Chiara Spagnolo per “la Repubblica”
MIGRANTI
La parola Italia ricompare sui profili Facebook degli organizzatori dei viaggi clandestini dei siriani verso l’Europa. Accade proprio nei giorni in cui esplodono le tensioni al confine tra la Grecia e la Macedonia e, nel campo profughi di Idomeni, gli investigatori italiani infiltrati ascoltano la stessa parola.
Italia, ovvero il piano B da vendere ai disperati bloccati in Grecia, al prezzo di 2-3.000 euro: abbandono della rotta balcanica e ripiegamento su quella adriatica, che prevede viaggio in autobus fino all’Albania e imbarco verso la Puglia. Salento in particolare. Perché le 45 miglia nautiche del Canale d’Otranto si attraversano in una notte e molti gommoni – come ha scoperto la polizia albanese - sono pronti a partire dalla costa tra Durazzo e Dhermi.
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Sono gli stessi che fino a poche settimane fa venivano utilizzati per trasportare la droga , due dei quali bloccati a inizio febbraio dalla Guardia di Finanza. Imbarcazioni lunghe dai sette ai dieci metri, che sfuggono ai controlli radar proprio per le minuscole dimensioni e non hanno bisogno di porti per attraccare ma possono cercare di nascondersi in una delle mille insenature della costa salentina.
L’uso di natanti piccoli, del resto, è sponsorizzato anche dai turchi che organizzano i viaggi su Facebook come garanzia di affidabilità. «Viaggi a prezzi competitivi – scrive la persona che gestisce il profilo Grecia See – uno yacht per raggiungere la Grecia costa 1.800 euro, è solo per 35 persone». Le risposte sono numerose, una delle domande più frequenti riguarda l’altezza dell’imbarcazione: «90 centimetri» rassicura l’uomo su Fb, perché molti ormai sanno che più una barca è piccola più ha possibilità di sfuggire ai controlli.
protesta migranti
I post compaiono e vengono cancellati a distanza di poche ore. A chi fa domande più approfondite sulle modalità e i tempi del viaggio si chiede di scrivere messaggi privati o di contattare numeri telefonici via Whatsapp. Qualcuno sponsorizza l’uso di Telegram come l’ultima frontiera di comunicazioni difficilmente intercettabili. C’è chi vende solo i viaggi e chi offre anche i documenti, qualcuno posta foto dei passaporti e patenti di guida italiani per mostrare la bontà dei prodotti offerti.
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Ma gli specialisti delle forze dell’ordine italiane quei profili li conoscono bene e li monitorano ormai da anni. Molti dei siriani che a fine 2014 sbarcarono a Gallipoli dal mercantile Blue Sky dissero di avere comprato il viaggio al prezzo di 6.000 euro proprio contattando i referenti dell’organizzazione via Facebook. Altri arrivati nella scorsa primavera immortalarono gli scafisti con i cellulari e fornirono le foto agli investigatori, che sono riusciti a risalire ad altri profili Facebook, attualmente sotto osservazione. La guerra contro i mercanti di uomini, ormai, si combatte anche nel web.
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Mentre in Puglia e in Calabria si aspettano i contraccolpi del blocco al confine tra Grecia e Macedonia. Le informazioni elaborate dall’intelligence parlano di tre possibili rotte: la prima va dalla Turchia verso l’Italia, con imbarco a Mersin e tappa sulle isole Ionie della Grecia, simile a quella seguita dalla Blue Sky e dalla Ezadeen a fine 2014. L’altra prevede l’imbarco dalla Grecia nord-occidentale e la circumnavigazione della penisola ellenica fino a raggiungere il Mediterraneo.
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L’ultima, invece, il passaggio in autobus verso l’Albania e la rotta verso la Puglia. Nei primi due casi le imbarcazioni che trasportano clandestini punterebbero verso il Capo di Leuca per mantenere aperta fino alla fine sia l’opzione Puglia che quella Calabria. Non a caso nelle ultime settimane sono stati frenetici i contatti e i confronti tra i Reparti aeronavali della Guardia di finanza di Bari e di Vibo Valentia, e tra le Capitanerie di porto di Gallipoli, Corigliano e Crotone, mentre i Comandi generali valutano la possibilità di rafforzare l’impegno sull’Adriatico.
L’allarme arriva a poca distanza dall’approvazione, prevista per oggi, del piano di aiuti europeo in favore della Grecia. Il piano verrà approvato oggi dalla Commissione: prevede 700 milioni in tre anni in favore dei Paesi in emergenza per la crisi migranti.