Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
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Prima lancia uno slogan lievemente sopra le righe, con tanto di maiuscole: «La Verità non si può multare». Poi spiega che cambia spesso casa «per motivi di sicurezza» e che, in fondo, anche Ostia fa parte del Comune di Roma. Sono le spiegazioni date da Sara Cunial, deputata già 5 Stelle, che è stata fermata a Pasquetta mentre andava verso Ostia. Notizia ad alto rischio di indignazione. Ma che contiene una questione che va oltre il caso della Cunial.
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Perché pone in dubbio il diritto costituzionale dei parlamentari nello svolgere il loro lavoro, che rischia di andare in conflitto con i divieti imposti per la quarantena. Che a oggi valgono per tutti, politici compresi. La Cunial, imprenditrice agricola veneta, nega di essere stata multata. «Sono arrivata in anticipo a Roma per esercitare il mio diritto a fare opposizione. Questa settimana si voterà l' ennesimo decreto infame, sulle Olimpiadi. Sono venuta per votare contro questo scempio e contro questo manipolo di corrotti».
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La Cunial era nota nel Movimento per le posizioni no vax. Definì l' obbligo vaccinale, in epoca pre-coronavirus, «un genocidio». Anche ora spiega che non prenderebbe un eventuale vaccino contro il virus. E, del resto, spiega - in totale contrasto con i dati noti - «le vaccinazioni anti-influenzali hanno aumentato del 36 per cento le possibilità di essere infettati».
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In seguito, si è distinta per la battaglia in difesa degli ulivi. Casus belli che portò alla sua espulsione, fu un discorso in Aula in cui spiegò che il Movimento stava facendo «uno scempio per conto delle agromafie». Troppo anche per i 5 Stelle, che pure un tempo erano dalla stessa parte della barricata, sia sui vaccini che sulla xylella. Ora spiega che i governanti «stanno facendo di questo Paese un laboratorio di cavie per 5G».
GRAZIA D'ANGELO ELISABETTA CASELLATI ASCOLTA RAPITA AMEDEO MINGHI CHE CANTA VATTENE AMORE IN SENATO
Ma il caso-Cunial solleva una questione più ampia. Due senatrici M5S, Barbara Floridia e Grazia D' Angelo, erano state fermate mentre stavano andando a Roma, provocando l' ira della presidente del Senato Elisabetta Casellati: «Trovo inaccettabile che due senatrici siano state oggetto di segnalazioni dalle Questure di Messina e Roma, nonostante avessero dimostrato di essere nell' esercizio delle loro funzioni». Non solo. La presidente aveva sollecitato un intervento del governo, telefonando anche al premier Conte. Ma l' atteso lasciapassare per i politici non è arrivato.
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