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    1. L’ULTIMA OFFERTA È SULLA POLITICA ESTERA: SE IL GOVERNO HA BISOGNO DI UNA MEDIAZIONE CON PUTIN, SILVIO È A DISPOSIZIONE, SEGNO ULTERIORE DI QUANTO L’EX CAVALIERE SIA INTENZIONATO A SOSTENERE IL GOVERNO DI MATTEO RENZI ANCORA PER MOLTO TEMPO 2. ANCHE SE FORZA ITALIA VORREBBE FARE UN’OPPOSIZIONE PIÙ MARCATA, IL BANANA NON VUOLE PER ALMENO UN PAIO DI MOTIVI. IL PRIMO È CHE VEDE IL PREMIER CAZZARO ANCORA FORTE NEI SONDAGGI E IL SECONDO È CHE DOPO DI LUI VEDE SOLO LA TROIKA CHE “METTE LE MANI SUI NOSTRI CONTI CORRENTI”. IL TERZO MOTIVO, NON DETTO, È CHE ANCHE LE AZIENDE DI BERLUSCONI CHIEDONO STABILITÀ DI GOVERNO E DI CORSI AZIONARI 3. IL RISULTATO È CHE FORZA ITALIA SI TROVA SCAVALCATA NELL’OPPOSIZIONE A RENZIE DAI POTERI FORTI E DAI GRANDI GIORNALI. MA ANCHE QUI BERLUSCONI FA UN CALCOLO MOLTO SEMPLICE: “MA VOI PENSATE CHE LA GENTE NORMALE LEGGA I FONDI DEI GRANDI GIORNALI?”


     
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    Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

     

    1. AVVISI AI NAVIGATI

    RENZI BERLUSCONI RENZI BERLUSCONI

    L’ultima offerta è sulla politica estera: se il governo ha bisogno di una mediazione con Vladimir Putin, Silvio Berlusconi è a disposizione. Che venga raccolta o meno, è il segno ulteriore di quanto l’ex Cavaliere sia intenzionato a sostenere il governo di Matteo Renzi ancora per molto tempo.

     

    Non che i provvedimenti varati nell’ultimo consiglio dei ministri gli siano piaciuti granché. Anzi, per il capo di Forza Italia “non c’è un soldo” e si tratta “solo di annunci”. Ma Berlusconi guarda avanti e aspetta che gli si chieda aiuto sulla riforma del lavoro, dove il Pd è facile che si spacchi. E, più in generale, è pronto a fare la sua parte di “opposizione responsabile” nel caso la situazione economica peggiorasse e Bruxelles ci chiedesse misure straordinarie.

     

    bacio renzi berlusconi bacio renzi berlusconi

    Il perché di una simile strategia è presto detto. Come spiega oggi il Corriere (“Forza Italia scalpita: sul governo cautela rischiosa”, p. 8), anche se il partito dell’ex premier vorrebbe fare un’opposizione più marcata, il Banana non vuole per almeno un paio di motivi. Il primo è che vede Renzie ancora forte nei sondaggi e il secondo è che dopo di lui vede solo la Troika che “mette le mani sui nostri conti correnti”. Il terzo motivo, non detto, è che anche le aziende di Berlusconi chiedono stabilità di governo e di corsi azionari.

     

    Il risultato è che Forza Italia si trova scavalcata nell’opposizione a Renzie dalle categorie e dai grandi giornali che hanno cominciato a mostrare scetticismo e delusione nei confronti del governo. Ma anche qui Berlusconi fa un calcolo molto semplice e ai suoi dice: “Ma voi pensate che la gente normale legga i fondi dei grandi giornali?”. Ha ragione l’ex Cavaliere, ancora una volta. E ha ragione chi dice che il Patto del Nazareno sia un patto di mutua assistenza tra due leader che si somigliano assai. Un patto fatto per durare anni

    mario draghi mario draghi

     

    2. I FILE DELL’AMBASCIATA USA

    La Stampa ottiene una relazione scritta dall’ambasciatore americano in Italia John Phillips per la visita di Obama del 26-28 marzo scorsi. Nel documento c’è tutta la preoccupazione americana, a cavallo del cambio di governo: “Nei file segreti dell’ambasciata Usa. ‘Renzi finisca il lavoro di Monti e Letta’.

