1 - IL CASO DEI VIDEO OFFENSIVI SU FACEBOOK I MAGISTRATI: «VANNO RIMOSSI SUBITO»
Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
TIZIANA CANTONE
Una ordinanza a Napoli e una indagine in Germania mettono Facebook al centro stavolta non della scena mediatica ma di quella giudiziaria. Secondo Der Spiegel, il fondatore del social network Mark Zuckerberg e alcuni suoi collaboratori sono indagati dalla Procura di Monaco di Baviera per aver violato la legge contro l' incitamento all' odio e la negazione della Shoah non rimuovendo, nonostante ripetute segnalazioni, alcuni post filonazisti.
TIZIANA CANTONE 1
E la rimozione di pagine oltraggiose è anche al centro del provvedimento con il quale il Tribunale di Napoli Nord ha respinto, seppure parzialmente, il ricorso presentato da Facebook contro il provvedimento emesso nell' agosto scorso da un giudice dello stesso Tribunale, che imponeva al social di rimuovere alcune pagine contenenti insulti, sfottò o commenti comunque denigratori nei confronti di Tiziana Cantone, la trentunenne protagonista di alcuni video di rapporti sessuali finiti in Rete contro la sua volontà e suicidatasi poco meno di due mesi fa.
TIZIANA CANTONE
I giudici non hanno accolto la tesi dei legali di Facebook secondo la quale la piattaforma avrebbe dovuto rimuovere i contenuti in questione soltanto sulla base di un provvedimento dell' autorità giudiziaria. L' ordinanza invece stabilisce che era obbligo di Facebook intervenire sin dalle segnalazioni che la stessa Tiziana Cantone aveva fatto sia tramite la procedura online, sia attraverso una diffida redatta dai suoi avvocati, ancora prima di ricorrere alla magistratura.
TIZIANA CANTONE 2
E ordina a Facebook non solo la rimozione delle pagine già segnalate dalla donna, ma anche di vigilare affinché quei contenuti non vengano in futuro ricaricati. Riconosce invece al social l'impossibilità di un controllo preventivo sui contenuti caricati dagli utenti, e quindi di prevenire l'apertura di pagine analoghe a quelle ora bandite.
Soddisfatti gli avvocati Andrea Orefice e Andrea Imperato, che assistono Teresa Giglio, la mamma di Tiziana: «È stato fissato un punto importante. Ora sarebbe opportuno che da questo caso si partisse per lavorare a una legge che richiami gli utenti alla propria responsabilità, magari rendendo obbligatorio fornire i dati della propria carta d' identità per registrarsi ai social».
2 - LA SOCIETÀ: CONFERMATO CHE NON TOCCA A NOI MONITORARE
Martina Pennisi per il “Corriere della Sera”
TERESA GIGLIO MADRE DI TIZIANA CANTONE
Facebook la macchina da soldi. Facebook la finestra spalancata sulle vite di poco meno di 1,8 miliardi di persone. Facebook che continua a considerarsi solo un hosting provider (una realtà che mette a disposizione uno spazio web) e, in quanto tale, ritiene di non essere tenuto al monitoraggio preventivo del contenuto. Ma che, allo stesso tempo, sta valutando un ruolo più attivo nella gestione di quanto pubblichiamo. Le policy sono chiare, il confine su cui si muove è labile. Lo confermano la sentenza del Tribunale di Napoli Nord e l' indagine tedesca: ultimi di una lunga lista di tentativi di inchiodare Mark Zuckerberg alle sue responsabilità editoriali.
mark zuckerberg
Il social network attualmente permette agli utenti di segnalare i contenuti che potrebbero violare i suoi standard, come presenza di nudità o incitamento all' odio. Se quanto indicato si conferma tale («non tutti i contenuti inaccettabili o fastidiosi trasgrediscono i nostri standard», spiega la pagina dedicata alla policy) viene rimosso con quella che abbiamo imparato essere una pratica molto rigida. Un esempio: la foto della «Napalm Girl».
FUNERALI TIZIANA CANTONE 6
Cancellata perché ritrae una bambina nuda, è stata poi riammessa in nome dell' importanza storica mentre mezzo mondo gridava alla censura. La vicenda di Tiziana Cantone è l' altra faccia della medaglia: i giudici nostrani dicono che Facebook deve intervenire subito sul materiale pericoloso. Si sta parlando di commenti, insulti e sfottò e non dei video hard che ritraevano la donna e rientrano senza dubbio negli standard. Deve poter bastare la segnalazione degli utenti, senza aspettare l'eventuale intervento del giudice. Menlo Park, dalla sua sede irlandese, non si dichiara disposto ad ammettere valutazioni diverse o ulteriori rispetto a quelle previste in nome della libertà di espressione.
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«Non tolleriamo contenuti che mostrino nudità o prendano volutamente di mira le persone - ha detto un portavoce di Facebook -. Accogliamo la decisione perché chiarisce che gli hosting provider non sono tenuti al monitoraggio proattivo dei contenuti».
«Se ignorano la segnalazione si assumono di fatto la responsabilità di quanto tenuto online - afferma l' avvocato esperto di diritto digitale Ernesto Belisario -. Comprendo i timori dei fornitori di servizi di questo genere di essere inondati dalle richieste. Accoglierle tutte per evitare procedimenti giudiziari potrebbe incidere sul flusso canonico delle piattaforme». Il confine è labile, appunto.
FUNERALI TIZIANA CANTONE - IL MALORE DELLA MADRE
Zuckerberg sembra pronto a una modifica. Il dibattito interno al colosso californiano si è acceso in patria alla fine dello scorso anno, quando il post di Donald Trump che inneggiava al divieto di ingresso negli Stati Uniti per i musulmani è stato considerato da alcuni dipendenti come inneggiante all' odio. Il fondatore della società ha ritenuto che non sarebbe stato opportuno cancellare le parole del candidato repubblicano alla Casa Bianca in nome della rilevanza e della notiziabilità. Una valutazione simile a quella della foto della Napalm Girl.
TIZIANA CANTONE
C'è una differenza fondamentale, però: è stata fatta a priori. E a priori, secondo un successivo annuncio dei membri del policy team, Facebook è pronto ad ammettere i post di «pubblico interesse» anche se violano gli standard. Come e quando non l'ha ancora chiarito. Di sicuro c' è che la veste di hosting provider diventerà (ancora più) stretta.
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