Estratto dell'articolo di Tina Simoniello per www.lastampa.it
elisabetta ii con apparecchio acustico 5
Sentirci bene - nel senso letterale di avere un udito che funziona - allunga la vita. […]
Ma veniamo allo studio, condotto al Keck Medical Center dell'Università della California del Sud. "Abbiamo scoperto che gli adulti con perdita dell'udito che utilizzano regolarmente apparecchi acustici hanno un rischio di mortalità del 24% più basso rispetto a quelli che non li indossano mai", ha detto Janet Choi, otorinolaringoiatra del Keck Medicine e principale autore dello studio, i cui risultati sono pubblicati su Lancet Healthy Longevity. "E sono risultati entusiasmanti - ha aggiunto Choi - perché ci dicono che gli apparecchi acustici possono avere un ruolo protettivo della salute e prevenire un decesso prematuro".
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Udito e rischio morte
Se non trattato, un deficit acustico (o ipoacusia, una parola che esprime sia la sordità totale sia un deficit parziale, a uno o a entrambe le orecchie), può comportare una riduzione della durata della vita, come fanno l'isolamento sociale, la depressione o la demenza. E questo è un fatto già noto di cui si sono occupati diversi autori e diverse ricerche. Ma gli studi che hanno tentato di capire se e quanto l'uso delle protesi acustiche riesca ad abbattere il rischio di morte sono invece pochi, tanto che secondo gli autori questo di cui parliamo è il primo del suo genere negli Stati Uniti.
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Udito e depressione
SERGIO MATTARELLA CON L APPARECCHIO ACUSTICO
Lo studio non ha indagato le cause per le quali gli apparecchi acustici sembrano allungare la vita, l'ipotesi dell'esperta è che l'uso di questi amplificatori di suoni (questo fanno gli apparecchi: amplificano i suoni) associandosi a livelli più bassi di depressione e demenza migliorino la salute mentale e cognitiva, quindi una migliore salute generale, che in effetti con la durata della vita ha indubbiamente a che fare.
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I dati dell'Oms
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità circa il 5% della popolazione oggi nel mondo convive con un deficit uditivo, che per l'Oms consiste nell'inabilità a sentire come una persona normoudente ed è legato a diversi fattori e "agli effetti combinati di tossicità ambientale in termini di rumore e danno metabolico-ossidativo, invecchiamento, malattia ed ereditarietà". E entro il 2050 potrebbe sperimentare una forma di diminuzione dell'udito una persona su quattro. In Italia le persone con problemi di udito (ogni livello di gravità compreso) sono circa 7 milioni, ovvero il 12,1% della popolazione.
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I giovani...
Per l'Oms a causa di abitudini di ascolto non sicure (situazioni ricreative particolari, utilizzo frequente di cuffie a volume elevato, eccetera) potrebbe essere a rischio di perdita dell'udito oltre un miliardo di giovani nel mondo.
...i neonati
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Se non viene identificata e corretta, l'ipoacusia influenza negativamente lo sviluppo del linguaggio e il benessere psicofisico a partire dalle prime fasi della vita. Infatti, sempre per l'Oms la prevenzione secondaria della sordità, attraverso programmi di screening neonatali è la chiave per ridurre drasticamente gli effetti invalidanti delle patologie neurosensoriali congenite più frequenti. Attualmente, nei paesi industrializzati, il deficit uditivo permanente riguarda circa 1-2 neonati su 1000 sottoposti a test di screening alla nascita. Il numero dei difetti uditivi permanenti aumenta con l'età con una prevalenza di 2-3 su mille a 5 anni e 3-4 su mille in adolescenza.
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