1. BRENNERO, IL TIMORE DELLO STOP "ALLE FRONTIERE SARÀ IL CAOS"
Fabio Poletti per “la Stampa”
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Fermi nell' area di sosta Brennerpass ci sono una ventina di camion con le targhe di mezza Europa. Accanto al suo Volvo blu con targa di Bucarest, Costantinu saltella su due piedi e si batte le mani prima si riprendere il volante: «Non lo so cosa ha detto il cancelliere austriaco.
Spero non aumentino i controlli perché qui il traffico è un disastro specialmente con il brutto tempo, cioè sempre. Quelli come me hanno sempre un occhio alla strada e uno all' orologio. Ma lo sanno quante frontiere ci sono da qui fino in Romania? Ci passo almeno due volte la settimana. Non posso farne a meno di questa strada».
A mezzogiorno l' unico baluardo alla frontiera austriaca è una signora bionda con gli occhiali di metallo e il giubbottone blu dell' Odw, una struttura privata a supporto delle autorità giudiziarie e di polizia.
«La frontiera non esiste più da anni. A noi non sono arrivate comunicazioni sulla necessità di inasprire i controlli. Se dovesse accadere sarà un bel problema con tutto il traffico che passa da qui». Il posto della polizia austriaca al valico del Brennero è deserto come sempre. Ci sono 7 gradi sotto zero. Nevica e questa è ancora una frontiera aperta.
I numeri del valico del Brennero fanno impressione. Ogni giorno passano 40 mila mezzi.
Il 70% sono auto e moto. Tutto il resto sono camion che vanno a 70 all' ora incolonnati sulla corsia di destra a mordere tornanti in una coda che talvolta arriva fino Bolzano, 80 chilometri più a Sud.
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Se dovessero essere controllati uno a uno sarebbe la paralisi. Ma il cancelliere austriaco Werner Faymann che vuole imporre il giro di vite ai valichi di frontiera guarda ad altri numeri: il Paese conta poco meno di 9 milioni di abitanti. Nel 2015 sono entrati 90 mila migranti.
Le frontiere con l' Ungheria e il Tarvisio, che attraggono profughi e migranti che seguono la rotta balcanica per scappare dalla Siria dal Medio Oriente e dal Califfato o semplicemente dalla miseria, sono le più gettonate. Ma ogni tanto capita pure qui che qualcuno finisca nella rete dei controlli. Pochi mesi fa avevano fermato un passeur milanese che aveva riempito il suo Ducato con 9 profughi diretti a Nord.
Il timore è che possa diventare pure peggio quando anche le rotte marine verso la Grecia e Lampedusa saranno più sicure e con il mare meno agitato.
Al posto di polizia italiana dall' altro lato della strada in direzione Bolzano non fanno un plissé. «Con gli accordi di Schengen sono finiti i controlli dei passaporti alla frontiera.
Per noi non cambia nulla». Si capisce, la rotta delle migrazioni va da Sud verso Nord.
christopher furlong centinaia di migranti al confine tra ungheria e austria
Helena, la cameriera austriaca con camicia bianca e grembiule rosso al Rosenberger Autobahnreustarant al valico punzecchia la trota di lago sulla piastra, ma si capisce che c' è un intero Paese che sente la brace scottare: «Il cancelliere ha ragione. Se l' Europa non si fa carico del problema dei migranti dobbiamo imparare a difenderci da soli. Siamo un Paese troppo piccolo per accogliere tutti.
Mi ricordo la fila di siriani che passavano da qui l' estate scorsa. Voi italiani fate presto a parlare perché non li fermate e sapete che i migranti vengono da noi qui al Nord». Detta così sembra già il funerale dell' Europa che doveva essere.
Una coppia di italiani con gli sci sul tetto scalda il motore della Mercedes due porte prima di partire verso i campi da sci. Lui ha i baffetti e un giubbottone blu e almeno a parole molta comprensione: «Le piste austriache sono meravigliose.
Senza frontiera era facile ci voleva niente. Adesso speriamo che non diventi il caos. Gli austriaci posso capirli ma non capisco l' Europa. La foto del bambino siriano morto ha scosso le coscienze di tutti noi.
