angela merkel ursula von der leyen
Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
Posta dalla sentenza della Corte costituzionale tedesca davanti a una minaccia concreta alla coesione giuridica della Ue, Ursula von der Leyen ha evocato l' opzione nucleare. La presidente della Commissione ha fatto sapere di esser pronta a lanciare un' eventuale procedura d' infrazione contro la Germania, il suo Paese, i cui giudici supremi hanno messo in discussione l' indipendenza della BCE e la supremazia del diritto comunitario su quelli nazionali.
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È un gesto di grande coraggio, che va letto in tutte le sue molteplici implicazioni, evidenti e nascoste. Non è la prima volta che la Consulta di un Paese membro tenta di contestare una decisione della Corte di Giustizia europea: è successo con la Repubblica Ceca e la Danimarca e in entrambi i casi la pressione politica ha scongiurato l' avvio di una procedura da parte di Bruxelles.
Ma con Berlino è diverso. Perché la Germania è la Germania. E perché la materia del contendere (la politica monetaria) è esplosiva, crogiolo di ossessioni, ansie ereditate dalla Storia, preconcetti tedeschi verso un ruolo troppo attivista del banchiere centrale nell' Eurozona.
In più c' è il problema personale di Ursula von der Leyen, ex ministro del governo tedesco, che dovrebbe avviare un' azione legale contro Angela Merkel, mentore e amica, tanto più per la decisione di una corte indipendente nella quale la cancelliera non c' entra per nulla.
ursula von der leyen e angela merkel
Il sentiero per la presidente della Commissione è stretto. Da un lato deve dimostrare che Berlino non gode di alcun trattamento privilegiato, nel momento in cui altri Paesi, dalla Polonia all' Ungheria, applaudono alla decisione di Karlsruhe e si sentono incoraggiati a ribellarsi alla giustizia europea, che ha già sanzionato alcune delle loro leggi, lesive dello Stato di diritto. In questo senso, l' annuncio della possibile procedura è anche un parlare a nuora perché suocera intenda. Dall' altro, von der Leyen non vuole chiudere nell' angolo la Corte costituzionale tedesca, mettendola sul piede di guerra e rendendo più difficile trovare una soluzione nei tre mesi che sono stati dati alla BCE per giustificare il suo Quantitative Easing.
Merkel Schaeuble-1
Ma evocare l' opzione atomica di una procedura contro Berlino ha anche un altro, paradossale effetto, non del tutto sgradito ad Angela Merkel. All' annuncio della decisione di Karlsruhe, infatti, la folla degli usual suspects ha subito rinnovato le critiche al programma di acquisto dei titoli di Stato, iniziato da Mario Draghi, con il vecchio argomento che esulerebbe dal mandato della BCE. Primo fra tutti l' ex ministro delle Finanze e ora presidente del Bundestag, Wolfgang Schaeuble, che ha definito "difficilmente contestabile" la sentenza di Karlsruhe.
L' annuncio di von der Leyen consente però di spostare il focus della discussione, dal tema politico (che lacera trasversalmente il governo e la stessa Cdu) a quello più tecnico-giuridico sulla supremazia del diritto europeo su quello nazionale, meno controverso, dove i fautori del contrario appaiono in netta minoranza.
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