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    L’UNICA RIFORMA DA FARE È QUELLA FISCALE! – SAPETE QUANTO VALE L’EVASIONE TRIBUTARIA E CONTRIBUTIVA? 110 MILIARDI, CIOÈ PIÙ DELLA METÀ DEI SOLDI CHE STIAMO ASPETTANDO CON IL CAPPELLO IN MANO DA BRUXELLES – UN ESEMPIO: DA 20 ANNI C’È UNA NORMA CHE ABBASSA IL PRELIEVO SULLE RENDITE FINANZIARIE DAL 26 ALL’11%. PERCHÉ? – POI C’È L’ENORME PROBLEMA DELLA MANCATA COMUNICAZIONE TRA BANCHE DATI…


     
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    Fabio Savelli per www.corriere.it

     

    Per ogni due euro che stiamo per prendere dall’Europa ne avremmo già uno in cassa ogni anno. Questo l’Europa lo sa ed è per questo che nel mezzo della crisi più importante dal dopoguerra ha deciso che oltre il 70% dei soldi che ci dà non li regala. Ma li presta. Le risorse del Recovery fund ammontano a 209 miliardi, l’evasione tributaria e contributiva è di quasi 110 miliardi. Se c’è una riforma da fare è quella fiscale.

     

    TOMMASO DI TANNO TOMMASO DI TANNO

    In tema di redditi finanziari ad esempio il problema è la scarsa tassazione delle plusvalenze dalle partecipazioni azionarie che pone l’Italia un Paese fortemente incentivante per i «padroni», chi ha quote di controllo di società ad azionariato diffuso.

     

    ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

    «Formalmente si paga su essi il 26%. Salvo che periodicamente vengono varate norme che consentono la rivalutazione delle partecipazioni con aliquote forfettarie molto più basse: originariamente, cioè nel 2000 del 4% oggi del 11%.

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    La norma del 2000, che peraltro interveniva dopo altre norme analoghe di periodi ancora precedenti, è stata nei fatti prorogata per 20 anni di seguito attraverso il puro e semplice – ed invisibile all’occhio inesperto – spostamento in avanti della scadenza, spesso di pochi mesi (nell’ultima versione di 45 giorni)», spiega il professor Tommaso Di Tanno, fondatore della «Di Tanno Associati», realtà di riferimento nella consulenza fiscale.

     

    Per ridurre l’evasione bisognerebbe archiviare una volta per tutte, e l’ha appena chiesto in Parlamento anche il direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, la separazione tra chi riscuote le tasse e chi iscrive a ruolo quei debiti col Fisco.

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    Abbiamo 8mila Comuni che iscrivono a ruolo miliardi di posizioni, tra multe e bollette Tari non pagate. Il tempo scorre inesorabile fino alle cartelle fiscali, poi deve essere l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a farsi carico dell’onere. Quando invece potrebbero fare da sé.

     

    risparmi risparmi

    Lo Stato si comporta allo stesso modo se si tratta di un debito di 150 euro frutto del pagamento non corrisposto di una multa o una frode societaria da 200mila. Le banche dati poi non comunicano. Da quella della Guardia di Finanza a quella delle Entrate a quelle delle procure che lavorano sui grandi contribuenti. Figurarsi se comunicano con quelle delle migliaia di municipalizzate dello smaltimento rifiuti.

     

    Peccato. Perché abbiamo già un mega-cervellone fiscale alla Laurentina, quadrante sud di Roma. Si chiama Sogei, società pubblica interamente controllata dal Tesoro. Nei suoi database ha miliardi di informazioni. Tutti i dati delle dichiarazioni precompilate. Tutti i dati della fatturazione elettronica in vigore dall’anno scorso. Interroghiamola più spesso. Stiamo ragionando su un cloud nazionale che custodisca questi dati e permetta di incrociarli. Lo facciamo anche in chiave anti-evasione?

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