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    SE PENSATE CHE LA PANDEMIA SIA FINITA, SAPPIATE CHE IL COVID SARÀ TRA NOI ALMENO FINO AL 2027 - SECONDO UN REPORT DELL'“INTERNATIONAL SCIENCE COUNCIL” CI SONO ALMENO TRE SCENARI FUTURI POSSIBILI E NON SONO INCORAGGIANTI: SE IL TASSO DI VACCINAZIONE GLOBALE NEL 2027 RIMANE SOTTO IL 70% FINIREMO PER VIVERE IN LOOP LE STAGIONI PRECEDENTI CON PICCHI STAGIONALI E RITORNO ALLE RESTRIZIONI. MA SE NON SI RAGGIUNGESSE NEANCHE IL 60% ALLORA LE…


     
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    Giuliano Aluffi per “il Venerdì di Repubblica”

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    Sarà tra noi almeno per altri cinque anni. Parliamo del Covid, e lo dice un report dell'International Science Council (organizzazione che unisce oltre 200 associazioni scientifiche di tutto il mondo) che individua 53 fattori critici per l'evoluzione della pandemia - tra cui la produzione e distribuzione globale di vaccini, la sorveglianza delle varianti emergenti, le capacità dei sistemi sanitari nazionali, la disinformazione e la cooperazione tra Paesi - e individua tre possibili scenari.

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    «Quello più probabile vede il tasso di vaccinazione globale nel 2027 rimanere sotto il 70 per cento: questo significa che il virus continuerà a circolare, con picchi stagionali che mettono sotto stress i sistemi sanitari» spiega l'immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell'Istituto di ricerca pediatrica di Padova. «In questo scenario la convivenza con il virus non sarà semplice: ciclicamente dovremo ricorrere di nuovo alle mascherine e aggiornare i vaccini».

     

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    Lo scenario più pessimistico vede la percentuale dei vaccinati globali non superare il 60 per cento: in questo caso il virus rimarrebbe in gran parte incontrollato, con gravi recidive in varie parti del mondo e la necessità di misure restrittive come i lockdown.

     

    «Lo scenario più ottimistico è quello con il massimo della copertura vaccinale (fino all'80) e l'accessibilità ai vaccini nei Paesi poveri: in questo modo il virus non sparirebbe ma sarebbe assai gestibile e si ridurrebbero i rischi connessi all'emergere di nuove varianti» spiega Viola. «Questo scenario però è improbabile: il problema maggiore è la distribuzione, che ad esempio in Africa non sta funzionando, per la difficoltà a portare i vaccini al di fuori delle città».

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    Più a breve termine, cosa accadrà in Italia? «Se, come ci aspettiamo, in autunno il virus tornerà a circolare tanto, essendo passata da tempo la campagna di vaccinazione avremo molti contagi. Siccome siamo tutti vaccinati, pochi andranno incontro a una forma importante di Covid. Ma anche solo un 2-5 per cento di forme gravi significa stress ospedaliero e decessi per i più fragili» spiega l'immunologa.

     

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    «Oggi Pfizer e Moderna stanno facendo studi clinici sul vaccino aggiornato a Omicron, però non sappiamo se in autunno emergeranno altre varianti. In questo momento le sottovarianti di Omicron sono i virus più contagiosi mai esistiti: è difficile peggiorare ancora. La situazione dovrebbe rimanere gestibile, con picchi di contagi, e qualche decesso: anche con l'influenza è così».

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    S questo è lo scenario più probabile, secondo l'international science council, se la percentuale dei vaccinati globali si attesterà sul 70 per cento. quanto al prossimo autunno in italia...

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