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    IBRA, ANCHE MENO - “SE CREDO ALLO SCUDETTO? CREDO IN ME, IN ZLATAN” –  LO SVEDESE CONTINUA A AUTOESALTARSI NEANCHE FOSSE IL DIO DEL CALCIO. QUALCUNO GLI RICORDI CHE NON HA MAI VINTO UNA CHAMPIONS, NE' UN PALLONE D'ORO E NON HA MAI OTTENUTO RISULTATI RILEVANTI CON LA SUA NAZIONALE (A DIFFERENZA DI CR7) – IL LITIGIO CON GODIN - "MANDZUKIC? SONO FELICE DEL SUO ARRIVO, COSÌ ADESSO SIAMO IN DUE A METTERE PAURA AGLI AVVERSARI. IL RINNOVO? DIPENDE DA…” – VIDEO


     
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    Da gazzetta.it

     

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    Quinta doppietta in campionato, la riappacificazione con il dischetto, la nona gara di fila in gol da titolare (prima volta per lui in uno dei top 5 campionati europei). Zlatan Ibrahimovic non era titolare in campionato dal 22 novembre (Napoli-Milan) e dopo 57 giorni ha riassaporato la sensazione a modo suo. Nel segno del 7, come i minuti trascorsi sia dall'inizio del primo tempo sia dal secondo prima di griffare il tabellino di Cagliari-Milan. A partire dal rigore, quella distanza divenuta improvvisamente così aggrovigliata nella mente. La voglia, evidentemente, era talmente tanta da passare sopra al rigorista designato, Frank Kessie.

     

     

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    Segni positivi di uno Zlatan che non segnava proprio dalla notte del San Paolo, non ancora lo stadio intitolato a Diego Armando Maradona. Ibra ha voluto riannodare i fili proprio nella specialità che più lo faceva stizzire. Dopo il gol segnato ad Antonio Mirante il 26 ottobre contro la Roma, lo svedese aveva fallito l'appuntamento dal dischetto contro lo Sparta Praga in Europa League il 29 ottobre e contro il Verona l'8 novembre, entrambe le volte al Meazza. A Cagliari, sull'isola, ha snodato la statistica arrotolata e se l'è messa in tasca. Che la serata fosse particolare lo testimonia che anche nella ripresa, dopo 7', Ibra ha segnato la sua doppietta. Numero magico il 7 che ne ha cadenzato la doppietta decisiva contro i sardi. La serata è stata anche più lunga del previsto a causa dell'espulsione di Alexis Saelemaekers. Non ci sono riscontri, però sarebbe logico supporre che senza il rosso del compagno (in campo da 8'), Stefano Pioli avrebbe concesso qualche minuto di riposo al suo totem svedese. Quando si vince, e si segna, la fatica si assorbe meglio.

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    "IO E MARIO, IN DUE A FAR PAURA"—   A fine partita Ibra si è fermato ai microfoni di Sky. "È stata una partita difficile, potevo farne anche un altro di gol. Non giocavo da quasi due mesi. Con un uomo in meno non è facile - ha commentato lo svedese -. Questi giovani mi stanno motivando e fanno la sfida contro di me, tipo correre di più. Finora stiamo facendo bene, siamo quasi a metà, ora iniziano le partite più difficili, sarà un calendario molto duro. Ora con Mandzukic ci sono più giocatori disponibili per il mister. Sono felice del suo arrivo, così adesso siamo in due a mettere paura agli avversari. Se credo allo scudetto? Credo in me, in Zlatan. Il rinnovo? Dipende da Paolo Maldini, sono molto felice al Milan, mi ha cambiato tanto".

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