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    MOUSSE DI MUSSARI SBANKATO - AL TERMINE DELL’ASSEMBLEA, MUSSARI CONFERMATO PRESIDENTE DELL’ABI, ANCHE SE NON DIRIGE PIÙ NESSUNA BANCA - IN COMPENSO HA AFFONDATO IL MONTE DEI PASCHI: LA GDF PERQUISISCE MEZZA ITALIA PER IL CASINO ANTONVENETA IN CUI È INDAGATO, E LA VIGILANZA DI BANKITALIA DISTRUGGE LA SUA GESTIONE (IRONIA: VISCO ORATORE D’ONORE ALL’ABI)…


     
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    1 - ABI: MUSSARI RICONFERMATO PRESIDENTE
    (ANSA) - Giuseppe Mussari è stato riconfermato presidente dell'Abi dall'assemblea dell'associazione che eletto anche il consiglio e il comitato esecutivo. Vice presidenti saranno Camillo Venesio, Mario Saracinelli, Francesco Micheli, Emilio Zanetti, Giovanni Berneschi.

    MUSSARI E SALZAMUSSARI E SALZA

    2 - ABI: AL TERMINE ASSEMBLEA ABBRACCIO FRA MUSSARI E SQUINZI
    (ANSA) - Il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, è sceso dal palco al termine dell'intervento del premier Mario Monti, ha raggiunto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che stava lasciando la sala di fretta, senza rispondere alle domande dei giornalisti e lo ha abbracciato. Dopo aver scambiato un paio di battute, Squinzi lo ha salutato con un "ci sentiamo presto".

    GIUSEPPE MUSSARI FABRIZIO VIOLAGIUSEPPE MUSSARI FABRIZIO VIOLA


    3 - ASSEMBLEA ABI, VISCO: "SIAMO ANCORA IN RECESSIONE"
    Da "LaStampa.it"

    «L'economia italiana è ancora in recessione», pesano «l'aumento del costo e il deterioramento della disponibilità di credito per la crisi del debito sovrano». Lo ha detto il governatore di Bankitalia che ha ribadito che lo spread è «di gran lunga superiore a quanto giustificato dai fondamentali della nostra economia». Il governatore lo ha detto intervenendo all'assemblea annuale dell'Abi, dove ha preso la parola il premier Mario Monti.

    Il premier s'è detto contento del sostegno assicurato dal settore bancario cogliendo l'occasione per strigliare le parti sociali: «Mi auguro che tutte le parti sociali si ispirino all'atteggiamento di collaborazione» dimostrato dal presidente dell'Abi Giuseppe Mussari. Le parti sociali «debbano restare parti, ed essere viste dalla società come parti vitali e parti importanti, ma non soggetti nei confronti dei quali il potere pubblico dia in outsourcing responsabilità politiche».

    SQUINZISQUINZI

    Normativa e fisco penalizzano la redditività delle banche italiane. Lo ha detto il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari: «500 provvedimenti negli ultimi 5 anni» hanno interessato il settore e ci sono «quasi 15 punti di pressione fiscale effettiva» in più rispetto all'Europa. Alla relazione di Mussari ha fatto eco la stoccata del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco: «Le politiche di affidamento devono essere basate sulla solidità dei progetti imprenditoriali, non su relazioni e legami che ne prescindano». Secondo Visco «non sono oggi più sostenibili» oggi con la crisi.

    IGNAZIO VISCOIGNAZIO VISCO

    Il governatore di Bankitalia ha aggiunto: «Le banche sono chiamate a decisioni difficili: non far mancare finanza alle imprese solide, evitare di prolungare il sostegno a quelle senza prospettive». Per Visco «anche dall'esito di queste scelte dipendono i tempi e l'intensità della ripresa della crescita» Visco ricorda che la Banca d'Italia ha chiesto alle banche «di innalzare ulteriormente i livelli di patrimonio di migliore qualità rispetto a quelli regolamentari». Le banche italiane devono «consolidare i progressi conseguiti sul fronte patrimoniale»

    In merito all'utilizzo della liquidità aggiuntiva resa disponibile dalla Bce Mussari ha detto che «Non un euro di potenziale liquidità per imprese e famiglie è stato sottratto all'economia reale». L'ammontare netto della liquidità messa a disposizione con le operazioni della Bce, che sono servite ad evitare «una drammatica stretta creditizia», è pari a 137 miliardi di euro, «inferiore all'ammontare di obbligazioni bancarie in scadenza nel 2012, pari a 186 miliardi di euro», con «un gap di circa 230 miliardi di euro fra raccolta interna e impieghi».

    MARIO DRAGHI GIUSEPPE MUSSARIMARIO DRAGHI GIUSEPPE MUSSARI

    Si tratta quindi di «una liquidità sostitutiva e non aggiuntiva». Mussari ha poi sottolinrato come sia «sterile» la critica secondo la quale tale liquidità è stata sottratta alle imprese per essere investita in titoli pubblici: in primo luogo perchè «da un oculato sostegno al debito pubblico trae vantaggio l'intera economia nazionale» e poi «perche i titoli di stato acquistati possono essere resi liquidi dalla stessa Bce».

    Quanto al fatto che norme e fisco penalizzino le banche ha aggiunto: «Se le norme europee ci penalizzano, la normativa nazionale ha inciso gravemente sulle capacità reddituali delle banche. Troppe regole impediscono di operare e, in alcuni casi - ha sottolineato Mussari - incidono sui meccanismi di una economia di mercato». Nessuno, ha insistito, «si lamenta della necessaria trasparenza, ma un conto è la trasparenza e un conto sono i 500 provvedimenti degli ultimi 5 anni che hanno interessato le imprese bancarie, due a settimana».

    A tutto ciò si deve aggiungere che, «in media negli ultimi 10 anni le banche italiane hanno sopportato quasi 15 punti di pressione fiscale effettiva in più rispetto all'Unione Europea. A tale livello contribuiscono in misura rilevante la parziale indeducibilità degli interessi passivi e delle rettifiche e delle perdite su crediti». È come, ha spiegato Mussari, «se si impedisse al produttore di oggetti di rame di dedurre dai ricavi il costo del rame».

    mario montimario monti

    Per Mussari inoltre l'Italia non «potrà smettere di continuare a dare impulso a rigore e crescita». Il presidente dell'Abi chiede di dare «continuità al percorso intrapreso oggi e, ancor più domani, all'esito della tornata elettorale» dopo la fine del governo Monti affinchè non siano «vani gli sforzi». «Questo governo non è mai stato 'tenero' con le imprese bancarie, tanto che in ogni decreto legge abbiamo ritrovato misure nei nostri confronti certamente criticabili e che non trovano corrispondenze nel quadro normativo europeo», ma nonostante ciò «rinnoviamo all'esecutivo il nostro pieno e convinto sostegno».

    Le banche hanno fatto autocritica e riconosciuto «alcune responsabilità ma nello stesso tempo è giusto ribadire con chiarezza che sono vittime della crisi e che non hanno contribuito» alla sua nascita. Le «imprese bancarie non chiedono regole di favore ma un terreno di gioco» comune, «basato sulle regole di stabilità, di trasparenza e di concorrenza, senza vincoli amministrativi e obblighi a prestare servizi gratuiti»

     

     

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