Da "I Lunatici Radio2"
enrico vanzina
Enrico Vanzina è intervenuto ai microfoni diRai Radio2nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni giorno dall'1.30 alle 6.00 del mattino.
Vanzina si è lasciato andare ad una lunga chiacchierata: "Non mi sento un Maestro, i maestri sono quelli importanti, che insegnano nelle scuole, io faccio il cinema, faccio divertire la gente. Io e mio fratello sin da giovanissimi abbiamo avuto un grandissimo successo, un successo così continuativo ha irritato qualcuno, chi fa il cinema popolare non è troppo simpatico ai salotti, a chi scrive di cinema pensando di scrivere la Divina Commedia.
Quando mio fratello qualche mese fa è scomparso c'è stato un intero Paese che mi si è stretto attorno, ringrazio i nostri spettatori, perché noi abbiamo fatto il cinema per loro, non per le prime pagine dei giornali".
martina stella con enrico vanzina
Su Natale a Cinque Stelle: "Ancora non posso parlarne, il 3 dicembre ci sarà una conferenza stampa. Era l'ultimo progetto che io e Carlo volevamo fare, poi Carlo non ce l'ha fatta, mi ha chiesto di farlo dirigere ad un suo amico, Marco Risi, figlio di Dino Risi. Abbiamo fatto un film molto sorprendente, perché dopo tanti anni che non facciamo film di Natale ne riproponiamo uno molto pulito, buffo, carino.
carlo e enrico vanzina
Un film che parla dell'Italia e della politica italiana attraverso una storia buffissima, ma lo fa senza moralismo e senza cattiveria. Senza ideologia, solo per sorridere, per far vedere la situazione del Paese vista attraverso gli occhi di chi ci comanda. Questo film per me è stato una grande valvola di sicurezza, perché quando Carlo è scomparso ho avuto il panico. Questo film è dedicato a lui".
Sul rapporto tra i Vanzina e la gente:"Il compito del cinema è stare dalla parte delle persone e cercare di capire le ragioni anche di chi ha torto. Spesso i nostri personaggi hanno torto. Mi accorgo che in realtà non abbiamo raccontato il Paese, ma quanto sono simpatici gli italiani.
enrico vanzina
Anche nei momenti di disarmo ed esasperazione, anche i personaggi più fessacchiotti, si portano dietro una carica di simpatia enorme. E lo fanno anche quando sbagliano, quando sono ignoranti, quando sono deboli. Lo dovremmo dire in Europa. Noi siamo più simpatici degli altri, ci lascino un po' di deficit in più. Il segreto del nostro lavoro è stato quello di non avere mai la puzza sotto al naso.
Abbiamo sempre vissuto esattamente la vita della gente. Il popolo è importante, per capirlo devi vivere come lui. Molti dei nostri colleghi non vanno al cinema, non vanno allo stadio, non vanno in vacanza, non fanno l'amore. E sbagliano. Per fare questo lavoro devi fare tutto quello che fa il pubblico, il tuo terminale. Altrimenti sei uno snob idiota".
enrico vanzina natale a 5 stelle
Tra i tanti film fatti, quello 'odiato' e quello più amato:"Non avremmo dovuto fare quello con Villaggio a Tokyo. Fu una schifezza di film, potevamo evitarcelo, alla fine lo facemmo solo per far mangiare a Villaggio il sushi a Tokyo. Il film che preferisco, invece, è 'Il cielo in una stanza', non viene mai citato nella nostra carriera, ma è davvero carino, e lanciò Elio Germano.
Poi sono molto affezionato a Sapore di Mare, fatto nello stesso anno di Vacanze di Natale ed Eccezionale Veramente. Tra i tre Sapore di Mare era quello che mi ha dato maggiori soddisfazioni. Nessuno lo voleva fare, i produttori non volevano Cristian De Sica perché lo consideravano non adatto al cinema e Virna Lisi perché la consideravano vecchia.
enrico vanzina
Invece quel film lo abbiamo voluto fortemente, è un po' autobiografico e ci ha dato una cifra anche espressiva. Abbiamo sempre fatto le commedie con un po' di malinconia dentro".
In chiusura, un ricordo sul fratello Carlo: "Lui ha sempre voluto fare cinema, a 23 anni già aiutava gente come Sordi. Io invece volevo scrivere, poi suonare il pianoforte. Il personaggio di Jerry Calà in Vacanze di Natale sono io. Un Billo di 18 anni, me la cavavo anche con le donne, anche se non seducevo tutte le donne.
enrico vanzina saluta il fratello carlo
Capii che sarei diventato uno dei tanti pianisti italiani ed ebbi la fortuna di rientrare subito in pista. Per arrivare lontano ci vuole talento, umiltà ed anche fortuna. Come in tutti i lavori. Carlo? Accanto a me ci sarà sempre. Ho avuto il panico quando se ne è andato.
Poco prima di stare molto molto male, prima che la situazione precipitasse, in un momento di silenzio si è alzato, è venuto vicino a me e mi ha detto, toccandomi i capelli, stai tranquillo, ho avuto una vita magnifica. Mi ha voluto tranquillizzare, sapeva che se ne stava andando. Questa cosa mi ha illuminato. Lui c'era, c'è e ci sarà".
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