un impatto sulla civiltà più significativo di quello che hanno avuto il fuoco e l’elettricità». […]

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