1. DELLA VALLE SFONDA MATTEO: CAMBIAMOLO - MR TOD'S SCARICA L'AMICO RENZI DOPO L'ABBRACCIO CON MARCHIONNE.
Fabrizio Boschi per “Il Giornale”
RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER
È bastata quella foto per fargli gonfiare la vena sul collo. Lo scatto del premier Matteo Renzi bello tronfio a Detroit, a braccetto con l'ad di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, ha fatto esplodere Mr. Tod's, Diego Della Valle. Si è precipitato da Giovanni Floris a Otto e Mezzo per scaricare addosso al premier tutto il suo livore per quel tradimento in mondovisione.
«L'incontro tra due grandissimi “sòla”. E mi dispiace per Matteo, dell'altro ho già parlato in diverse occasioni». Questo è vero, la sola novità è quella che riguarda il presidente del Consiglio del quale si vantava essere grande amico. Le foto di loro due in maglia viola allo stadio Artemio Franchi di Firenze per seguire l'amata Fiorentina si sono d'improvviso sfocate.
Quell'idillio nato sugli spalti fatto di grandi sorrisi e forti abbracci è finito per sempre. Il duro attacco al premier segna la rottura del loro grande amore.
renzi e della valle mani in tasca
Della Valle è un fiume esondato e la sua faccia si fa sempre più rossa quando incalza le parole col tono della voce, dicendo che «è imbarazzante discutere di Renzi che conosco da tanti anni. Pensavo fino a qualche mese fa che potesse essere una risorsa per il Paese e quando mi ha chiesto consiglio mi sono sempre messo a disposizione, ma i miei consigli erano di sostenere Letta, di farsi esperienza, di farsi un'agenda internazionale e di fare una buona squadra».
Renzi ha fatto tutto il contrario. La squadra che si è fatto è per Della Valle una manica di «gaglioffi» senza arte né parte. I suoi ministri, come Maria Elena Boschi, «non hanno esperienza per fare nulla e non hanno l'autonomia di fare nulla».
Questo affronto non glielo doveva proprio fare. Il bacio al nemico giurato Marchionne è qualcosa che anche uno con le spalle larghe come Della Valle non ha potuto reggere. Quell'inchino alla Fiat-Chrysler ha rappresentato per il patron della Fiorentina un gesto di arroganza «che in democrazia non paga mai». Ne ha avute anche per gli Elkann che in Fiat «sanno commettere solo sbagli».
RENZI E DELLA VALLE A FIRENZE FOTO ANSA
Insomma, per uno dei proprietari del Corriere della Sera queste scene non sono facili da ingoiare: «Marchionne e Renzi sono due persone che non attendono a quello che dicono».
Definisce il loro incontro «vergognoso. Non si può più tacere, siamo già all'ultima spiaggia con un premier ragazzo che promette e non conclude nulla e ministri con poca esperienza. Non è vero che è l'unico governo possibile. A quell'età non aveva l'esperienza necessaria. Quando ha deciso di fare il premier gli ho detto che era pericoloso e ultimamente gli ho consigliato di occuparsi di salute, sicurezza e scuola ovvero quello che serve al Paese. Renzi non ha mai lavorato quindi non può parlare di lavoro come noi, secondo me ha fatto tilt».
RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER
I tempi sono proprio cambiati. Quando il presidente del consiglio di sorveglianza di banca Intesa San Paolo, Giovanni Bazoli, ex prodiano, che non ha mai mostrato simpatie per la rottamazione («termine indegno»), attaccò Renzi, l'ormai ex renziano Della Valle corse subito in difesa dell'amico Matteo, definendo Bazoli un «vecchietto arzillo».
In quello stesso periodo Renzi definiva invece Marchionne uno che «non immaginerei come modello di sviluppo per l'economia». Eh sì, i tempi son davvero cambiati. Bisogna far incavolare qualcuno perché questo sputi fuori la verità.
RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER
2. DELLA VALLE, RENZI HA FATTO TILT,PENSAVO FOSSE RISORSA
Lui e Marchionne non attendono a quello che dicono
(ANSA) - ''Fino a qualche anno fa pensavo potesse essere una risorsa per il Paese'' ma ''Renzi non ha mai lavorato quindi non puo' parlare di lavoro come noi, secondo me ha fatto tilt''. E' quanto ha affermato Diego della Valle a Otto e Mezzo su La7 sostenendo che ''Marchionne e Renzi sono due persone che non attendono a quello che dicono''.
3. MARCHIONNE-RENZI, 4 ANNI TRA POLEMICHE E SINTONIE
Maria Gabriella Giannice per l’ANSA - "Io sto dalla parte di Marchionne senza se e senza ma". Era la fine del 2010 e il giovane sindaco di Firenze, ancora lontano dalle primarie del Pd ma vicino alla cena ad Arcore con Berlusconi, aveva preso posizione nel dibattito nazionale sul referendum alla Fiat sull'accordo di Pomigliano d'Arco che spaccò i sindacati.
Sono passati quasi quattro anni e il feeling fra i due - fra alti e bassi - sembra essere intatto. Lontano la sprezzante polemica che vedeva l'a.d di Fiat definire l'attuale premier il ''sindaco di una città piccola e povera''. Ora Matteo Renzi è il Presidente del Consiglio italiano e Sergio Marchionne ha risanato la Chrysler portando la sede fiscale della neonata Fiat Chrysler Automobiles a Londra.
RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER
''Quello che mi accomuna con Marchionne? Spero il finale'' ha detto oggi da Detroit sottolineando che Ad di ferro ha preso due ''aziende bollite'' e le ha risanate. Marchionne al suo fianco ricambia "Cosa abbiamo in comune io e Renzi? Non abbiamo paura di cambiare". E ieri al Council of Foreign Relation a New York aveva detto "Sono convinto che ce la fara': dobbiamo aiutarlo. Sta cambiando il sistema, con freschezza nelle nuove idee". Ma fra il 2010 e il 2014 i rapporti fra i due non sono sempre stati così idilliaci.
Nell'agosto 2011 il sindaco rottamatore punta il dito sulla residenza di Marchionne fissata in Svizzera con utili effetti fiscali. "Marchionne non può tutte le volte farci la morale, spiegarci come migliorare il sistema fiscale Italiano e poi tenere la residenza in Svizzera". La stima per l'Ad entra in crisi per esplodere l'anno successivo, l'anno delle primarie del Pd, quelle vinte da Pierluigi Bersani. Le prime pizzicature arrivano a settembre durante la campagna per le primarie di dicembre. "Sono deluso da Marchionne - dice agli operai dell'Irisbus di Avellino - E' stato lui a cambiare linea perché non ha più i 20 miliardi da investire su Fabbrica Italia".
renzi e marchionne al council on foreign relations
Il 10 ottobre rincara la dose: "Marchionne non solo ha cambiato idea , ma ha tradito. Qualsiasi risultato abbia ottenuto e otterrà, avrà questa macchia di aver preso in giro lavoratori e politici. Non ho mai immaginato Marchionne come modello di sviluppo per l'economia". Questa volta Marchionne risponde e sono fuochi e fiamme: "Renzi pensa di essere come Obama ma ha ancora molta strada da fare" e per di più è solo "Il sindaco di una città piccola e povera". L'attacco a Firenze città "piccola e povera" è uno scivolone per Marchionne che Renzi coglie in pieno difendendo una delle città italiane più amate al mondo.
"Vorrei dire all'ingegner Marchionne che è liberissimo di pensare che io non sia un politico capace. Ma prima di parlare di Firenze, città che ha dato al mondo genio e passione, faccia la cortesia di sciacquarsi la bocca, come diciamo in riva d'Arno". In serata Marchionne controreplica e rincara la dose. ''Le mie valutazioni su Matteo Renzi restano invariate e sono personali e non attribuibili alla Fiat. Penso infatti che per la sua eta' e per l'esperienza limitata sia, almeno per il momento, non adeguato ad assumere una posizione di leader in un contesto economico e sociale complesso come e' oggi quello italiano''.
