RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera” - Estratti
LO SGUARDO VIRILE DI JORDAN BARDELLA
Quando arriva sulla DS presidenziale blu più o meno «made in France» davanti alla Salle Gaveau, dove si tiene l’audizione della Confindustria francese, Jordan Bardella trova ad aspettarlo in mezzo alla strada una folla di giornalisti e cameraman pronti a cogliere una piccola frase, un annuncio, una battuta in anteprima dalla nuova star della politica francese.
Bardella estrae dall’auto il suo metro e 90 e le spalle larghe avvolte dall’impeccabile abito grigio, e spiega che è venuto qui, in questa sala di solito dedicata alla musica classica, per «rassicurare» gli imprenditori ed evitare che il potere vada «a Jean-Luc Mélenchon e a quanti vogliono trasformare la Francia in un Venezuela senza il sole» (vecchia battuta di Emmanuel Macron sull’estrema sinistra).
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Di sicuro non se ne vergogna Éric Ciotti, il presidente dei Républicains che per primo dopo le Europee ha rotto il «cordone sanitario delle forze democratiche» contro la dinastia Le Pen, e che sale sul palco accanto a Bardella per presentare il programma economico della «coalizione della destra».
È un momento storico: nessuno dell’«arco costituzionale» aveva osato finora allearsi con il RN, e nessuno si era fatto fotografare fiero accanto al suo leader. Dopo giorni di battaglie legali, di uffici del partito occupati e di ribellione dei compagni di partito gollista, Ciotti si gode la rivincita, il tribunale ha stabilito che resta capo dei gollisti anche se i gollisti dicono di disprezzarlo, pronti forse a cambiare idea quando ci sarà da formare una maggioranza in cambio di un ministero.
Dopo Ciotti, Bardella comincia a parlare di «rottura ragionevole» con il passato, ma vale la pena sottolineare qualcosa della sua immagine, che a dieci giorni dal primo turno di questi tempi è forse la cosa che conta di più.
jordan bardella al salone della difesa terrestre Eurosatory
Nella campagna elettorale più breve della storia non c’è tempo per andare a fondo delle questioni, gli imprenditori sono forse interessati ai dettagli finanziari ma i francesi baderanno all’impatto complessivo, a ciò che sprigiona questo aspirante primo ministro che batte i macronisti al loro stesso gioco, la giovinezza e la straordinaria capacità di comunicare.
Quasi in contemporanea, in un altro canale della tv e della vita politica, c’è la conferenza stampa del primo ministro in carica Gabriel Attal, che cerca di difendere il suo bilancio e quello del presidente Macron.
Ma Attal ha ben 35 anni, sette in più di Bardella, e soprattutto li dimostra: appare aggrappato alla realtà e incredulo di fronte al fatto che conti sempre meno, già logorato da un potere che rischia appunto di sfuggirgli di mano tra pochi giorni; ed è meno prestante.
Bardella è sexy, lo dicono le fan su TikTok e glielo gridano nei comizi quando si toglie la giacca dicendo: «Scusate ho caldo», e le militanti gridano: «Sei tu che fai venire caldo», «Jordan ti amo!» e lui finge di alzare gli occhi al cielo. Su TikTok Bardella ha meno iscritti di Macron ma più «like», oltre 35 milioni, grazie a video anche non strettamente politici: dice sempre di avere fame, si fa riprendere mentre addenta barrette energetiche o qualsiasi altro cibo, perché consuma molto e ha bisogno di calorie, tanto resta in perfetta forma: per forza, è giovane. Jordan Bardella sta diventando un personaggio pop, anche grazie agli oppositori che lo chiamano merdella o barnestpaslà (bardellanonc’è) per accusarlo di assenteismo in aula a Strasburgo.
Davanti agli imprenditori ripete che se lui diventerà primo ministro gli impegni internazionali della Francia non cambieranno, e poi giustifica con grande disinvoltura la prima delle probabili marce indietro, quella sulla riforma delle pensioni (che il RN voleva abrogare ma non può)
SELFIE CON JORDAN BARDELLA JORDAN BARDELLAJORDAN BARDELLAbardella marine le penjordan bardella jordan bardella marine le pen jordan bardellaJORDAN BARDELLA -MATTEO SALVINI
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