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    SAPETE QUAL E’ IL PRIMO STATO AL MONDO PER PRESENZA DI TIGRI? L’INDIA? BIRMANIA? NO, IN TEXAS! - TRA COWBOY E RANCH SE NE TROVANO 5 MILA - E NEGLI USA CE NE SONO TRA I 7 E I 10 MILA ESEMPLARI - C'È UN MERCATO NERO (DOVE UN CUCCIOLO COSTA MENO DI TREMILA EURO) - BASTA ANDARE ONLINE, SU SITI COME EXOTICANIMALSFORSALE.NET, CHE OFFRONO…


     
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    Luciana Grosso per “il Venerdì - la Repubblica”

     

    LE TIGRI APPARTENUTE A MICHAEL JACKSON LE TIGRI APPARTENUTE A MICHAEL JACKSON

    La notizia buona è che, nel mondo, ci sono molte più tigri del previsto: oltre diecimila, rispetto alle quattromila scarse che si temeva fossero rimaste. Quella cattiva è che moltissimi di questi grandi felini vivono in cattività, spesso in luoghi che nulla hanno a che fare con il loro ambiente naturale.

     

    Il primo Stato al mondo per presenza di tigri, infatti, non è l' India (come sarebbe nell' ordine delle cose) ma il Texas: tra cowboy e ranch si stima se ne trovino circa cinquemila, contro le tremila che circolano libere per le giungle dell' India. Né la stravaganza di allevare questi grandi felini come animali da compagnia riguarda solo il Texas: in tutti gli Stati Uniti ce ne sarebbero tra i sette e diecimila esemplari.

     

    I numeri arrivano dall' agenzia governativa americana Fish and Wildlife, che però avverte: si tratta di stime, è impossibile fare un vero censimento perché le tigri non vengono quasi mai registrate. «Solo 350 di quelle presenti in America vivono in strutture accreditate, come parchi, zoo o circhi» riporta lo Smithsonian Institute, «le altre sono sparse in ville, giardini e persino in appartamenti. Ogni Stato ha le sue leggi in materia, in alcuni non è nemmeno richiesta autorizzazione o registrazione».

    LA TIGRE MING CHE VIVEVA IN UN APPARTAMENTO A NEW YORK LA TIGRE MING CHE VIVEVA IN UN APPARTAMENTO A NEW YORK

     

    Per il conteggio delle tigri i funzionari dell'agenzia Fish and Wildlife hanno fatto così "indagini sul campo", raccogliendo testimonianze di veterinari e grossisti di carne (una tigre ne mangia circa otto chili al giorno) e segnalazioni delle guardie locali. Per quanto siano grosse e appariscenti, sembra che le tigri riescano a sottrarsi ai controlli, e anche alle leggi. Infatti, a fronte di Stati come appunto il Texas, ma anche delle due Caroline e dell' Alabama, che permettono il possesso di animali selvatici senza restrizioni, ce ne sono altri, come lo Stato di New York, che lo vietano.

    MIKE TYSON CON LA TIGRE MIKE TYSON CON LA TIGRE

     

    Eppure proprio da New York arriva la storia della tigre più famosa d'America, Ming, trovata nel 2003 in un appartamento di Harlem. In quel caso, la polizia, dopo aver fatto irruzione, scoprì che l' animale, di dieci anni, ceduto illegalmente da un parco del Minnesota, aveva sempre vissuto nello stesso appartamento di cinque stanze, in compagnia del suo padrone, il tassista Antoine Yates, dei suoi due coinquilini e dell' alligatore Al (un documentario, Ming of Harlem, racconta tutta la storia).

     

    Per quanto clamorosa, la vicenda di Ming non è la sola a essere entrata nelle cronache. Negli anni Novanta era celebre, per esempio, la passione di Mike Tyson e di Michael Jackson per le loro tigri; nel 2008, in Texas, una donna si presentò nel parcheggio di un supermercato con i suoi cuccioli di tigre; nel 2014, invece, una scuola di Miami ne ebbe una come ospite d' onore del ballo studentesco di fine anno e in Georgia, nel settembre 2017, un' altra scappò dal suo recinto e si infilò in metropolitana.

     

    tigri, allarme rosso in india 7 tigri, allarme rosso in india 7

    Ma è soprattutto il Texas a fare notizia: lì, si diceva, vivono circa cinquemila tigri (a Forth Worth c' è una villa nel cui giardino se ne contano 22). «La legge lo permette» spiegano dall'associazione Big Cat Rescue (bigcatrescue.org), che si occupa di recuperare felini maltrattati e ha un grande parco a Tampa, in Florida. «È richiesta soltanto una registrazione dell' animale su base volontaria. Ma non la fa nessuno: le tigri registrate sono solo cinquanta».

     

    tigre contro orso 7 tigre contro orso 7

    Non solo: «Il Texas» ha spiegato in un' intervista Ben Callison, presidente della Humane Society of the United States, «è uno Stato molto cristiano e molto liberista, dove si è convinti che all' uomo spetti il dominio assoluto su tutto il creato, animali selvatici compresi. E che nessuna legge possa limitare questo dominio. Per questo, spesso, vengo chiamato "comunista" quando lavoro perché siano vietate le tigri domestiche: chi ne ha una in giardino sente di avere avuto il diritto di tenerla direttamente da Dio».

     

    Del resto il possesso di un grande felino è facilitato dal fatto che comprarne uno è molto facile. C' è il mercato nero (dove un cucciolo costa meno di tremila euro e viene fatto entrare negli Stati Uniti passando dai porti di ingresso americani, a maglie molto larghe: solo 64 su 328 sono soggetti alle ispezioni su flora e fauna); ma non serve neppure rivolgersi alla criminalità, visto che esiste un mercato interno, comodo, pratico, accessibile e legale. Basta andare online, su siti come exoticanimalsforsale.net, che offrono un po' di tutto, inclusi bradipi, lemuri e volpi.

     

    il pasto della tigre il pasto della tigre

    «Inoltre i grandi felini, in cattività, tendono a figliare molto» spiegano i volontari dell'associazione ambientalista Minute Earth, «fino a dodici cuccioli l'anno, contro i tre o quattro che nascono in libertà. Questo fa sì che ci sia un enorme mercato. E poi gli animali nati in America non sono neppure protetti dall' Endangered Species Act, che si applica solo alle specie selvatiche e in pericolo».

     

    Quindi nessun problema legale. Ma come stanno poi questi animali? «I felini» spiega Giuliano Ravasio, veterinario dell'Università di Milano, «se chiusi in un ambiente ristretto, tendono a sviluppare qualcosa di simile alla nostra noia, che genera tic e nevrosi come quello, tipico, di camminare su e giù. Inoltre, per quanto siano addomesticati e abituati all'uomo, i felini hanno una forte componente di territorialità e di dominanza che, più ancora della fame, li rende aggressivi». Non è un caso dunque che, dagli anni Novanta a oggi, negli Stati Uniti, siano avvenute più di ottocento aggressioni di tigri verso gli umani, 24 delle quali mortali.

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