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    CHAMPIONS! - SCONCERTI: “LA JUVE VA AD AFFRONTARE IL BAYERN CARICA D’OTTIMISMO. MA HA UN VISTOSO PUNTO DEBOLE: SEGNA POCO IN RAPPORTO ALLE OCCASIONI” - MURA: “PASSERÀ IL BAYERN. MA NON È FUORI PREVISIONE PENSARE CHE LA JUVE SEGNI UN GOL E POI LO DIFENDA”


     
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    1 - JUVE IN COPPA ECCO COSA PUÒ SPERARE

    Gianni Mura per “la Repubblica”

     

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    La Juve parte per la Baviera carica d’ottimismo, forse in dose eccessiva, ma è giusto così. A Torino, sotto di due gol, quanti pensavano di andare a Monaco ancora in corsa, quasi alla pari? Quasi perché il 2-2 l’obbliga a vincere, a certi livelli un 3-3 difficilmente esce. Il quasi, c’è da aggiungere, è ravvivato da qualche speranza e da qualche certezza. La speranza è che spesso le squadre tedesche patiscono il confronto con le italiane.

     

    La speranza-certezza l’ha espressa Bonucci: loro sono fortissimi ma hanno anche punti deboli, e noi li conosciamo. Vero, ma è un discorso a doppio taglio: anche la Juve ha i suoi punti deboli, il più vistoso e non da oggi è che segna poco in rapporto alle occasioni costruite, come ha confermato l’1-0 al Sassuolo. La certezza è che Dybala è già un grandissimo, ha colpi deliziosi e una rapidità rara tra pensiero e azione. Il Bayern resta favorito ma dovrà fare molta attenzione sui calci da fermo, se Kimmich resterà al centro della difesa. Il recupero di Benatia consentirà a Guardiola di spostare Alaba sulla fascia sinistra. E Alaba sa essere un attaccante aggiunto.

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    Il Napoli resta a 3 punti: un rigore (piuttosto generoso) di Higuain basta per battere il Palermo, ben messo in campo e anche coraggioso. Uno scudetto a otto giornate dal termine, come quello del Psg, qui è difficile vederlo, come il 9-0 del Psg al Troyes. In questa giornata solo la Lazio ha vinto con più di un gol di scarto, insomma nessuno va a passeggio.

     

    Generosità del rigore a parte, il Napoli ha dominato, subito aggressivo e con una precisione d’alto pregio negli scambi rasoterra. Due difetti: tutto bene fino ai 16 metri, poi è mancato l’ultimo passaggio. E molta, troppa preoccupazione nel finale. Giocare per ultimi, sapendo i risultati dei rivali, non sempre aiuta, anzi può creare una certa pressione psicologica. Le buone notizie per Sarri vengono dalla condizione atletica: lì, niente da eccepire.

     

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    Due grandi deluse: il Milan, che ormai punta tutto sulla Coppa Italia, e la Fiorentina, raggiunta dall’Inter e staccata dalla Roma. Un punto appena contro un Verona con un piede e mezzo in B, ma orgoglioso. Un po’ come Sarri, Sousa non può permettersi di rinunciare a due o tre titolari. A volte si è obbligati, ma il gioco ne risente. L’Inter, che Mancini pilota in modo meno avventuroso, ha gli stessi punti ma un altro morale, anche se sabato dovrà affrontare la Roma senza Icardi e Palacio.

     

    Già, la Roma, arrivata a Udine all’ottava vittoria consecutiva. Spalletti e Garcia sono accomunati da un grande punto interrogativo. Com’era riuscito a Garcia, appena sbarcato, di dare subito gioco e personalità a una Roma contestata a tutti i livelli? E com’è riuscito a Spalletti, trattato inizialmente da minestra riscaldata, di ridare gioco, personalità e voglia a una squadra che sembrava spenta e sfasciata? Non si sa.

