• Dagospia

    SCAZZI OLIMPICI! GLI IMPIANTI PER I GIOCHI INVERNALI DEL 2026 SONO IN RITARDO, TORINO OFFRE L’OVAL DEL LINGOTTO COME SEDE PER LE GARE DI PATTINAGGIO VELOCE – L’ALTOLA’ DEL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA ATTILIO FONTANA: "CHI NON CI HA VOLUTO, NON CI MERITA. VOGLIAMO CHE I GIOCHI RIMANGANO IN LOMBARDIA E VENETO". IL SINDACO DI TORINO LO RUSSO RIBADISCE CHE COINVOLGERE TORINO, IN CASO DI BISOGNO, VUOL DIRE RISPARMIARE DECINE DI MILIONI – E MALAGO’ CHIARISCE CHE…


     
    Guarda la fotogallery

    Estratto dell’articolo di Maurizio Tropeano per “la Stampa”

     

    OVAL LINGOTTO TORINO 4 OVAL LINGOTTO TORINO 4

    Chi segue il dossier da Roma spiega che ogni giorno che passa senza una decisione sulla sede delle gare di pattinaggio veloce dopo la rinuncia di Trento, avvicina Torino ai Giochi olimpici invernali del 2026. A Milano, invece, più si avvicina la data delle elezioni regionali e più Attilio Fontana, il presidente lombardo uscente, alza i toni della polemica con Torino.

     

    Ieri ad esempio, a 16 giorni dalle urne, ha spiegato la volontà di tagliare fuori l'Oval del Lingotto con una «questione di orgoglio». Il motivo? «Noi siamo l'unico caso di Olimpiadi assegnate a due Regioni senza il sostegno del governo». Ecco perché come «Lombardia stiamo studiano un progetto alternativo: vogliamo che i Giochi rimangano in Lombardia e Veneto».

     

    (...)

     

    La prova di forza di Fontana nasce dal fatto che ogni modifica al masterplan di candidatura deve essere approvato all'unanimità dai soci della Fondazione.

    OVAL LINGOTTO TORINO 34 OVAL LINGOTTO TORINO 34

    Il suo veto, dunque, potrebbe sbarrare la porta a Torino. Ma un ruolo centrale, forse anche decisivo, come dimostra il passo indietro di Trento, lo gioca anche il Comitato olimpico internazionale. Il Cio, infatti, come ha ricordato il presidente del Coni Giovanni Malagò, finanzia i Giochi con 900 milioni e ha l'ultima parola sulle sedi di gara.

     

    Cambi in corso d'opera, dunque, sono all'ordine del giorno come è già successo per le Olimpiadi di Tokyo e sta avvenendo per quelle di Parigi. E Malagò ha rivelato che sotto esame del Cio ci sono altri impianti: il presidente Coni non ha svelato quali, ma fonti attendibili indicano la pista del bob di Cortina (alti costi di realizzazione e perplessità sulle spese di gestione post olimpiche) e gli stadi dell'hockey di Milano, in questo caso per i forti ritardi. Senza contare la "legacy", tanto cara sempre al Cio.

     

    ATTILIO FONTANA GIOVANNI MALAGO ATTILIO FONTANA GIOVANNI MALAGO

    Tradotto vuol dire evitare di costruire cattedrali nel deserto e avere un piano di riutilizzo per il dopo evento. Uno scenario ingarbugliato nel quale Malagò ha chiarito due cose. La prima: «Mi sembra che ci sia un cambio di passo, contiamo di recuperare i ritardi». La seconda: «Bene la disponibilità di Torino, ma la scelta non è automatica». Due concetti che lasciano spazio al lavoro di Lombardia e Veneto per scongiurare il trasloco di alcune gare in Piemonte: lavoro soft nel caso del Veneto, molto serrato nel caso di Fontana e del sindaco di Milano Sala, i veri avversari di Torino in questa fase.

     

    A loro - ma anche al governo e al Coni - sembrano indirizzate le parole del sindaco di Torino Stefano Lo Russo: «Le Olimpiadi possono rappresentare anche la straordinaria occasione di dimostrare, visto il momento di crisi che l'Italia e l'Europa attraversano, la capacità di realizzarle con un occhio molto attento all'utilizzo delle risorse pubbliche dei contribuenti italiani che non possono certamente essere spese con leggerezza». Un modo per ribadire che virare su Torino, in caso di bisogno, vuol dire risparmiare decine di milioni.

    OVAL LINGOTTO TORINO OVAL LINGOTTO TORINO

     

    Fontana, però, non sembra preoccuparsi di questo aspetto. Anzi preferisce tornare sulle polemiche del passato - «è stata Torino a escludersi, con la sindaca Appendino, cercando di metterci in difficoltà» - rivendicando a Lombardia e Veneto il successo di aver riportato i Giochi in Italia. Dal suo punto di vista, «chi non ci ha voluto, non ci merita».

     

    stefano lo russo 1 stefano lo russo 1

    La posizione del governatore del Veneto, si diceva, è più sfumata. Luca Zaia, parlando nei giorni scorsi con La Stampa, ha spiegato: «Come soci di fondazione dovremmo incontrarci per capire quali sono le diverse soluzioni rispetto al ghiaccio, a oggi non abbiamo deciso nulla.

     

    Anche se sul tavolo c'è pure il tema dell'Oval di Torino». Il vero obiettivo di Zaia, però, è tenersi stretto il bob a Cortina

     

    (...)

    sala fontana malagò sala fontana malagò milano cortina 2026 malagò sala zaia fontana milano cortina 2026 malagò sala zaia fontana

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport