Elena Ceravolo per “il Messaggero”
villa adriana
Pusher organizzati in turni e stipendiati per garantire lo smercio di ogni tipo di droga 24 ore su 24 a Tivoli e Guidonia, con servizio in strada e consegne a domicilio. Crack, cocaina, oppiacei e anche eroina: un supermarket dello sballo gestito da un'organizzazione, con base nel quartiere popolare dell'Adrianella, smantellata ieri mattina con un'operazione dei carabinieri della compagnia di Tivoli che hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, su richiesta della procura locale, nei confronti di 11 persone, cinque in carcere e sei agli arresti domiciliari.
Cento i militari dell'Arma impegnati in quella che è stata battezzata Operazione Adriano, proprio perché si spacciava a poca distanza dal celebre sito Unesco di Villa Adriana. Una mattinata di blitz e perquisizioni. Emerge «un diffuso e capillare smercio di droga, che tendeva a estendersi anche al IV e VI municipio di Roma», con addetti alla vendita riforniti dai capi non solo di cellulari di servizio ma anche di cibo e sigarette pur di non lasciare mai incustodite le piazze, e un ordine tassativo: no a credito e baratti. Perché, come captato più volte durante i servizi degli investigatori, nella disperata ricerca della dose c'è pure chi offre a saldo orologi, aspirapolvere e persino una forma di formaggio.
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Ma la risposta del capo, Manuel Scattone, è eloquente: «Se non paga, gli sparo». Spuntano pure tirocinanti spacciatori: «Na svezzata a sto ragazzetto che è in gamba», raccomanda il boss affidandolo a un pusher esperto. E le espressioni convenzionali tra colleghi e acquirenti: «Na mano sana» per avere cinque grammi, altrimenti indicati in minuti, la carica sono le dosi confezionate per garantire sempre l'approvvigionamento nelle piazze. Mosse, movimenti e strategie di capi e addetti sono stati ricostruiti tramite intercettazioni e servizi di osservazione.
LE INDAGINI
Le indagini erano partite nel febbraio 2019 su iniziativa di un carabiniere che, libero dal servizio, nel passeggiare per il centro cittadino, ha colto una concitata telefonata tra un parrucchiere del luogo, in passato vittima di usura e un'altra persona in merito a pagamenti di somme di denaro. Il commerciante doveva pagare della cocaina presa qualche tempo prima e non saldata.
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Il quadro emerso dalle indagini, secondo quanto tratteggiato dagli inquirenti, è quello di «ramificazioni criminali» in cui emerge la figura di Scattone (dal dicembre 2019 agli arresti domiciliari per detenzione di un fucile a canne mozze) che, con la collaborazione di altre persone, tra cui Claudio Lancia, classe 1969, e Michele Mandaglio classe 1986, aveva organizzato un fiorente mercato della droga. Per tutti e tre è scattata la custodia cautelare in carcere. A dare a Scattone una mano era anche la compagna Raissa Fegadoli (ora ai domiciliari) che, all'occorrenza, si occupava di gestire le vendite e mantenere i rapporti con i pusher.
IL CAPO
Sempre Scattone, poi, classe 1989, si legge nell'ordinanza «si è adoperato per assumere e consolidare una posizione di predominante controllo nello spaccio locale dell'area Tiburtina sia ricorrendo alla metodica delle piazze di spaccio sia mediante le consegne presso gli acquirenti, eseguita talora personalmente, altre volte mediante propri corrieri. L'uomo in passato avrebbe fatto parte del gruppo criminale di Giacomo Cascalisci, un narcotrafficante di livello che per anni ha controllato lo spaccio nell'area della Tiburtina prima di essere arrestato e morire poi suicida a Torino.
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«In un periodo di investigazioni relativamente circoscritto, tra febbraio e marzo 2019, - scrive il Gip - i tenaci ed efficaci sforzi dei militari hanno fatto emergere uno scenario allarmante, caratterizzato dalla disinvolta e pervicace realizzazione di stabili punti di spaccio. Un'attività di colonizzazione delittuosa di più zone del tiburtino, da Tivoli a Villa Adriana fino a Bagni. Qui vengono smistati e indirizzati numerosi tossicodipendenti, molti dei quali sono clienti abituali».