Lorena Loiacono per il Messaggero
scuola
Presidi nella tempesta delle norme anti-Covid, scuole terremotate senza né banchi né docenti né mascherine. Dunque s' incarica Giuseppe Conte di convocare una conferenza stampa a palazzo Chigi per assicurare alle famiglie che lunedì le scuole apriranno come promesso in gran parte del Paese, Lazio compreso.
Per il governo quindi la data resta quella del 14, nonostante diverse Regioni abbiano già deciso di posticipare al dopo elezioni e nonostante tante scuole stiano chiedendo in queste ore una proroga.
Al fianco di Conte, per illustrare il piano scuola, sedevano la ministra all' istruzione Lucia Azzolina, il ministro alla salute Roberto speranza e la ministra ai trasporti Paola De Micheli: «Il rientro in classe in piena sicurezza ha sottolineato Conte - è stato, è e sarà obiettivo prioritario di questo governo». E così si riparte con 10 milioni di persone che, lunedì si rimetteranno in moto, forse.
L' incognita riguarda tutte quelle scuole che, stando all' allarme lanciato dai dirigenti scolastici, non potranno riaprire o, se lo faranno, sarà solo per poche ore. Accade nelle grandi città così come nelle realtà di provincia più piccole. Dove i conti non tornano, a cominciare dai supplenti da portare in cattedra.
scuola
«Bisognerà affrontare qualche disagio - ha dichiarato il premier - mettiamo in conto che ci saranno dei contagi anche a scuola, ma abbiamo predisposto un prontuario per affrontare queste difficoltà: nel peggiore dei casi, la quarantena scatterà per tutta la classe».
Tra le misure di sicurezza presentate dal premier, sono stati confermati gli 11 milioni di mascherine al giorno per il personale e gli studenti: le mascherine devono essere indossate negli ingressi e negli spostamenti all' interno della scuola e non quando si è seduti al banco. Qualora non si potesse rispettare il metro di distanziamento tra i banchi, l' alunno dovrà indossare la mascherina per tutto il giorno anche quando è seduto al suo posto.
coro canto scuola
Su questo punto si inserisce il problema della consegna dei banchi: fino a quando non ci saranno per tutti, sarà difficile garantire la sicurezza in classe, ad esempio con i bambini delle elementari costretti a tenere il viso coperto per 8 ore. «Ci attende un anno molto impegnativo ha commentato la ministra Azzolina - con difficoltà da superare.
E' stato giusto chiudere le scuole a maggio ed è giusto ripartire adesso. Oggi siamo più preparati». La titolare di viale Trastevere si è soffermata anche sui numeri dell' emergenza supplenti: circa 60mila cattedre destinate alle assunzioni non sono state assegnate e andranno a supplenza, tra queste comunque vanno considerate anche le cattedre che verranno assegnate con il concorso per i docenti che dovrebbe partire in autunno.
scuola palestra
Difficile prevedere se i vincitori del concorso potranno effettivamente entrare a scuola già durante l' anno scolastico 2020-2021. A queste iniziali 60mila cattedre da coprire, si aggiungeranno subito dopo le 70 mila nomine a tempo determinato messe in campo per le necessità delle scuole, legate all' emergenza sanitaria.
Sulle criticità relative agli spazi necessari per il distanziamento, la Azzolina ha spiegato che gli studenti senza un' aula, ad oggi, sono 50mila rispetto al milione di giugno. Un istituto su tre ha avuto almeno un intervento al suo interno: sono state ricavate oltre 5.177 aule in più e sono state 4.812 quelle ampliate, per un totale di quasi 10 mila aule. Sono cambiate anche le regole del trasporto, illustrate dalla ministra De Micheli a cominciare dal servizio degli scuolabus fino ai bus pubblici:
i banchi singoli con le rotelle
«Non potranno essere pieni oltre l' 80%, la capienza massima è consentita solo se il percorso sarà contenuto entro i 15 minuti». I timori maggiori riguardano quindi l' impossibilità di avere il rischio zero e la consapevolezza che i casi positivi ci saranno, come già accaduto in diverse scuole che hanno riaperto i battenti dai primi di settembre. Addirittura in un asilo nido. Ma non solo, le incertezze maggiori arrivano proprio dal mondo della suola che teme di non essere pronto.
«Numerosi dirigenti scolastici segnala Antonello Giannelli, presidente dell' Associazione nazionale dei presidi - ci hanno segnalato che le mascherine consegnate finora sono sufficienti solo per pochissimi giorni, dovendo essere distribuite anche agli alunni e non solo al personale. Inoltre non sono ancora stati forniti dati precisi sul numero di banchi effettivamente consegnati alle scuole: dalle poche notizie diffuse, sembrano essere pochi rispetto al numero totale di oltre 2.400.000 unità».
operai al lavoro sui nuovi banchi scolastici
LAZIO
Mauro Evangelisti per il Messaggero
Nel Lazio una scuola su cinque lunedì non riapre. E nel sud della regione si arriva al 70-80 per cento, addirittura in provincia di Latina siamo vicini a 9 istituti su dieci. A quattro giorni dalla prima campanella, molte famiglie non sanno ancora se lunedì bambini e ragazzi potranno entrare in classe.
scuola
Tra insegnanti e personale che mancano, lavori di adeguamento delle aule alle norme anti Covid non completati, nuovi banchi a posto singolo non ancora consegnati, la situazione è frammentaria in tutta Italia.
