Andrea Carugati per la Stampa
VASCO ERRANI BERSANI
Tre giorni dopo l'annuncio del divorzio in casa Pd, i numeri della scissione continuano a ballare. Nell'ala bersaniana, che dall' Emilia festeggia l' arrivo di Vasco Errani (commissario alla ricostruzione post terremoto), ci sono ancora dubbi, lavori in corso, defezioni. Martedì sera i parlamentari della sinistra si sono riuniti dopo la direzione dem, con alcuni ancora alla ricerca di uno spiraglio per evitare lo strappo.
Prima della cena alcuni bersaniani, come il professore torinese Andrea Giorgis, hanno annunciato di voler restare nel Pd: «Per il momento non seguirò i compagni, la vittoria di Renzi al congresso non è affatto scontata», ha detto il deputato che in un primo momento era stato individuato come capogruppo. Con lui dovrebbe restare nel Pd anche la deputata Maria Luisa Gnecchi.
bersani
In bilico altri parlamentari come Michele Mognato, Andrea Maestri, Paolo Fontanelli ed Enzo Lattuca. «Ci sto ancora pensando, non è una scelta facile», spiega Lattuca. Per tutta la giornata di ieri gli uomini macchina della nuova forza bersaniana, Nico Stumpo, Davide Zoggia e Danilo Leva, hanno lavorato per convincere i dubbiosi, con telefonate e lunghi colloqui nei corridoi della Camera.
«Devo parlare con i miei sul territorio», la risposta di molti. Secondo le ultime stime, dalla sinistra dem dovrebbero uscire 18-19 parlamentari; altri 17 lasceranno Sinistra italiana guidati da Arturo Scotto. In totale circa 36-38 deputati che entro domani daranno vita al gruppo dei "Democratici e progressisti", questo il nome più probabile.
RENZI BERSANI
In Senato l' asticella dovrebbe fermarsi attorno alla dozzina. Non sarà della partita Massimo Mucchetti, uno dei protagonisti delle battaglie di questi anni contro le riforme di Renzi. Anche Walter Tocci, tra i frontman del No al referendum, dovrebbe restare nel Pd, come Luigi Manconi e Silvio Lai, mentre è in uscita Felice Casson. Resta con i dem l' ex civatiani Sergio Lo Giudice. Alla Camera non si muovono, almeno per ora, Rosy Bindi e la fedelissima Margherita Miotto. Barbara Pollastrini si definisce ancora «inquieta» e aggiunge: «Devo riflettere».
nico stumpo
Ieri mattina, alla Camera, abbraccio simbolico tra Bersani e Ciccio Ferrara, anche lui ex Pci: le loro strade si erano separate quasi trent' anni fa, al momento della svolta di Occhetto. «Finalmente ci siamo ritrovati». Ma per il nuovo gruppo nasce subito una grana: il rapporto col governo Gentiloni. Chi esce dal Pd intende continuare a sostenere l' esecutivo, mentre gli ex Sel non lo faranno. «Ci sarà una articolazione di posizioni tra di noi, quello che conta di più è la scommessa per un nuovo soggetto della sinistra», spiega Scotto. Ieri prove generali: sulla fiducia al Milleproroghe le due truppe si sono mosse diversamente. Ancora più a sinistra prove di fusione per un nuovo gruppo tra i 14 rimasti in Sinistra italiana con Fratoianni, i civatiani e alcuni ex M5S.
massimo mucchetti
L' obiettivo è superare quota 20 deputati. La macchina del congresso Pd si è avviata già a pieno regime. Tra oggi e domani la commissione incaricata di scrivere le regole terminerà il proprio lavoro, entro il fine settimana una nuova direzione ufficializzerà la data delle primarie.
Walter Tocci
L' obiettivo di Renzi, sostenuto anche da Orfini, è di votare il 9 aprile. Emiliano e Cuperlo spingono per andare più avanti, ma difficilmente si andrà oltre la fine di aprile. Oggi il ministro della Giustizia Andrea Orlando ufficializzerà la sua candidatura a segretario, sostenuto con tutta probabilità anche da Gianni Cuperlo e Cesare Damiano. Già in campagna elettorale Michele Emiliano: «Se vinco le primarie dimagrisco di 20 chili, da 120 a 100», ha promesso a Un giorno da pecora su Radio 1 Rai.
boschi e casson alla biennale 7558588 Luigi Manconi