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È una svolta che potrebbe cambiare la vita a migliaia di uomini. Stiamo parlando del gene scoperto da alcuni scienziati che potrebbe evitare di ricorrere alla chirurgia e alla radioterapia per il tumore alla prostata. Si tratta sostanzialmente del primo passo per arrivare a prelievi del sangue che possano determinare se un tumore è benigno oppure no.
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Per i dottori riuscire a prevedere la tipologia di cancro è fondamentale. Spesso infatti i malati vengono sottoposti a terapie superflue, che così potrebbero essere evitate. Lo studio è stato effettuato dall’Università di Turk, in Finlandia: “Abbiamo scoperto che piccoli cambiamenti genetici al gene ANO7 incrementano il rischio di un paziente di avere un cancro alla prostata aggressivo”, ha detto la professoressa Johanna Schleutker, responsabile della ricerca.
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In pratica gli scienziati hanno scoperto che coloro che hanno una versione attiva del gene in questione, chiamato ANO7, hanno una probabilità maggiore di 18 volte di morire. Un trattamento rapido delle forme più aggressive è molto importante, e ogni ritardo è letale. In ogni caso, se si riesce a contenere il cancro alla sola prostata, evitando che si allarghi, a volte è meglio non fare nessun trattamento e tenere tutto sotto controllo. Questa scelta si chiama “sorveglianza attiva”.
DIAGNOSTICA DEL TUMORE ALLA PROSTATA
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Finora i dottori non avevano però uno strumento attendibile di riconoscere il rischio. La nuova scoperta è stata pubblicata sull’International Journal of Cancer e potrebbe davvero rappresentare una svolta, se si riuscisse a trasformare la diagnosi in una semplicissima analisi del sangue. I ricercatori hanno studiato il DNA di più di 1.700 malati di cancro alla prostata, comparandolo con quello di uomini sani.
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Gli scienziati non hanno ancora capito il funzionamento del gene ANO7, e per questo saranno necessarie nuove ricerche.
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