Vi sono regioni che da tempo hanno deciso di ripartire, con date differenti, in ritardo: Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Calabria, Basilicata e Campania.
Delle restanti, al nord vengono segnalati meno problemi, anche se in vari istituti si partirà con formule innovative, parte della classe in presenza, parte collegata in remoto.
Ma se prendiamo il Lazio come regione campione, allora si scopre che la situazione è frastagliata. Premessa: ieri in Prefettura, a Roma, si è svolto un vertice e la Regione ha confermato che saranno assunti 300 medici per formare, insieme agli infermieri, 500 équipe per seguire da vicino le scuole. Per ora, però, almeno il 20 per cento degli istituti il 14 settembre non aprirà i cancelli, con punte più alte nelle province di Latina e Frosinone. A Roma si conferma quella percentuale, una scuola su 5 ancora non è pronta. Altro esempio: Viterbo.
Il sindaco Giovanni Arena, ieri mattina, dopo avere effettuato un sopralluogo nelle varie scuole della città era pronto a firmare un' ordinanza: dalle elementari alle superiori, tutto chiuso.
«Troppi posti non coperti sia per gli insegnanti, sia per il resto del personale scolastico - racconta - così come fai a garantire le misure di prevenzione dell' epidemia?
scuola
Qualche ora dopo però dall' Ufficio scolastico regionale mi hanno assicurato che nelle prossime ore ci saranno le assegnazioni.
Ho scelto di fidarmi, ma sabato se la situazione non è mutata, firmo l' ordinanza». La mappa del rinvio, nel Lazio, diventa ancora più fitta se ci si sposta a sud di Roma. A Latina niente scuola in quasi tutta la provincia, a cominciare dal capoluogo, ma anche in comuni con molti abitanti come Sabaudia, Formia, Terracina e Gaeta. Di fatto la percentuale di coloro che dovranno aspettare un' altra settimana per tornare tra i banchi si avvicina al 90 per cento.
CORONAVIRUS SCUOLA
Le ragioni? Lavori non completati, docenti non ancora nominati, mancanza di dispositivi di protezione. Non muta di molto la situazione in provincia di Frosinone, dove comuni come Cassino, Anagni e Sora hanno già posticipato l' apertura, mentre nel capoluogo è in corso una riflessione. Meno complicato il quadro nel Reatino: per ora solo alcuni piccoli comuni hanno deciso il rinvio come Cantalupo in Sabina, Casperia, Poggio Nativo, altri ci stanno pensando.
azzolina scuola mascherina
E Roma? In provincia la lista dei comuni che hanno deciso di non aprire le scuole il 14 settembre vede realtà importanti come Valmontone, Colleferro, Segni, Labico e Artena.
All' interno del territorio della Capitale la situazione è eterogenea, ma in linea di massima la percentuale uno su cinque rappresenta il quadro di insieme. Roma Capitale ha deciso di rispettare la data del 14 settembre, la Regione Lazio ha ribadito che la data di riapertura resta quella. «Però certo - racconta l' assessore alla Scuola, Claudio Di Berardino - se ci sono problematiche particolari, singoli comuni ma anche singole istituzioni scolastiche possono decidere di rinviare la riapertura. Ma scelte di questo tipo vanno motivate». E devono essere approvate dal consiglio di istituto.
PREPARATIVI IN UNA SCUOLA DI MILANO PER LA RIAPERTURA
Dunque, se ad esempio a Latina è semplice descrivere la situazione - ordinanza del Comune, si andrà a scuola solo il 24 settembre e questo vale per tutti, ad esclusione dei nidi - a Roma dipende dal singolo istituto.
La stima del leader dei presidi, Mario Rusconi, è che il 20 per cento delle scuole della Capitale non è pronta per lunedì prossimo. Alcuni esempi: il dirigente scolastico dell' Istituto capofila della rete di scuole Rosetta Rossi, nel Municipio XIV, ha scritto alla Regione Lazio, spiegando che non è possibile rispettare la data del 14, a causa del ritardo della consegna dei banchi monoposto, delle carenze degli organici, della poca chiarezza su come comportarsi con i soggetti fragili sia tra gli insegnanti sia tra gli studenti.
scuola mascherine
Al Liceo Vittorio Gassman mancano gli spazi, i banchi monoposto arriveranno solo a ottobre, «a oggi risultano scoperte più di 15 cattedre di sostegno e 24 cattedre intere». Solo alcuni esempi che spiegano come mai il 14 settembre in media il 20 per cento delle scuole di Roma e del Lazio non riapriranno, con punte vicino al 90 a Latina e provincia.
PROVE DI DISTANZIAMENTO A SCUOLA IN VISTA DELLA RIAPERTURA
CHE SUCCEDE IN CASO DI CONTAGIO A SCUOLA scuola mascherine scuola mascherine scuola
conte azzolina