Estratto dell’articolo di Paolo Fantauzzi per http://espresso.repubblica.it/
IL TESORO DI MUSSOLINI CONSERVATO A BANKITALIA
Quando il 27 aprile 1945 i partigiani della brigata Garibaldi lo fermano a Dongo, nascosto fra i soldati di un'autocolonna della Wehrmacht in ritirata, Benito Mussolini indossa un cappotto militare tedesco. Claretta Petacci, che gli siede accanto, una tuta blu da meccanico. Ma per la fuga verso la Svizzera il Duce ha pensato a tutto, compreso il collare d'argento dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata, la massima onorificenza di Casa Savoia.
Proprio come i gerarchi, l'ex ministro Buffarini Guidi o il generale Sabatini, trovati con pietre preziose, orologi di marca e medaglie d'oro. Tutti beni sequestrati negli ultimi convulsi giorni della guerra e poi divenuti proprietà della Repubblica. Ma di fatto dimenticati e negletti, visto che dopo 70 anni sono ancora inaccessibili.
BENITO MUSSOLINI IN BARCA
Questa fortuna, compresa la tuta indossata dalla Petacci, giace infatti da quasi due decenni nel caveau della filiale Bankitalia di via dei Mille a Roma all'interno di sacchi sigillati, come fosse paccottiglia qualunque. Conservata in ambienti inadatti insieme a migliaia di altri gioielli, monete d'oro, placche di platino e perfino un paio di lingotti d'oro, per lo più confiscati fra il '43 e il '45. Un patrimonio sterminato ma ignoto: nessuno sa con esattezza cosa contengano tutti i 419 plichi e le oltre duemila bisacce da cui è composto, perché un inventario completo non è mai stato fatto.
benito mussolini
UN TESORO SCONOSCIUTO
C'è quasi mezzo secolo di storia italiana nei locali di sicurezza della Banca d'Italia a due passi dalla stazione Termini: i beni appartenuti alle vittime del terremoto di Messina del 1908; parte dell'oro donato "spontaneamente" alla Patria per finanziare la campagna d'Etiopia, quelli che gli ebrei italiani di Salonicco cercarono di salvare dopo l'invasione nazista della Grecia e quelli appartenuti ai prigionieri di guerra; chili e chili di monili e argenteria lasciata dai Savoia al Quirinale nella frettolosa fuga da Roma dopo l'8 settembre e le ricchezze che i capi del fascismo speravano di portare in Svizzera, fra ciondoli d'oro, banconote di varia nazionalità, collane con cristalli, orecchini, bracciali, gemme, rubini e collier.
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benito mussolini 11
LO SPETTRO DEL DUCE
Il pezzo forte è il collare d'argento dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata appartenuto a Mussolini, formato da tre nodi savoia a forma triangolo, con al centro la Madonna e un angelo inginocchiato che le comunica il concepimento. L'onorificenza, la maggiore concessa dalla casa reale sabauda e risalente al '300, era talmente esclusiva da essere a "numero chiuso": solo in 20 potevano averla […]
Ma a villa Mantero, a Como, dove soggiornava coi figli nel tentativo di raggiungere anche lei la Svizzera, donna Rachele oltre al collare aveva portato con sé tutto quel che non era troppo d'ingombro: decorazioni in oro, platino e brillanti del Terzo Reich, monili con pietre preziose, una collana con cristalli sfaccettati, una medaglia celebrativa dei Patti lateranensi, una placchetta in avorio a lei dedicata e perfino - ironia della sorte per l'autore delle leggi razziali - una decorazione con tridente e stella di David.
claretta petacci
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SORPRESE DA SCARTARE
Resta invece un mistero cosa contengano gli oltre 300 plichi mai nemmeno aperti, perché le informazioni accluse sono estremamente sommarie: onorificenze della Gioventù italiana del littorio, una cinquantina di pacchi contenenti oro e metalli preziosi, banconote, un milione e 300 mila monete d'argento, 9 mila serie numismatiche complete, più tutta una parte con la dizione "oggetti diversi" di cui non si sa assolutamente nulla.
I CORPI DI BENITO MUSSOLINI E CLARETTA PETACCI
Tutte pagine del passato che avrebbero tanto da raccontare e potrebbero avere anche qualche ritorno economico. Se soltanto l'Italia non relegasse questo tesoro in un caveau dimenticato da tutti.
IL TESORO DI MUSSOLINI CONSERVATO A BANKITALIA