Capisco che la commozione non possa risolvere il problema dei migranti. Ma l' assenza dell' Europa e le politiche fai da te dei singoli Paesi rischiano di fare peggio».
Sul Brennero frontiera aperta, nevica più forte. Il cartello con l' aquila simbolo dell' Austria si vede solo se si va piano. Non c' è la bandiera. Nessuna auto della Polizei. Si aspetta solo che qualcuno dica la parola magica «Passport, bitte», per cancellare l' idea di Europa che si aveva fino ad oggi. L' impressione è che sia solo questione di tempo.
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2. SLOVENIA PRONTA A CHIUDERE I CONFINI
Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”
La stretta sui profughi alle frontiere è un domino partito dalla Svezia che sta rotolando velocemente verso la frontiera Sud-Est europea, contagiando sempre più Paesi. E se l' Italia ne resta fuori, rischia di ritrovarsi i confini intasati di migranti.
Dopo la decisione di Svezia, Danimarca, Germania e, a breve, dell' Austria di adottare criteri più restrittivi per i richiedenti asilo che vogliono passare la frontiera, la prossima tappa «potrebbe essere la Slovenia», lascia intendere un portavoce del ministero dell' Interno austriaco.
Un guaio, per l' Italia: l' intero confine nordorientale rischia di diventare un fronte caldo, se dopo Vienna anche Lubiana adotterà gli stessi principi già adottati dai Paesi più a Nord.
Un' altra notizia cattiva per il nostro Paese è arrivata ieri dalla Germania: Angela Merkel e il primo ministro della Baviera, Horst Seehofer, hanno concordato un respingimento più rapido per i migranti che arrivano dal Nordafrica.
migranti attraversano il confine tra austria e germania
Anche se Marocco, Algeria e Tunisia non sono ancora stati dichiarati «Paesi sicuri», Cdu e Csu vogliono convincere l' alleato di governo Spd ad adottare una legge simile a quella già adottata per i Balcani occidentali. E intanto i migranti di quei Paesi saranno respinti in ogni caso più rapidamente. E sono migranti che arrivano molto spesso dall' Italia.
Invece, il principio del «domino» della stretta sui profughi lo ha spiegato il cancelliere Werner Faymann in un' intervista. L' Austria «sta agendo in stretto contatto con i tedeschi - ed esattamente come la Germania rafforzeremo le nostre frontiere e respingeremo dei profughi».
In sostanza, siccome la Germania ha deciso all' inizio della scorsa settimana di non far più entrare nel Paese i richiedenti asilo che puntano alla Svezia, l' Austria adotterà, alla fine della prossima settimana, lo stesso principio. Il portavoce del ministero dell' Interno conferma al telefono che «potranno entrare solo i richiedenti asilo che puntano all' Austria e alla Germania».
Ma ora anche i dirigenti dei ministeri dell' Interno di Vienna e Lubiana sono «quotidianamente in contatto»: gli austriaci hanno «offerto di aiutare la Slovenia ai confini, se la Slovenia lo chiederà».
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Anche le direzioni delle polizie dei due Paesi stanno collaborando «per evitare intasamenti» ai confini interni. E la Slovenia può contare sul supporto di Vienna, se deciderà la stessa stretta sui profughi alle frontiere esterne. Le mosse di austriaci e sloveni avvengono, inoltre, in accordo con i tedeschi.
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Il senso è accordarsi tra Paesi per «salvare Schengen al suo interno, rafforzando le frontiere esterne». Cioè di «contagiare» con le stesse regole più severe via via più Paesi fino ai confini esterni dell' Ue. L' obiettivo dichiarato di Angela Merkel è da tempo quello di filtrare maggiormente gli arrivi verso l' esterno: l' unico modo per salvare Schengen.
E dopo la Slovenia non è escluso che anche la Croazia adotti la stessa linea.
Intanto continuano i guai interni per Merkel. Alcuni deputati del suo partito le hanno scritto una lettera in cui chiedono una svolta nelle politiche che riguardano i profughi e, parafrasando la sua famosa frase dell' estate scorsa, si dicono convinti che «"non" ce la facciamo».
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