Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera
FEMMINISTE CONTRO TRUMP
«No, non direi di essere un femminista». Di solito Donald Trump respinge una critica, auto attribuendosi un primato. Gli insulti agli immigrati messicani? «Non una persona meno razzista di me». Le voci sulla sua stabilità mentale? «Io sono un genio, e un genio stabile». Questa volta, però, intervistato dall' emittente britannica Itv , il presidente degli Stati Uniti usa un tono diverso: «Non posso dire di essere femminista, sarebbe spingersi troppo in là Sono a favore delle donne, degli uomini, di tutti».
MADONNA ALLA WOMENS MARCH
Il rapporto tra «The Donald» e il mondo femminile ha già segnato la campagna elettorale e il primo anno di presidenza. Da candidato repubblicano, Trump sembrava sul punto di perdere la Casa Bianca dopo che 19 donne lo avevano accusato di molestie sessuali, per fatti avvenuti in un passato anche lontano. Tutto sommato Trump pagò un leggero pedaggio nelle urne. L' 8 novembre 2016, secondo i sondaggi, il 54% delle donne votò per Hillary Clinton, il 42% per il suo rivale. Colpì un dato: il 45% delle bianche laureate scelse comunque The Donald, mentre le latine e le afroamericane si schierarono per Hillary.
TRUMP TRA LE DONNE
Nel 2017 e in questo inizio del 2018 il movimento «Me-too» e le «Women march» hanno rappresentato la vera opposizione sociale al trumpismo. Ma il presidente sembra sicuro di poter ancora fare presa su larghe fasce della popolazione femminile. Certamente può contare sulla mobilitazione di un blocco mediatico, guidato da Laura Ingraham, popolare conduttrice di Fox News , o da attiviste come Ann Coulter: passa da qui un nuovo messaggio conservatore e polemico con il femminismo.
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