     

    john r phillips linda douglass john r phillips linda douglass

    ‘Roma non sfrutta le potenzialità che ha’. ‘Il focus sull’austerity ha sottratto spazio alle riforme che potrebbero portare la crescita, e ha soppresso i consumi interni, aggravando perciò la recessione. Questa mancanza di riforme, combinata con le tasse, e i costi dell’energia che sono fra i più alti d’Europa, frenano gli investitori, che non sono disposti a correre tanti rischi” (p. 11).

     

    Chissà cosa scrivono adesso di Renzi. Chissà se per gli americani “sfrutta le potenzialità che ha” oppure fa solo chiacchiere.

     

     

    3. AVANTI MIEI DRAGHI

    mario monti intervistato da alan friedman 3 mario monti intervistato da alan friedman 3

    L’Europa, e l’Italia per prima, tifa perché le politiche della Bce abbiano successo e l’euro si svaluti rispetto al dollaro. “Euro più debole scivola verso 1,30. Le Borse scommettono sull’intervento della Bce. Piazza Affari miglior listino d’Europa in attesa delle misure eccezionali di Draghi”. “Spinta all’export e deflazione addio. Ora l’Italia fa il tifo per la svalutazione. Un deprezzamento del 10% della moneta comune rilancerebbe il Pil. Crescita di 20 miliardi in tre anni. Con più turisti e più investitori esteri. Nel primo semestre del 2014 la Fiat ha perso il 5% e Pirelli il 10% del fatturato a causa del caro valuta. In aumento anche i turisti stranieri che pagherebbero meno il soggiorno nel Bel Paese dove spendono 33 miliardi l’anno” (Repubblica, p. 11).

     

     

    enrico letta x enrico letta x

    4. LICENZIARE L’ARTICOLO 18?

    Il governo modificherà l’articolo 18 ma non ha ancora deciso come fare. Per Repubblica, “Road map del governo per riscrivere l’articolo 18. Due opzioni sul tavolo”. Quando si usa il termine “road map” vuol dire che non si sa che fare. Infatti la confusione regna sovrana: “Saranno riviste tutte le regole dello Statuto dei lavoratori. Il blocco dei salari nella Pa potrebbe estendersi al 2015. Misure su ammortizzatori, diritti di maternità e riforma del sistema del collocamento pubblico” (p. 12).

    Giuliano Poletti Giuliano Poletti

     

    Anche il Corriere della Sera fiuta aria cattiva per i dipendenti pubblici: “Statali, spunta la proroga del blocco degli stipendi. ‘Non si può dare tutto a tutti’. Righetti: vedremo nel Def. La tela europea di Padoan” (p. 12). Ma poi torna sul lavoro: “Jobs act in Senato, subito duello sull’articolo 18. Non c’è accordo tra Poletti e Sacconi. Il ministro a Palazzo Chigi: i fondi Ue contro la povertà. Rilanciata l’idea del mini assegno in anticipo per evitare il rischio esodati” (p. 13).

     

    Per il Messaggero, “Riforma del lavoro, maggioranza divisa. Poletti in campo per una mediazione” (p.8). Invece tutto va bene per la Stampa di Detroit: “Lavoro, sull’articolo 18 delega ampia a Renzi. Via libera a Natale” (p. 25). Ma non è magnifico?

    Massimo D Alema Massimo D Alema

     

     

    5. LA BELLA POLITICA

    Il Pd non cambia verso e l’attacco tra compagni resta sempre lo sport preferito della Ditta. “Pd, D’Alema boccia Renzi. ‘Risultati insoddisfacenti, il partito così è a rischio’. ‘Non c’è una segreteria, solo fiduciari del premier’. Renziani al contrattacco: ‘Ti brucia non andare in Ue”. Ancora D’Alema: “Il premier? A parte i modi comunicativi brillanti, è molto attivo, generoso e coraggioso. Per il resto, i cittadini hanno difficoltà a ricordare i nomi del governo” (Repubblica, p. 14). Anche sul Cetriolo Quotidiano, spazio al Mago Dalemix: “D’Alema picchia Renzi: ‘Risultati insoddisfacenti’. Attacco alla Festa dell’Unità: ‘Non abbiamo una segreteria, il Pd non può essere il movimento del premier. La politica estera la fa la Merkel” (p. 8).

