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Filippo Bonsignore per corriere.it
La Juve usa poco la testa. Risultato: allungo mancato su Inter e Lazio, nonostante i pareggi delle rivali, un punto perso nei confronti di entrambe e corsa scudetto sempre più aperta. «Abbiamo fatto una partita estremamente blanda» rileva Maurizio Sarri dopo la terza sconfitta stagionale. E non è una novità come spiegazione: già dopo il crollo in Supercoppa contro la Lazio sul tecnico aveva parlato di «deficit di energie fisiche e mentali».
Se due indizi fanno una prova, un problema deve esserci. Perché spesso ha anche sottolineato la difficoltà della sua squadra a trovare le giuste motivazioni in campionato, negli impegni sulla carta più agevoli, cosa che invece risulta più semplice negli appuntamenti di Champions League.
maurizio sarri foto mezzelani gmt003
La solidità mentale è stata una delle caratteristiche fondanti del ciclo vincente juventino che dura da otto anni, una certezza che ora sembra scricchiolare. Perché in passato i bianconeri hanno sempre avuto la capacità di sfruttare i passi falsi altrui. Anche quest’anno l’hanno fatto, contro Roma e Parma, ma sempre faticando più del dovuto e con qualche fragilità di troppo. Ora la nuova caduta a Napoli, in una trasferta particolarmente sfortunata visto che la Juventus al rientro è rimasta bloccata in aeroporto fino alle 4 di lunedì mattina, quando poi il volo è stato cancellato per nebbia (la squadra è partita poi alle 12.30 di lunedì).
«È stata una partita sbagliata a livello di approccio, di intensità nell’interpretazione mentale e di conseguenza nell’interpretazione fisica. Non possiamo essere quelli di Napoli, chiaramente». Sarri non vuole credere ad una rilassatezza derivante dai risultati di Inter e Lazio: «Se fosse così, a livello di mentalità saremmo scarsi; dovrebbe essere uno stimolo in più avere un’occasione per allungare, non in meno. Voglio pensare di no. I risultati degli altri non devono interessarci. Se poi a livello di inconscio hanno pesato, vuol dire che mentalmente in questo momento non siamo completamente centrati».
striscione contro sarri
Concetti tutt’altro che teneri: ma di chi è la colpa? «Qualche responsabilità devo prendermela per forza» ammette Sarri, non irreprensibile nella gestione dell’avvicinamento al ritorno al San Paolo da avversario («Dopo la Juve potrei anche smettere di allenare»), né nella reazione alla sconfitta.«Sinceramente non mi dà più fastidio aver perso proprio a Napoli: sono contento per i ragazzi, a cui rimarrò affezionato per sempre. Se proprio devi perdere, almeno sono contenti i ragazzi…».
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Parole che non hanno entusiasmato (eufemismo) i tifosi bianconeri sui social. «Il fatto di vincere da diversi anni, può aver ammorbidito a livello inconscio i ragazzi. Stiamo cercando di lavorare su questo aspetto — promette Sarri —, ma è un compito complesso, come tutti quelli che comportano entrare nella testa della gente». Il tecnico poi non si dice preoccupato dal mancato allungo: «Non è una tendenza. C’è da trovare grande motivazione, cosa non semplice per chi ha vinto tanto. Queste partite ci possono aiutare a farlo. La difficoltà è nel mantenere il giusto livello di mentalità per lunghi periodi di tempo». Ma non era proprio questo uno dei punti di forza della Juve?
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