Maria Egizia Fiaschetti per roma.corriere.it
La sigla del suo programma su Radio Dimensione Suono, accompagnata dal brano Sun goddess degli Earth, Wind & Fire, oggi risuona più triste. Dolore nel mondo della musica per la scomparsa improvvisa di Ivo Caliendo (aveva 69 anni), speaker radiofonico che i colleghi ricordano per il carattere mite, i modi gentili e il gusto raffinatissimo.
ivo caliendo
Agli albori del fenomeno delle emittenti private, quando Radio Dimensione Suono trasmetteva da una piccola mansarda in via Eutropio, alla Balduina, alla fine degli anni Settanta Caliendo ha educato le generazioni più giovani all'ascolto di musica di qualità, dal soul al blues alla fusion, fino alla black e all'R'n'b negli anni Novanta, quando è approdato a Radio Centro Suono.
Andrea Torre, speaker di Rtr 99, ieri ha voluto rendergli omaggio con una canzone di Stevie Wonder: «Ivo è stato un grandissimo divulgatore musicale, "colpevole" dell'innamoramento collettivo verso la musica fusion attraverso la sua voce e le scelte musicali, anche difficili, che ci ha fatto ascoltare.
Agli albori di Radio Dimensione Suono aveva la libertà di dare la sua impronta. Negli anni Novanta, da direttore artistico, fui contento di imbarcarlo a Radio Centro Suono: gli dedicammo la stessa fascia musicale con la stessa peculiarità. Era una persona meravigliosa, educata, riservata... mi dispiace moltissimo aver saputo in ritardo che non c'è più, sarebbe stato berlo dedicargli un tributo prima del funerale, ma lo faremo...».
FABER CUCCHETTI
«Trovai Ivo al suo posto, nelle trasmissioni di gran classe della notte, in quella Radio Dimensione Suono dove iniziai la mia carriera - racconta Faber Cucchetti - . Era il 1978. Il fisico gracile, i modi garbati, la profonda conoscenza di una musica lontana dalle mode. Eppure, fra tanta classe e dolce modestia, aveva in serbo un'imperdibile vena ironica. Disincantato, sapeva lanciare battute di raro sarcasmo. Ivo era un appassionato della musica come ne restano pochi».
Si uniscono ai ricordi di stima e affetto i colleghi Mario Tagliaferri e Francesco Scelta: «È sempre stato un tipo schivo, ma con la battuta pronta... Il suo modo di comunicare era la musica, in particolare la fusion di cui era un profondo conoscitore. Mancherà molto e una generazione intera di ascoltatori che l'hanno amato pregherà per lui».