MATTEO RENZI E DIEGO E ANDREA DELLA VALLE ALLO STADIO
Sullo sfondo delle primarie e delle vicine elezioni politiche la polemica tenne banco per qualche giorno: "Noi abbiamo fatto il Rinascimento, lui la Duna", dirà ancora Renzi. Poi i mesi passano, a febbraio il Pd vince le elezioni e a giugno Renzi e Marchionne fanno pace. Lo scenario è l'Assemblea di Confindustria a Firenze dove i due si scambiano una stretta di mano, hanno un incontro e Marchionne chiarisce con la stampa che le sue parole su Firenze sono state riportate male: "una bischerata".
Poi il sindaco di Firenze vincerà le primarie e diventerà Presidente del Consiglio. Da allora fra Renzi e Marchionne la simpatia resiste. "Le misure del governo vanno nella giusta direzione, pieno sostegno a Renzi" è l'apertura a marzo di quest'anno. "Renzi deve andare avanti. Mi piace molto" (giugno). "Spero che Renzi non si faccia intimorire e tenga duro. (luglio). E da ultimo Matteo Renzi ''parla del futuro per la prima volta''.
MATTEO RENZI E ANDREA DELLA VALLE
4. RENZI NON HA PAURA, SPERIAMO FARCELA COME FIAT CHRYSLER
Serena Di Ronza per l’ANSA - Fiat Chrysler e' il 'Made in Italy che ci piace, quello che appoggiamo e vogliamo difendere''. Il premier Matteo Renzi visita il quartier general di Chrysler ad Auburn Hills. Una visita guidata, con l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, che fa gli onori di casa. ''Cosa mi accomuna con Marchionne? Spero il finale'', afferma Renzi, riferendosi al successo di Fiat e Chrysler, due aziende ''bollite'' che ora si apprestano a sbarcare a Wall Street, il 13 ottobre come conferma Marchionne.
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''Continuiamo ad appoggiare l'agenda di riforme del presidente - precisa Marchionne -. E' essenziale che ci sia un indirizzo chiaro e penso che ce lo stia dando''.
Renzi nella sede di Chrylser visita il Centro Stile e il cosiddetto pilota, ovvero la linea di montaggio dei nuovi modelli che ci sono nel complesso di Auburn Hills dove avviene la sperimentazione in vista della produzione dei veicoli in uno degli impianti del gruppo. ''Come ce l'hanno fatta i 15.000 dipendenti di Chrysler in questo edificio, l'obiettivo e' poter dire che cosi' ce la faremo anche in Italia'' mette in evidenza Renzi, definendo la quotazione di Fiat e Chrysler Automobiles ''una grade opportunita'''.
RENZI DELLA VALLE CAL F F x
La ''scommessa'' di Marchionne con ''Fiat e Chrysler mi piace, e' straordinaria, eccitante ed esaltante. Come italiano sono orgoglioso che ci sia Fca, portera' expertise statunitense. Per me non e' importante dove si trova il quartiere generale finanziario e delle attivita'. Per me - aggiunge Renzi - la cosa importante e' mantenere il 'Made in Italy. Non e' importante se a Wall Street o a Amsterdam. Quello che e' assolutamente importante e' l'aumento dei posti di lavoro in Italia''.
RENZI E I FRATELLI DELLA VALLE ALLO STADIO FOTO LAPRESSE
''La mia priorita' e' ridurre la disoccupazione. Faremo di tutta per ridurla'' afferma Renzi, usando nella versione italiana del 'whatever it takes' del presidente della Bce, Mario Draghi, per salvare l'euro, aprendo la porta all'uso del 'bazooka' monetario. ''Sto facendo una citazione - spiega Renzi- che spero porti la stessa fortuna''. Poi il riferimento all'articolo 18. Renzi affonda il coltello sul tema più scottante - il reintegro previsto per il lavoratore licenziato invece dell'indennizzo - e dice chiaramente come la pensa: ''Il reintegro non e' il meglio se crea lavoratori di serie B''.
DELLA VALLE ELKANN