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    SARKÒ RISCHIA DI RIMETTERCI LE PEN - IL PORTABIGODINI DI CARLÀ STA FACENDO CAMPAGNA ELETTORALE CONTRO HOLLANDE E SOCIALISTI, MA DEVE GUARDARSI ANCHE A DESTRA DOVE MARIE LE PEN AZZANNA SUI TEMI CARI ALL’ELETTORATO CONSERVATORE - LA FASCIOMODERNISTA DEL “FRONT NATIONALE” VUOLE INCIVILIRE IL PARTITO DEI CAMERATI NOSTALGICI BUTTANDO FUORI I VECCHI ARNESI DEL REVISIONISMO, MA DEVE GUARDARSI DAL PADRE JEAN-MARIE CHE ANCORA CITA MUSSOLINI ED ESALTA CHI COLLABORÒ CON I NAZISTI…


     
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    Gianni Marsilli per il "Fatto quotidiano"

    NICOLAS SARKOZYNICOLAS SARKOZY CARLA BRUNI E SARKOZYCARLA BRUNI E SARKOZY

    Il trend di febbraio è stato netto: la Francia torna al buon, vecchio duello destra-sinistra. Senza ali estreme, come gennaio aveva fatto temere. Dicono i sondaggi che Marine Le Pen - ieri suo padre ha citato Mussolini: "Molti nemici, molto onore" - si fermerà al primo turno, lasciando libero campo a Sarkozy e Hollande per il secondo. Vero, non vero? Ah, saperlo. È questo il tarlo che toglie il sonno. L'elettore lepenista ha infatti ancora vergogna a dirsi tale, oppure prova un sottile piacere carbonaro a dissimularsi e depistare il sondaggista. Buongiorno, scusi il disturbo, per chi voterà?

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    Mah, vedremo, dice lui, e poi zac, ecco che zitto zitto ti premia il Fronte nazionale. Accadde nel 2002, costringendo non pochi analisti a cambiar mestiere, come toccò allo sventurato Lionel Jospin. Quel trauma è ancora lì, come il ghigno trionfante di Le Pen padre. Che proprio in questi ultimi giorni ha pensato bene di entrare con i due piedi nel piatto elettorale come ai bei tempi dell'Olocausto "dettaglio della storia", con un accorato omaggio allo scrittore collaborazionista Brasillach (fucilato nel '45) e parole di sentito sostegno nei confronti del siriano Assad. Bombardamenti quelli su Homs, si è chiesto il vecchio Jean Marie? "Dresda, Hiroshima e Nagasaki che cosa furono?".

    francois hollandefrancois hollande

    La figliola Marine ha abbozzato, lei che ce la mette tutta per incivilire il partito dei brutti sporchi e cattivi, lei che ha bandito dalla sua cerchia tutti i vecchi arnesi del revisionismo storico e del revanscismo coloniale per rimpiazzarli con giovanotti tecnocrati che ormai fanno la spola tra il Fronte e l'Ump, il partito del presidente.

    Marine si è innervosita: in gennaio era un paio di punti dietro Sarkozy, i canini già di fuori per azzannarlo, e adesso eccola tra il 16 e il 19%, mentre l'altro riguadagna terreno e tallona la lepre Hollande, 26 contro 27%. Terza, cioè fuori dai giochi. Terza, che nel maggioritario a due turni è come arrivare quarto al Tour de France: niente podio, solo aneddoti da raccontare ai nipoti. Mancano ancora due mesi (22 aprile il primo turno, 6 maggio il secondo) al verdetto finale.

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    Per ora si può dire che nelle ultime settimane è venuta un po' meno la forza propulsiva del socialista Hollande. Nel contempo Sarkozy ha vestito i panni del candidato, con nuova libertà di linguaggio e inedita capacità di nuocere. Non gli è stato difficile, per esempio, beccare subito Hollande in castagna, visto che "in Francia si dice nemico della finanza", e quando va a Londra invece le liscia il pelo rassicurante come un banchiere della City.

    È vero, il Ps non è mai stato un esempio di coerenza programmatica. In sintesi, in questa fase Sarkozy picchia, Hollande gandhianamente nicchia, lui che si vuole "normale" e alla violenza verbale preferisce l'humour, che però sul ring non serve a molto. L'incognita tra i due rimane quella suddetta: se il Fronte nazionale abbia o meno carattere carsico o se se ne conosca già il percorso e la portata.

     

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