Valentina Ariete per “la Stampa”
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«Ad aprile abbiamo annunciato che avremmo dato ai consumatori una scelta: un abbonamento dal costo più basso con pubblicità. Sei mesi dopo eccoci qui: lanceremo il piano base a novembre, in 12 paesi. D'ora in poi ci sarà un'offerta adatta a ogni utente». A parlare è Greg Peters, Chief Operating Officer di Netflix: il colosso dello streaming passa davvero agli spot.
Il prezzo per l'Italia è di 5,49 euro al mese e sarà possibile attivarlo dal 3 novembre alle ore 17. Il "piano base con pubblicità" si aggiunge agli altri: base, standard e premium, che rimarranno invariati. Chi sceglierà di sottoscrivere questa offerta potrà accedere al catalogo Netflix, sia da televisione che da dispositivi mobili, con delle differenze: potrà utilizzare soltanto uno streaming alla volta (quindi niente condivisione dell'abbonamento), la qualità video sarà fino a 720p/HD (la stessa del piano base) e, ovviamente, dovrà vedere degli spot.
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La media sarà di 4-5 minuti di interruzioni pubblicitarie all'ora. Alcuni film e programmi televisivi non saranno disponibili a causa di restrizioni legate alle licenze (i titoli variano da paese a paese, in un range che va dal 5 al 10% di prodotti non accessibili, ma, parole loro, «ci stanno lavorando»).
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Non si potranno scaricare i titoli, ma cambiare o disdire il piano in qualsiasi momento. Al momento gli spot sono stati concepiti nel formato di 15 e 30 secondi l'uno (quindi per arrivare ai 4-5 minuti l'ora saranno diversi) e targettizzati: Netflix offre infatti la possibilità agli inserzionisti di raggiungere il pubblico più adatto a loro per paese, interessi e fascia demografica.
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Un esempio: durante l'annuncio sono state mostrate pubblicità abbinate alla serie Emily in Paris, la cui protagonista è una giovane donna che lavora nel campo della moda. Le inserzioni saranno quindi di cosmetici e profumi. Non solo: le aziende potranno scegliere di non essere associate a contenuti che non rispettano la filosofia del loro marchio, ad esempio film e serie che contengono violenza o scene di sesso.
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Il progetto è in partnership con Microsoft e DoubleVerify e Integral Ad Science, che verificherà la visibilità e la validità del traffico delle pubblicità di Netflix a partire dal 1° trimestre del 2023. Viene assicurato che «i dati degli abbonati saranno utilizzati soltanto per fini pubblicitari sul nostro servizio di streaming. Non verranno creati profili né saranno ceduti a terzi».
Greg Peters conferma che Netflix, nonostante la concorrenza sempre più agguerrita, è ancora il servizio di streaming più utilizzato al mondo: in Usa e in Gran Bretagna ha uno share dell'8%. Non ha voluto invece condividere le proiezioni di quanti nuovi abbonamenti si aspetta che arriveranno con la nuova offerta. Né quanto costa uno spazio pubblicitario.
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È stato invece detto che Netflix stessa ha deciso di non trasmettere certi tipi di spot sui propri spazi: come quelli politici, di prodotti che possano infrangere in qualche modo la legge o che siano discriminatori. Nello specifico: niente pubblicità di armi o fumo. Per Netflix questa è una mossa che arriva dopo il fisiologico calo di sottoscrizioni, esplose durante il lockdown.