     

    La Stampa rilancia un’indiscrezione agostana di Dagospia e riporta: “Delrio tormentato ora medita l’addio e pensa all’Emilia. Lo sfogo: ‘Conto meno di Verdini’. E potrebbe candidarsi alla guida della Regione” (p. 10). Di sicuro conta un decimo di Gianni Letta quando c’era Silvio Berlusconi.

    GRAZIANO DELRIO GRAZIANO DELRIO

     

     

    6. ULTIME DAL CARROCCIO-CATORCIO

    Grande amarezza per come tutto si decompone all’ombra del Carroccio. Repubblica racconta: “La lega non dà più soldi. Fa crac la scuola simbolo della moglie di Bossi. I docenti della “Bosina” sono senza stipendio da giugno. Anche i governi di centrodestra avevano finanziato l’istituto” (p. 17). Quando c’era Belsito almeno i soldi arrivavano e come sempre, alla fine, ci vanno di mezzo i lavoratori

     

     

    7. ITALO, UNA STORIA MOLTO ITALIANA

    matteo salvini matteo salvini

    Ntv, il trenino privato di Della Valle-Montezemolo-Punzo-Intesa Sanpaolo, pubblica sui principali quotidiani una lettera aperta a Renzie e ai viaggiatori per lamentarsi di una serie di cose. Sono otto punti, i più importanti dei quali riguardano, la battaglia contro la concorrenza di Ferrovie dello Stato, i costi dell’affitto della rete (un “pedaggio”) pagati al concorrente e l’aumento delle tariffe elettriche deciso dal governo.

     

    Ntv rivendica la bontà della propria sfida al servizio dei cittadini e di aver costretto Fs a migliorare la sua offerta e ribadisce che i suoi azionisti “sono convinti di aver fatto un’eccellente operazione”. Ma chiede “la piena attenzione del presidente del Consiglio Matteo Renzi e dei ministri competenti, affinchè prendano ogni opportuna iniziativa, nel rispetto dell’imparzialità e del libero mercato tante volte evocato dai politici” (Repubblica, p. 18; Corriere, p. 14; Messaggero, p.6; Giornale, p. 11)

    FRANCESCO BELSITO FRANCESCO BELSITO

     

    Il Corriere accompagna l’annuncio a pagamento con un’analisi allarmante della situazione finanziaria di Ntv: “Negoziato sui debiti a quota 781 milioni. Pressing delle banche, il ruolo di Intesa. I soci: liquidità fino a dicembre. Il piano allo studio di Lazard. I 1.074 dipendenti in contratto di solidarietà da marzo, l’ipotesi della mobilità. Dagli azionisti nuova cassa per 10 milioni. L’anno scorso si è chiuso con 77 milioni di perdite. Si punta ad allungare la durata del leasing dei treni” (p. 27).

     

    Luca Cordero Di Montezemolo e Diego Della Valle - Copyright Pizzi Luca Cordero Di Montezemolo e Diego Della Valle - Copyright Pizzi

    Il Foglio la mette sulla mancata concorrenza e racconta: “Parabola triste di Italo, così deragliano i treni di Montezemolo & Co. Debiti, esuberi e “dura ristrutturazione’. Perché sfidare il monopolio delle Fs e l’inerzia governativa è impossibile” (p. 1).

     

    Antonello Perricone Antonello Perricone

    Su Repubblica, Alberto Statera annega invece la vicenda dei treni privati in un ampio affresco: “Da Telecom a Ntv, il lungo declino del capitalismo italiano senza soldi e senza idee” (p. 13). Riconosce che “alcune lamentele di Ntv sono sacrosante”, ma scrive che “qualche dubbio sulla gestione della società privata cominciò timidamente ad affiorare quando fu affidata a quell’Antonello Perricone che in Rcs-Corriere della Sera soprannominarono ‘l’uomo del buco’ per la sciagurata e testardamente perseguita acquisizione spagnola di Recoletos, che provocò una voragine di oltre un miliardo”.

     

    In effetti quando vedi che Ntv è in mano a Perricone, qualche domanda te la fai.

     

     

     

     

     

     

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