giuseppe pignatone
Luigi Ferrarella per il “Corriere della sera”
«Io non so se a Roma ci fosse il porto delle nebbie: però, se c' erano, in questi sette anni le nebbie sono state spazzate, credo sia stato fatto un lavoro straordinario. Mi auguro che il nuovo procuratore, chiunque egli sia, continui questo lavoro».
Per la prima volta - e seppure cercando di sottrarsi a una domanda a margine della presentazione di un libro - il procuratore uscente di Roma, Giuseppe Pignatone, in pensione dal 9 maggio, si esprime sulla crisi che sta attraversando parte della rappresentanza dei magistrati al Csm dopo l' inchiesta della Procura di Perugia sull' ex membro del Csm e pm romano Luca Palamara, nel cui ambito le intercettazioni condotte con un captatore informatico nel telefonino hanno svelato una serie di manovre di toghe e di politici (anche imputati a Roma) proprio sul dopo-Pignatone.
Palamara e Pignatone
Nella sede della «Fondazione Corriere della Sera» Pignatone discuteva ieri pomeriggio con il giurista Gianluigi Gatta (docente all' Università Statale) del volume che per Laterza ha scritto con il collega Michele Prestipino su «Modelli criminali: mafie di ieri e di oggi». Verso la fine gli viene chiesto, senza entrare nel merito dei fatti di indagine, se agli occhi dei cittadini non sia mortificante una vicenda che sembra incentrarsi sulla volontà o sul timore di continuità o discontinuità con la dirigenza di una Procura, quando all' attività di un ufficio giudiziario dovrebbero bastare le coordinate della Costituzione e delle leggi.
marcello viola procuratore generale firenze 2
Pignatone non vorrebbe rispondere, «lei ha il diritto di fare questa domanda e io ho il diritto di non rispondere», tanto più perché «sul tema generale credo che il discorso che ha pronunciato al Csm il presidente della Repubblica abbia definito i confini della vicenda. Dirò però una cosa - aggiunge - e non per me, che sono ormai in pensione e osservatore distaccato, ma per tutti i magistrati della Procura di Roma, ma anche del Tribunale e della Corte d' Appello, e anche della Cassazione che ha contribuito molto allo sviluppo dell' attività giudiziaria in questi anni: in questi 7 anni io credo sia stato fatto un lavoro straordinario, grazie anche a una polizia giudiziaria particolarmente qualificata, e a collaboratori e personale che hanno dato più di quanto magari sarebbe stato normale aspettarsi nelle condizioni in cui lavorano».
michele prestipino e giuseppe pignatone (1)
L' ex procuratore racconta che gli viene spesso chiesto: «"Ma c' era il porto delle nebbie a Roma?". E io rispondo la verità, e dico che non lo so, se c' era o non c' era il porto delle nebbie a Roma, perché io non c' ero: ero impegnato, leggermente, a Reggio Calabria», ironizza Pignatone sui suoi 4 anni di indagini di 'ndrangheta in Calabria, «e non avevo il tempo di fare il bollettino metereologico di piazzale Clodio a Roma (sede degli uffici giudiziari capitolini, ndr ).
michele prestipino
Però certo, se c' erano, in questi 7 anni le nebbie sono state spazzate, questo credo di poterlo dire. Poi, naturalmente, questo non significa che quello che è stato fatto sia stato fatto tutto bene: ovviamente ci sono giudizi diversi, c' è la libertà di critica, e poi non c' è niente di più opinabile del diritto e dei procedimenti, alcuni dei quali sono ancora in corso prima di arrivare a una verità giudiziaria che non è detto coincida con la verità sostanziale con la V maiuscola. Però - ritiene di concludere Pignatone - è stato fatto un lavoro eccezionale. Mi auguro che il nuovo procuratore, chiunque egli sia, continui questo lavoro».