     

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    Spalletti è stato per qualche anno lontano dai nostri stadi e dai nostri teleschermi. A parte il sapiente uso di bastone e carota, indispensabile nel bagaglio di un buon tecnico e applicato con Totti e Dzeko, Spalletti sembra aver affinato la comunicazione. Chiamiamola strategia della sincerità. Siamo talmente abituati alle frasi fatte da considerare rivoluzionarie le prese di posizione, assolutamente logiche e normali, di Spalletti.

     

    Non è normale che Florenzi ogni tanto s’inventi gol talmente belli che si fatica a credere li abbia fatti lui. Dopo il pallonetto da metà campo al Barça, altra cosa di sapore blaugrana: scucchiaiata alla Iniesta di Pjanic, doppio tocco in velocità alla Messi di Florenzi, ma di destro.

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    Non è normale, infine, anzi è proprio un brutto spettacolo, che l’Udinese vada a farsi insultare e processare sotto la curva dopo una partita ben giocata, contro una squadra molto più forte, che poteva anche finire pari con un po’ di fortuna (palo di Zapata). Uno stadio senza barriere dovrebbe rendere più responsabili i tifosi. Appunto, dovrebbe. A volte i tifosi migliori sono quelli che stanno altrove, mai allo stadio. Come, dopo Praga, può confermare la Lazio.

     

    2 - DYBALA E POGBA POSSONO CAMBIARE EQUILIBRI E FINALE DI UN DUELLO SEGNATO SOLTANTO IN PARTE

    Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

     

    Continuano a vincere tutte le prime, ma la partita più importante adesso è quella di Monaco. Quante possibilità reali ci sono? Poche per due ragioni obiettive: il Bayern è in generale migliore della Juve e viene da un buon risultato a Torino. Ma se c' è una partita che la Juve può vincere contro il Bayern è proprio quella in cui gioca in trasferta.

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    Guardiola farà la sua partita rapida e tutta di organizzazione lasciando che la qualità dei suoi faccia man mano la differenza. Questo è l'ordine logico della partita. Guardiola è il migliore ma proprio per questo è prevedibile. La Juve sa adattarsi all' avversario e alla partita.

     

    Cercherà di ripartire come nei venti minuti in cui ha rimontato due gol a Torino. Non sto cercando versioni consolatorie, secondo me passerà il Bayern. Voglio solo dire che non è fuori previsione pensare che la Juve segni un gol e abbia poi la capacità di difenderlo.

    Abbiamo inoltre tutti negli occhi l'ora di calcio eccezionale del Bayern nella partita di andata, ma nemmeno Guardiola riesce a far giocare sempre così i suoi.

     

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    Nella sua strana conferenza stampa del dopo gara è stato lui a giudicare quel Bayern il migliore della stagione. Il Bayern ha molti vantaggi ma anche il limite delle squadre allenate a un gioco esatto. La Juve è allenata invece a cercare in ogni gara la parte migliore dei propri giocatori. Il Bayern è imprevedibile perché cerca l' imprevedibilità dentro i propri schemi, la Juve lo è perché porta a pensare più individualmente i suoi giocatori. Non si tratta di definire la qualità assoluta dei tedeschi o della Juve, quella non conviene nemmeno cercarla.

     

    O la distanza tra il nostro calcio e la qualità delle grandi squadre europee, nemmeno questo è un paragone che conviene. Si tratta alla fine di vincere una partita, in qualunque modo. E questo lo può fare chiunque, a maggior ragione la Juventus. Credo che molto dipenderà da Pogba.

     

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    È in una fase discussa in campionato, non si toglierà mai i suoi alti e bassi, ma sono onde che tengono comunque una media fortemente europea. Lui e Dybala sono i giocatori più temuti perché si portano dietro una differenza che pesa in ogni partita. La forza della difesa è una grandissima premessa, ma prima di utilizzarla bisogna costruire qualcosa da difendere. Per questo i giocatori di Monaco saranno Pogba e Dybala. O ci sarà poca Juventus.

     

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